Tutte le feste si porta via, recita un antico proverbio. Il 6 gennaio, il giorno dell’Epifania, che ricorda la visita dei Re Magi a Gesù Bambino, conclude il ciclo delle festività, esattamente dodici giorni dopo il Natale. È una festa ricca di simboli e tradizioni, anche gastronomiche. Ecco quindi, cosa si porta in tavola per l’Epifania, dal nord al sud della penisola.
Paste ripiene e al forno sono molto diffuse nei menu tradizionali del 6 gennaio. In Liguria, per esempio, si prepara una lasagna bianca (gianca, in genovese), senza, o con pochissime uova, condita con pesto di basilico e sugo di carne. Un altro piatto tradizionale della festa della Befana in Liguria è il cappon magro, che nulla ha a che vedere con il cappone vero e proprio e nasce come pasto dei marinai, quando trascorrevano molto tempo in mare, lontani da casa. Si tratta, infatti, di un piatto a base di ortaggi lessti e gallette (un pane secco tipico genovese) bagnate nell’aceto, condite con un’abbondante salsa a base di prezzemolo, acciughe e tuorlo d’uovo. A Milano, al contrario, la tradizione vuole che per l’Epifania si serva il vero cappone, farcito con un ottimo ripieno a base di carne, salsiccia e pane, e cotto in forno.
O bror ‘e purpo si consuma per le strade di Napoli la notte del 6 gennaio
Tra le molte ricette festive della tradizione napoletana, due sono particolarmente legate al giorno della Befana. La prima è o bror ‘e purpo, letteralmente brodo di polpo. Street food per eccellenza, si usa consumarlo in strada la notte dell’Epifania. La seconda è l’insalata di rinforzo. Tradizione vuole che questo sostanzioso contorno duri da Natale al 6 febbraio e la base di cavolfiore bollito venga contiunamente arricchita di altri ingredienti, come cetriolini, cipolline, giardiniera, peperoni sottaceto o acciughe.
Tantissime le varietà di dolcetti che si mettono in tavola il giorno dell’Epifania: a Siena troviamo i cavallucci (biscotti morbidi e speziati), a Lucca i befanini (frollini profumati al rum e agrumi), in Liguria gli anicini, profumati, come dice il nome, all’anice.
In Piemonte è famosa la fugassa, un dolce lievitato ricco di canditi e uvetta, dalla caratteristica forma che ricorda un fiore, o un sole. In Veneto si mangia invece la pinsa dea Marantega (befana, ndr), dolce a base di farina di mais e frutta secca. A Napoli, infine, la tradizione vuole che il 6 gennaio si prepari la prima pastiera dell’anno.
Le cartellate sono dolci fritti che si preparano tradizionalmente nel barese in occasione dell’ Epifania
Soprattutto al Sud, sono moltissime le ricette di dolci fritti che si preparano il 6 gennaio. I più famosi sono probabilmente le pettole pugliesi, bocconcini di pasta lievitata fritti in olio bollente, da servire con zucchero o miele (in versione salata, ripiena e non, sono anche un appetitoso antipasto). Restando in Puglia, troviamo i porcedduzzi salentini, gnocchetti profumati al limoncello, fritti e ricoperti di miele e codette colorate, che ricordano numerosi altri dolci del sud, come gli struffoli napoletani, tipici di tutto il periodo natalizio, ma anche del Carnevale. Nel barese, poi, il 6 gennaio si preparano le cartellate: un impasto di farina, olio e vino bianco, tirato in strisce sottili, arrotolate su se stesse a dare la caratteristica forma. Una volta fritte, le cartellate sono inzuppate nel vin cotto, immediatamente prima di essere servite.
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