
A San Vito lo Capo, incastonata tra le rocce e accarezzata dal vento salmastro del Tirreno, sorge una delle tonnare più antiche del Mediterraneo: la Tonnara del Secco. Oggi silenziosa e sospesa nel tempo, questa struttura affacciata su un mare turchese ha rappresentato per secoli il cuore pulsante della vita economica e sociale della costa siciliana.

Risalente almeno al XV secolo, la Tonnara del Secco è un simbolo di un passato in cui la pesca del tonno era un rituale collettivo, un’attività che scandiva il ritmo delle stagioni e delle comunità locali. Il termine “secco” fa riferimento al fondale marino poco profondo e roccioso della zona, particolarmente favorevole all’antica tecnica della mattanza, oggi scomparsa ma ancora viva nella memoria di chi ha vissuto quella stagione. Nonostante la sua inattività — la tonnara è chiusa dagli anni ’60 — la struttura conserva intatto il fascino ruvido e romantico delle architetture marinare tradizionali, con i magazzini, gli alloggi dei tonnaroti e lo scivolo per le barche.

La bellezza senza tempo della Tonnara del Secco ha fatto sì che venisse scelta più volte come set cinematografico e televisivo. Celebre la sua comparsa nella fiction “Il Commissario Montalbano”, dove ha prestato il suo volto alla Sicilia più autentica e poetica. Oggi, il sito è meta di escursioni e visite da parte di viaggiatori che desiderano immergersi in una parte poco conosciuta della storia dell’isola. L’area intorno è perfetta anche per chi ama il trekking e la fotografia: le sfumature del mare, il profilo del Monte Cofano sullo sfondo e la luce cruda del Sud regalano panorami indimenticabili. C’è chi auspica che, come è avvenuto altrove, la Tonnara del Secco possa essere recuperata e valorizzata, magari trasformandola in uno spazio culturale o in un museo del mare. Per ora, rimane un monumento a cielo aperto, che parla di lavoro, fatica e bellezza. Dopo una passeggiata tra le rovine della tonnara, è d’obbligo assaporare le specialità locali di San Vito Lo Capo. Qui il protagonista indiscusso è il cous cous di pesce, piatto simbolo della contaminazione tra culture mediterranee. Da non perdere anche il tonno alla griglia, le busiate al pesto trapanese e i dolci alle mandorle. E per rinfrescarsi, una granita al limone vista mare è sempre una buona idea.
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