È l’oro rosso della Sicilia ma non è nato in Italia: ecco qual è e i 5 segni che dicono che è quello originale

PaesidelGusto  | 26 Ott 2024

Il pomodoro Pachino IGP è molto più di un semplice ortaggio: è un’esperienza culinaria che porta con sé tutto il calore e il sapore del Mediterraneo.
Con la sua dolcezza inconfondibile e la sua versatilità in cucina, questo piccolo tesoro siciliano è un elemento imprescindibile nella dispensa di ogni appassionato di cucina.
È caratterizzato da dimensioni più piccole rispetto ai cugini più grandi, ma non è una caratteristica da cui bisogna farsi ingannare. A dispetto delle sue dimensioni modeste, il Pachino è ricco di sapore e offre una consistenza carnosa che lo rende ideale nella preparazione di tantissimi piatti e ricette.

Pomodoro di Pachino IGP, dove nasce

Pomodoro Pachino IGP
Pomodoro Pachino

I comuni dove la produzione è storicamente accertata sono quelli di Pachino e Porto Palo, entrambi nella provincia di Siracusa. La zona di produzione attuale ricade nei comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto in provincia di Siracusa e Ispica in provincia di Ragusa.

Il pomodoro Pachino deve il suo nome a quello della cittadina in provincia di Siracusa. In questo territorio, il pomodoro trova le condizioni pedoclimatiche ideali grazie alla presenza di una serie di fattori specifici. Elevata esposizione solare, salinità delle acque di irrigazione, tessitura del terreno e clima temperato. Quest’ultimo, in particolare, è favorevolmente influenzato dalla vicinanza del mare, con una scarsa frequenza delle gelate nei mesi invernali e primaverili.

L’insieme dei fattori succitati concorre alla realizzazione delle peculiari qualità organolettiche e delle proprietà che contraddistinguono il Pomodoro Pachino. Tra le caratteristiche distintive annoveriamo il sapore dolce, la polpa consistente, la lucentezza del frutto e la lunga conservabilità del prodotto nel periodo post-raccolta.

Pomodoro di Pachino IGP, produzione e coltivazione

Pomodoro Pachino IGP, prodotto della Sicilia
Pomodoro Pachino IGP, prodotto

La coltivazione del Pomodoro Pachino viene effettuata in ambiente protetto (serre e/o tunnel) ricoperti con fili di polietilene o altro materiale di copertura.

Il trapianto si esegue tra i mesi di agosto e febbraio, in ragione di 2-6 piante per metro quadro. La tipologia Cherry può essere coltivata durante tutto l’arco dell’anno. La forma di allevamento è in verticale, a branca singola o multipla. L’irrigazione è effettuata con acque di falde prelevate da pozzi ricadenti nel comprensorio delimitato. La raccolta viene effettuata manualmente ogni 3-4 giorni.

Pomodoro di Pachino IGP, usi in cucina

Spaghetti alla chitarra conditi con pomodoro

Il Pomodoro di Pachino va consumato preferibilmente crudo; in questo modo è possibile assaporare pienamente il gusto dolce che lo contraddistingue e non perdere le sue preziose proprietà nutritive, prima tra tutte la vitamina C di cui è particolarmente ricco.

Questo prodotto, divenuto ormai simbolo della dieta mediterranea, si presta alla preparazione di innumerevoli piatti freschi, come insalate e paste fredde. Tagliati a metà o a quarti, i pomodorini Pachino aggiungono un tocco di colore e freschezza alle insalate estive. Accompagnati da mozzarella, basilico fresco e un filo d’olio extravergine d’oliva, creano un’esplosione di sapori mediterranei.

Affettati e conditi con aglio, basilico e olio d’oliva, i pomodorini Pachino sono l’ingrediente ideale per le bruschette. Possono essere serviti su crostini croccanti come antipasto leggero o come accompagnamento a piatti principali.

Schiacciati e mescolati con aglio, basilico, sale e pepe, i pomodorini Pachino creano una salsa fresca e aromatico perfetta per condire la pasta. È inoltre perfetto anche sulla pizza, specie in abbinamento con un altro pezzo forte della gastronomia italiana: la mozzarella di bufala campana.

Pomodoro di Pachino IGP importato da Israele

Pomodoro Pachino IGP,  Israele
Nonostante sia uno dei prodotti italiani più famosi e celebrati sia in Italia che all’estero, ci sono alcune cose che non tutti sanno sul Pomodoro Pachino. Sapevi ad esempio che in realtà non è una specie autoctona italiana?

Al contrario di quanto comunemente si pensa, il Pomodoro di Pachino non è però un prodotto originario dell’Italia. Si tratta di una varietà introdotta dalla multinazionale sementiera israeliana HaZera Genetics nel 1989. Fino a quel momento, infatti, il territorio di Pachino non godeva di condizioni che lo rendessero adatto alla sua coltivazione.
Dopo una prima, fredda accoglienza, il Pomodoro di Pachino prese sempre più piede e cominciò a riscuotere quel successo di cui gode ancora oggi.

5 segni per riconoscere un vero Pachino

Pomodoro Pachino IGP, curiosità
Le prime coltivazioni del pomodoro di Pachino risalgono al 1925, tuttavia fu solo a partire dagli anni ’70 che conobbe una diffusione e un successo crescenti.
Il successo del Pomodoro Pachino raggiunge il suo culmine nel 2003, anni in cui ottiene la prestigiosa certificazione IGP. Un riconoscimento serio che idealmente gli impone di sottostare a standard di qualità e di denominazione ben precisi.
Non tutti i pomodori che somigliano al pachino sono in realtà veri pomodori pachino. E allora come si fa a riconoscerlo?
Ci sono 5 segnali da tenere in considerazione che possono aiutare in questa impresa, che è molto più semplice di quanto si possa pensare.
Le confezioni devono naturalmente avere la dicitura IGP, ma devono riportare anche:

  1. il logo
  2. il nome dell’imballatore e/o di chi spedisce il prodotto
  3. caratteristiche commerciali come tipologia, categoria e peso del collo
  4. la dicitura che indica che il pomodoro è prodotto in coltura protetta
  5. il simbolo comunitario (CE).
PaesidelGusto
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