Ecco qual è il migliore cornetto al mondo secondo il New York Times. Ed è una vera sorpresa

Marianna Di Pilla  | 21 Lug 2024
Cornetto vuoto, il migliore per gli americani

Fragrante e goloso, il cornetto è uno di quei piaceri così grandi al palato che la sua fama è ormai da tempo arrivata ben oltre i confini nazionali.
Protagonista di quella colazione all’italiana che è spesso sinonimo di dolce vita e di risvegli lenti e gustosi, le vicende del cornetto appassionano anche… oltreoceano.

I cornetti oggi, cibo o design?

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Sempre più spesso, nelle cucine delle pasticcerie moderne, i croissant vengono trasformati in oggetti di design, spesso a scapito della loro essenza.

Il New York Times descrive invece come queste creazioni ibride, nonostante possano risultare fotogeniche e attraenti, riscuotendo consenso e successo sui social media, tenderebbero a sacrificare la leggerezza e la friabilità che caratterizzano i croissant e che ne definiscono la qualità eccellente.

Cosa dice il New York Times

Cornetto vuoto
Cornetto vuoto

Il New York Times invoca a pieni polmoni la superiorità della versione tradizionale vuota rispetto alle numerose varianti moderne e visivamente elaborate che hanno invaso il mercato.

Un croissant senza ripieni e senza fronzoli ha la capacità di evocare un’esperienza gustativa pura, e diventa testimone di una certa perfezione artigianale che si sta perdendo nell’era dei lievitati performativi.

La critica ha evidenziato un punto fondamentale: mentre l’estetica può attirare l’attenzione, sono sapore e consistenza che creano un’esperienza memorabile. Il croissant vuoto, con il suo equilibrio tra croccantezza esterna e morbidezza interna, parla a gran voce della maestria del pasticcere.

Un discorso che può tranquillamente essere applicato anche al cornetto, parente stretto del croissant francese. Anche qui, le varianti moderne spesso si allontanano dalle ricette tradizionali. E l’articolo del New York Times vuole essere una vera e propria difesa del croissant vuoto, oltre ad un invito a riflettere sull’evoluzione della pasticceria e sul ruolo che tradizione e innovazione vi giocano. In un continuo dialogo tra passato e futuro.

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla



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