È l’unico fiordo del Mediterraneo e si trova in Italia: ecco qual è e cosa fare, vedere e mangiare nel borgo sospeso sul canyon della Costiera

Claudia Giammatteo  | 14 Apr 2025

C’è un angolo d’Italia che sembra scolpito tra sogno e realtà, dove la roccia incontra il mare in un abbraccio selvaggio e spettacolare. Un luogo che pare uscito da una fiaba nordica ma profuma di limoni e mare salato, dove il silenzio è rotto solo dal canto dei gabbiani e dal fruscio delle onde che si infrangono su pareti di roccia a strapiombo.

Non siamo in Norvegia, ma nel cuore della Costiera Amalfitana, e qui si cela una gemma nascosta: Furore, il borgo sospeso sul fiordo. Un paesaggio unico, che non somiglia a nessun altro: il Fiordo di Furore, l’unico del Mediterraneo, è un canyon naturale che scende impetuoso fino al mare, incastonato tra scogliere a picco e casette colorate. Un piccolo miracolo geologico, ma anche un concentrato di storia, sapori e tradizioni.

Fiordo di Furore, una meraviglia naturale da scoprire

Il Fiordo di Furore è un luogo che incanta al primo sguardo. Non è un fiordo in senso stretto, come quelli scolpiti dai ghiacci nel Nord Europa, ma una profonda spaccatura nella roccia creata dall’azione millenaria del torrente Schiato che, ancora oggi lo attraversa serpeggiando tra pareti scoscese e vegetazione rigogliosa, ma la sua origine è legata a un’antica leggenda secondo la quale è stato creato dal diavolo, il quale aveva tentato invano di accaparrasi le anime degli abitanti di Fuore

Il ponte sospeso a 30 metri d’altezza che collega le due sponde del fiordo è famoso in tutto il mondo: ogni anno ospita le spettacolari gare di tuffi da grandi altezze. Ma il fiordo non è solo adrenalina: è un invito alla scoperta lenta. Una piccola spiaggia di ciottoli, nascosta e selvaggia, regala momenti di pace assoluta. Le vecchie case dei pescatori, incastonate nella roccia, raccontano una vita fatta di fatica, mare e poesia.

Questo luogo che, non a caso, ha stregato anche registi e artisti – Roberto Rossellini e Anna Magnani vi vissero un amore appassionato proprio tra queste mura.

Tra i punti panoramici più belli, ovviamente quello dal ponte che unisce le due pareti tra un costone e l’altro, fino ai murales che decorano le pareti del borgo. Qui, inoltre, si tiene una gara ti tuffi tra le più famose d’Italia con atleti provenienti da tutto il mondo che si sfidano gettandosi da una pedana a 28 metri d’altezza!

Cosa vedere e cosa mangiare a Furore, il borgo sospeso

Oltre il fiordo, Furore è un borgo che sfida le leggi della gravità: case arrampicate sulle rocce, scale che salgono e scendono come labirinti, muretti a secco e vigneti che sembrano aggrapparsi alla montagna con forza e grazia insieme. È conosciuto anche come il “paese che non c’è”, perché non ha una vera piazza né un centro storico: le sue case sono sparse, abbarbicate su un territorio ripido e verticale.

Passeggiando tra le sue viuzze si incontrano murales e installazioni artistiche che raccontano la storia e l’identità del luogo. Da non perdere la Chiesa di San Giacomo, con il suo campanile maiolicato, e il piccolo ma interessante EcoMuseo del Fiordo, che custodisce la memoria del lavoro e delle tradizioni marinare di Furore.

E poi c’è il gusto. Qui, in mezzo ai limoneti e ai vigneti sospesi sul mare, nasce uno dei vini più sorprendenti della Campania: il “Furore” della Cantina Marisa Cuomo, bianco o rosso, prodotto su terrazze a picco sul blu, con vitigni autoctoni e una viticoltura eroica. Da abbinare a piatti semplici e veraci, come le alici di Cetara marinate, la pasta con colatura di alici, o un piatto di scialatielli ai frutti di mare con vista sul fiordo.

Un luogo magico dove mangiare, solo a cena, è il ristorante stellato Blush Furore dello chef Vincenzo Russo che offre un’esperienza culinaria indimenticabile arricchita dalla magia del tramonto sul Fiordo di Furore.

Claudia Giammatteo
Claudia Giammatteo



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