Emergenza in Emilia Romagna: chef da 9 regioni per aiutare la popolazione in difficoltà

Francesco Garbo  | 22 Mag 2023  | Tempo di lettura: 2 minuti

La Federazione Italiana Cuochi, tramite il Dipartimento solidarietà emergenze FIC , Attivato dal Dipartimento di Protezione Civile , è sceso in campo per aiutare le persone sfollate a causa dell’alluvione. La prima squadra in partenza è stata quella dei cuochi volontari del Veneto, attivati dalla protezione civile di Verona in questo caso con destinazione Riolo terme, mentre una seconda squadra formata da 10 Cuochi provenienti da Emilia Romagna, Alto Adige e Toscana è stata attivata dal DPC per Imola. Cuochi volontari da tutt’Italia si sono rimboccarti le maniche per somministrare da subito pasti caldi di qualità.

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Un gioco di squadra

Abbiamo dato al dipartimento della Protezione Civile la disponibilità di cuochi volontari provenienti da nove regioni italiane e pronti alla partenza immediata per l’Emilia Romagna – ha spiegato Roberto Rosati, presidente del DSEFIC nella giornata di sabato è stata attivata la nostra squadra del Veneto, guidata da Stefano Zanatta e Giuseppe Battistini, che è partita con la colonna mobile regionale di protezione civile di Verona alla volta di Riolo Terme. A loro, come ai colleghi che operano da questa mattina ad Imola va tutto il nostro supporto e quello delle aziende partner della Federcuochi, che si sono rese immediatamente disponibili per donarci le derrate alimentari necessarie per preparare pasti caldi alle migliaia di sfollati provenienti dalle zone colpite dal disastro. In campo anche un team specializzato per le intolleranze ed allergie alimentari guidato da Rossanina Del Santo perché anche in situazioni emergenziali l’attenzione alla salute è sempre la nostra priorità”.

Molti i pasti che si riescono a realizzare grazie agli Chef volontari, fino a mille al giorno tra colazione, pranzo e cena.“Le cucine messe a disposizione, oltre alla nostra che può supportare fino a mille pasti a servizio ed è dotata di doppi bollitori e doppio pentolame oltre che doppi forni, vengono messe a disposizione – continua Rosati – dal Dipartimento di Protezione Civile o da altre associazioni nazionali, e possono essere a gas o a induzione. A seconda del luogo in cui si va a operare, si possono produrre da 100 a 1.000 pasti per ogni servizio, quindi sino a 3.000 pasti al giorno in ogni unità operativa se consideriamo colazione, pranzo e cena. Nei nostri team sono operativi otto cuochi professionisti e circa 12 volontari di supporto. Mentre le materie prime di qualità ci vengono donate dalle associazioni partner della Federazione Italiana Cuochi (Fic) che può peraltro contare su una serie di importanti aziende nazionali e internazionali che forniscono dalla pasta alla carne, dal pesce alle verdure”.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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