Come un gioiello della laguna veneziana, il radicchio di Chioggia IGP sfoggia le sue foglie rosse in una danza di colori che ricorda i tramonti sull’acqua. Questa varietà, della terra veneta si coltiva con dedizione seguendo metodi vecchi ormai di secoli. E trova in Chioggia e dintorni terreno fertile dove nascere, crescere e diventare il gioiello gastronomico del Veneto che tutti conosciamo.
Chioggia è una pittoresca cittadina che ricorda Venezia per i suoi canali, i ponti e le case colorate, ma che mantiene un fascino autentico e una forte identità legata alle sue tradizioni marittime. Conosciuta come la piccola Venezia per la sua innegabile somiglianza con la Serenissima, Chioggia è di sicuro più tranquilla e genuina rispetto alla vicina città lagunare, ma il suo patrimonio storico e culturale non è da meno.
Ma come mai somiglia così tanto a Venezia?
Durante il Medioevo, Chioggia divenne parte della Serenissima Repubblica di Venezia, con cui condivide ancora oggi molte tradizioni culturali e architettoniche.
Radicchio di Chioggia
Il radicchio di Chioggia IGP condivide la sua origine con altre prestigiose varietà regionali come il radicchio di Treviso e quello di Castelfranco. Coltivato in un’area che abbraccia Venezia, Padova e Rovigo si è guadagnato l’Indicazione Geografica Protetta grazie alla sua qualità eccezionale e al legame profondo con il territorio.
Già nel XV secolo, il radicchio rosso, introdotto nel Veneto dai commercianti veneziani, divenne fondamentale nell’alimentazione locale, testimoniato da documenti storici che ne lodano le virtù. Il XIX secolo vide la nascita del ciosoto, un precursore del radicchio Rosso di Chioggia, trasformando questo ortaggio in un simbolo di prestigio.
Curiosamente si pensava che il radicchio portasse fortuna e amore, un’idea cantata nelle canzoni popolari e radicata nelle tradizioni. La svolta avvenne negli anni ’30, quando, da una selezione accurata del seme di “radicchio variegato di Castelfranco”, nacque il “radicchio variegato di Chioggia”, che si evolse nel “radicchio rosso di Chioggia” riconosciuto oggi.
La semina del radicchio di Chioggia avviene tra marzo e agosto, adattandosi ai ritmi naturali della regione per garantire la qualità ottimale. La raccolta, che inizia a giugno e si conclude a marzo dell’anno seguente, segue un processo meticoloso che assicura che solo i cespi più belli e sani raggiungano il consumatore.
L’introduzione della forzatura negli anni ’70 ha permesso la produzione del “rosso Chioggia precoce”, disponibile già in primavera, testimoniando l’innovazione continua che caratterizza la coltivazione di questo radicchio. Questo processo, insieme alla selezione accurata, sottolinea l’impegno dei produttori nel mantenere viva una tradizione agricola di eccellenza, facendo del Radicchio di Chioggia IGP una vera espressione della cultura e del saper fare veneto.
Risotto con radicchio di Chioggia, pancetta e vino rosso
Se non riuscite a trovare il radicchio di Chioggia, ed avete il pollice verde, crescetelo voi.
Il radicchio di Chioggia non si limita a impreziosire il piatto con il suo colore vivace, ma introduce un gusto molto speciale che trasforma le ricette. Dalle insalate fresche alle grigliate aromatiche, questo radicchio fresco, dolce e leggermente amarognolo cambia le carte in tavola sin dal 1761, espressione di un patrimonio culinario che continua a ispirare chef e appassionati di cucina, dando a ogni piatto quel tocco di colore (e di croccantezza) in più che non guasta mai.
Tra le ricette che esaltano al meglio questo prodotto vi è il risotto con radicchio, pancetta e vino rosso, una pietanza che incarna l’essenza della tradizione culinaria del Veneto, arricchendo la tavola con colori e sapori autunnali.
Oltre a questo classico, il radicchio di Chioggia si presta bene per varie cose:
La ricetta del risotto con radicchio, pancetta e vino rosso si distingue per l’armonia dei suoi ingredienti.
Partendo da una base di cipolla dorata in padella, il riso viene tostato per poi essere sfumato con il vino. Il radicchio, aggiunto a metà cottura, mantiene una consistenza ideale che contrasta con la cremosità del risotto, finito con una generosa manciata di Parmigiano Reggiano per un ultimo tocco di gusto.
[foto copertina @Rhombur, Istock.com/solo uso editoriale]
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