Perla adagiata sulla costa, sospesa tra cielo e mare, è una delle destinazioni più suggestive dove andare per chi sogna una fuga romantica o un viaggio nel bello autentico: Sorrento regala panorami che sembrano dipinti, e ogni angolo profuma di limoni, quelli veri, quelli che poi diventano il celebre Limoncello IGP. Qui, il Mediterraneo mostra la sua faccia più gentile: colori vividi, sapori intensi, una cultura radicata che sa accogliere senza clamore. E la primavera è senza dubbio il momento perfetto per scoprirla: lontano dal caldo torrido dell’estate e con la natura nel pieno del suo risveglio.
Passeggiando per Sorrento sembra quasi di attraversare una cartolina vivente. Tra i primi luoghi da non perdere c’è Piazza Tasso, cuore pulsante della città, sempre animata e perfetta per un caffè sotto il sole. Da qui si può facilmente raggiungere il Vallone dei Mulini, una gola naturale che custodisce i resti suggestivi di antichi mulini avvolti dalla vegetazione. Proseguendo, ci si imbatte nel Duomo di Sorrento, la Cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo, un gioiello del romanico che custodisce opere d’arte e un’atmosfera senza tempo. E poi c’è Marina Grande, il pittoresco borgo marinaro dove le barche colorate dondolano sull’acqua e i ristorantini servono pesce freschissimo. Non può mancare una visita al Museo Correale di Terranova è quasi d’obbligo: dipinti, porcellane e antichi arredi raccontano la storia aristocratica di questo angolo di Campania.
Limoncello di Sorrento IGP, liquore tradizionale campano
Sorrento è anche una festa per il palato. Qui la tradizione culinaria incontra la freschezza dei prodotti locali in piatti che profumano di mare e di terra. Tra le specialità da assaggiare ci sono sicuramente gli gnocchi alla sorrentina, morbidi e avvolti da un sugo di pomodoro e mozzarella filante. Per chi ama i sapori di mare, imperdibili sono il risotto alla pescatora, i totani e patate e, naturalmente, il pescato del giorno servito nei ristorantini sul porto.
Una menzione speciale meritano i dolci: su tutti spicca la delizia al limone, un morbido pan di spagna inzuppato di crema e profumatissimo, una vera coccola per i sensi.
Ma il vero protagonista, qui, è lui: il Limoncello di Sorrento IGP. Nato proprio da queste terre baciate dal sole, viene prodotto solo con limoni di Sorrento, che si distinguono per il profumo intenso e la buccia spessa e brillante. Dopo un pranzo in riva al mare o una cena sotto le stelle, un bicchierino di Limoncello è quasi un rituale.
Il liquore di limone, o limoncello di Sorrento IGP, è un prodotto alcolico tipico della Regione Campania, realizzato secondo un rigido disciplinare volto a tutelare la ricetta originale e i prodotti di zona.
Il limoncello di Sorrento IGP è ottenuto esclusivamente con limoni ascrivibili all’ IGP (Indicazione Geografica Protetta) “Limone di Sorrento” (in corso di registrazione) riferibili all’ecotipo “Ovale di Sorrento – sinonimo : “Limone di Massalubrense” o “Massese”, derivante dal Femminello Ovale, (Citrus limon, (L.), Burm.).
Il prodotto ha le seguenti caratteristiche:
Il territorio interessato alla produzione è quello dei comuni di Vico Equense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri.
I seguenti ingredienti per la produzione della IGP Limoncello di Sorrento permettono di ottenere un litro esatto di limoncello di Sorrento IGP:
È vietata l’addizione di altri ingredienti, e quindi di qualsiasi altra sostanza, anche di provenienza naturale, avente finalità conservanti, coloranti, aromizzanti o coadiuvanti di qualunque tipo.
Il sistema di trasformazione deve essere quello tradizionalmente adottato nella zona ed è definito come di seguito. I frutti utilizzabili, direttamente raccolti dalle piante, devono:
Gli impianti, le condizioni e gli ambienti di lavorazione devono essere idonei dal punto di vista igienico-sanitario e secondo procedure organizzative in grado di prevenire rischi di contaminazione del prodotto da sostanze estranee di qualsiasi natura.
Prima della pelatura, dai limoni dovrà essere eliminata ogni traccia di terriccio, polvere o altre impurità, attraverso il risciacquo con acqua fredda corrente, eventualmente accompagnato da insufflazione d’aria e dall’ausilio di spugne o spazzole; in nessun caso si dovrà ricorrere all’uso di detergenti o saponi di sorta. La pelatura dei limoni può essere effettuata a mano o a macchina.
L’infusione a riposo, salvo leggere agitazioni periodiche della massa, deve avvenire in tal modo: con bucce ottenute come al punto precedente , in soluzione alcolica a temperatura e pressione ambiente, in contenitori chiusi e perfettamente puliti, esclusivamente di acciaio inossidabile, per un tempo non inferiore a 24 ore.
La successiva aggiunta di alcol all’infuso va misurata di volta in volta, con la quantità di acqua in modo da portare il grado alcolico del prodotto agli standard previsti al successivo art. 6 del presente disciplinare.
Sia l’alcol che lo sciroppo zuccherino, devono essere mescolati in contenitori perfettamente puliti, esclusivamente di acciaio inossidabile e la successiva miscelazione deve avvenire per agitazione lenta delle due fasi, a freddo. L’eliminazione delle particelle grossolane in sospensione deve essere ottenuta per mezzo di opportuna filtrazione degli infusi o del liquore finito con cartoncini di cellulosa.
[foto copertina@BAHDANOVICH ALENA/shutterstock/solo per uso editoriale]
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