Eccellenze d’alta quota: scopriamo cosa si mangia a Bard, in Valle d’Aosta

Francesco Garbo  | 30 Mag 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Bard è un piccolissimo borgo che conta meno di 200 abitanti. Il suo nome sembrerebbe derivare dal celtico bar ovvero roccia, luogo fortificato e non come molti pesano dal francese bar ovvero barbo, il pesce d’acqua dolce sullo stemma dei signori del luogo. La storia di questo borgo si fa risalire al XI secolo quando Ottone di Brad fece costruire un castello sul promontorio che era molto utile per la posizione strategica per poter imporre un pedaggio ai viandanti.

La storia del borgo

Il primo documento che rivela la presenza del castello dei Bard risale al 1034. Solo nel 1242 il castello fu trasformato in fortezza dopo che la rocca fu espugnata da Amedeo IV di Savoia. Nel 1800 il borgo cade nelle mani dei francesi e viene raso al suolo per ordine di Napoleone, per poi essere ricostruito per volere di Carlo Felice nel 1838 come forte anti francese. Questa volta il forte fu costruito con l’obiettivo di resistere ad un lungo assedio, i magazzini del forte erano infatti stati progettati per resistere a tre mesi d’assedio. Nel 1975 il Forte non è più di alcuna utilità per il demanio militare, che lo cede alla Regione Valle d’Aosta.

Bard è perfetto per chi vuole concedersi una piacevole passeggiata che sale curva dopo curva verso la fortezza. Per chi volesse invece allontanarsi ci sono Albard, con alcune abitazioni di origine medievale o Crous con pochissime case in pietra immerse tra i castagni. Per gli amanti della storia antica la strada romana di Donnas, scavata nella roccia. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti, si passa dai boschi di castagni alle foreste di conifere fino alle praterie  d’alta quota ai ghiacciai e alle imponenti pareti di roccia.

Il cibo tipico

Per quanto riguarda invece il cibo tipico, ci sono due ricette che sono immancabili durante ricorrenze e feste: le fiuor di cousse e le e paste ad melia. La prima ricetta e a base di fiori di zucca ripieni e cotti al forno, la seconda invece è la paste di meliga preparate con fatina di mais. Secondo la tradizione questa ricetta fu introdotto dal conte Nicole intorno alla metà del XVIII secolo. Immancabile a Natale invece le bœuf de Noël, ovvero una tazza di brodo bollente con cui ci si riscalda dopo la messa di mezzanotte. Non manca un ottimo vino, un prelibato cru il vino dei rocchi di Bard prodotto in una stretta lingua di terra e su alcuni terrazzamenti sul ciglio della strada romana. Questo vino è un rosso caratterizzato da un colore brillante tendente al granata, dal profumo mandorlato, di vitigno Nebbiolo che può raggiungere i 12 gradi, giustamente famoso già nell’antichità.

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Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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