Entrano dallo stretto di Gibilterra, a maggio sono in Francia e il primo di giugno si affacciano nel Ponente Ligure. Nel mare delle Cinque Terre il giorno magico delle acciughe è il 29 giugno (San Pietro). E la stagione continua a essere buona fino a metà luglio.
Le acciughe di Monterosso, legate da sempre alla tradizione marinara di questo borgo del Levante ligure, sono oggi inserite tra i presidi dello Slow Food.
Acciughe di Monterosso, caratteristiche e ricette
Della famiglia dei pesci azzurri, l’acciuga ha una forma slanciata della lunghezza massima di 20 cm, con dorso di colore neroazzurro e ventre arrotondato argenteo. Presente nel mare Mediterraneo si nutre di plancton, piccoli crostacei e larve di molluschi.
Grazie a una diversa salinità del mare le acciughe di Monterosso hanno un gusto particolarmente equilibrato: sono saporose ma delicate. Un tempo denominate u pan du ma (il pane del mare) sono fra i pesci più presenti nel ricettario ligure: sotto sale, al verde, ripiene, marinate o semplicemente fritte.
In cucina le acciughe si possono mangiare cotte nel limone, fritte in olio extravergine di oliva o al forno. Sono ottime anche sotto sale.
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Acciughe di Monterosso, storia della pesca
A Monterosso ci sono due piccoli equipaggi con due gozzi a motore che escono in mare la notte, trainando le “lampare” (due gozzetti a remi con le luci). Le acciughe, attirate dalla vista del plancton, che quando è illuminato diventa fosforescente, rimangono intrappolate nelle reti.
Fino a trent’anni fa, a Monterosso la pesca era l’attività principale e ancora negli anni ’80 c’era una grande cooperativa di pescatori, la “Monterossina”. Poi è cominciata la parabola discendente e in poco tempo sono scomparsi quasi tutti i pescatori. Ora sono rimasti circa in quattro, ma le acciughe sotto sale lavorate in un laboratorio di questo piccolo paese delle Cinque Terre sono ancora celebri e potrebbero tornare ad essere una risorsa economica importante e complementare a quella turistica.
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