È l’unico tortello italiano che si cuoce sulla piastra, e quello originale si fa solo in un minuscolo borgo dell’appennino tosco-romagnolo

Marianna Di Pilla  | 01 Ott 2024
Tortello alla lastra

È una ricetta antichissima, che affonda le sue origini nella tradizione contadina e pastorale dell’Appennino tosco-romagnolo. Se pensavi che solo la cucina cinese potesse proporre i celebri ravioli alla piastra, forse non sai che in questa terra di confine tra Toscana ed Emilia-Romagna si fa un tortello alla piastra decisamente unico nel suo genere.

Tortello alla lastra, caratteristiche

 

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Il Tortello alla Lastra® è una preparazione che, seppur molto antica, è ancora oggi molto popolare e simbolo della cucina di alcuni comuni dell’alta valle del Savio e dell’Appennino tosco-romagnolo. Si tratta di una ricetta tanto importante e distintiva che è stata registrata per tutelarla e conservarla.

Il Tortello alla Lastra è una sfoglia di pasta che custodisce un goloso ripieno di patate, zucca e parmigiano. Non sembrerebbe essere dunque molto diverso da tanti altri tortelli d’Italia, solo che questo ha una cottura decisamente insolita.

Il tortello alla lastra non viene cotto in acqua calda ma, come si evince dal nome, viene cotto alla piastra. È proprio questa specifica cottura che rende i tortelli alla lastra croccanti fuori e morbidi dentro, risultando al palato assolutamente irresistibili.

Tortello alla lastra, storia dove si prepara

Tortello alla lastra, Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi
Oggi i tortelli alla lastra si preparano in alcuni comuni delle zone di montagna dell’Appennino tosco-romagnolo, in particolare a Bagno di Romagna, Premilcuore, Santa Sofia, Galeata in provincia di Forlì-Cesena e Corezzo in provincia di Arezzo.

Proprio il tortello alla lastra di Corezzo è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) insieme ai tortelli alla lastra dell’Emilia Romagna. Corezzo non è che un paesino di 70 persone, a due passi da Chiusi della Verna e dal famoso Santuario della Verna, adagiato nel verde del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

La collocazione di questi comuni ha peraltro ampiamente inciso sulla capillare diffusione dei tortelli alla lastra. I comuni delle Foreste Casentinesi si sono infatti sempre trovati in un certo stato di isolamento e hanno sempre avuto a disposizione delle risorse limitate. Queste condizioni hanno influito anche sulla cucina, che in queste zone è una cucina povera e fatta di pochi e semplici ingredienti che, mescolati tra loro, danno però vita a piatti incredibilmente saporiti.

Altrettanto determinante è stata la cultura e l’economia prevalentemente contadina e pastorale di queste aree dell’appennino tosco-romagnolo. I tortelli alla lastra erano un pasto sostanzioso, economico da realizzare perché fatto di ingredienti della terra e facile da trasportare per i contadini che trascorrevano intere giornate di lavoro nei campi e non solo. Costituivano una soluzione ideale anche per i pastori che, specialmente in periodo di transumanza, erano con le greggi lontani da casa anche per lunghi periodi. Anche per loro era facile trasportare la pietra refrattaria (detta anche teglia o ‘tégia’ in romagnolo) che, una volta posta sul fuoco, permetteva di cuocere i tortelli.

Le sagre del tortello alla piastra

Il tortello alla lastra è oggi celebrato con una serie di fiere e sagre locali, la più famosa delle quali è certamente la Festa del Tortello alla Lastra che da oltre 25 anni si svolge a Corezzo a metà agosto. La sua importanza è stata riconosciuta anche dal Senato della Repubblica, che nel 2019 l’ha insignita del marchio “Sagra di Qualità”.

Sempre ad agosto si tiene una sagra dedicata al tortello alla piastra anche a Premilcuore, mentre a settembre è il turno del paese di Santa Sofia.

[foto copertina da account Instagram @prolococorezzo]

Marianna Di Pilla
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