Fagiolo “Dal Santisim”, Da l’Aquile, Tricolore di Cavazzo

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Antico fagiolo non molto produttivo, caratterizzato da semi portanti una caratteristica macchia in corrispondenza dell’ilo, presenta ottime caratteristiche nutrizionali e di utilizzazione, rendendosi valido sia per la produzione di granella fresca che secca.

 

Territorio interessato alla produzione: Le vallate della Carnia in provincia di Udine; in particolare la Valle del But e più precisamente i Comuni di Arta Terme, Tolmezzo e Cavazzo Carnico.

 

Cenni storici e curiosità

Nel 1871 nel volumetto di Angelo Arboit “Memorie della Carnia” (Ristampa anastatica di Arnaldo Forni Editore), al capitolo “XXXX. A Socchieve” sono citate come pregiate le produzioni di fagiolo della Carnia: “la Carnia dà delle noci e dei fagiuoli meritatamente famosi: onde accade spesso che si vendano pressocchè il doppio di quelli di altri paesi. Noto queste specialità affinchè, conoscendole, a un bisogno possano le mie lettrici farne scorta”. Nel 1924/25 Gortani nella “Guida della Carnia e del Canal del Ferro” riporta una produzione per l’intera Carnia di 6541 quintali di fagiolo, che costituiva la terza coltura per importanza dopo granoturco e patata. I fagioli erano seguiti, ma a grande distanza, da frumento, orzo, segale, avena, grano saraceno, quindi rape, cavoli, cappucci, verze, piselli, zucche.
In assenza di fonti scritte riferite specificatamente ai fagioli “Dal Santisim”, sono state raccolte testimonianze da quattro persone di sesso femminile, nate tra il 1917 ed il 1930 e residenti a Piano d’Arta. Da esse si evince che questoi fagiolo era coltivato in comune di Arta Terme da prima della seconda guerra mondiale, per essere quasi completamente sostituito da diversi tipi di borlotto nel dopoguerra.

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