Fascino tedesco, ma sapori tutti italiani: ecco cosa mangiare in questa città dell’Alta Italia

Francesco Garbo  | 24 Ago 2023

Bolzano, Bozen in tedesco, Balsan o Bulsan in Ladino e infine Pouzen in dialetto sudtirolese è un comune italiano che conta più di 105960 abitanti ed è il capoluogo dell’omonima provincia autonoma in TrentinoAlto Adige. “È opulenta, moderna. Ma la sua bellezza è gotica: le lunghe vie fiancheggiate di portici, abbellite non tanto da questa o quella costruzione, quanto dal movimento degli angoli e delle sporgenze, che crea fondali di teatro, giochi di luce.” Non ci sono parole migliori di quelle usate dallo scrittore italiano Guido Piovene per descrivere questi luoghi.

1 Bolzano, la città bilingue

Qui la lingua parlata non è solo l’italiano ma c’è anche il tedesco e la lingua ladina come è evidente anche dai cartelli stradali in doppia lingua e dai menu dei ristoranti con i piatti in lingua tedesca. L’origine del nome non è del tutto chiara ma le ipotesi più accreditate sono due, una è quella che indica il territorio di Bolzano come un’antico possedimento di un tale Bautius da cui poi con il passare del tempo Bauzanum, la seconda ipotesi invece farebbe derivare il nome da Castellum Balteanum ossia accampamento in terreno paludoso.

Anche nella cucina si ritrova il risultato di questa commistione di culture, è una cucina ricca e gustosa con prodotti davvero unici come ad esempio lo Speck che unisce il sapore del prosciutto al profumo di affumicato davvero irresistibile. Prodotto che ha ottenuto il marchio IGP si produce partendo dalla coscia di suino disossata, salata e aromatizzata con rosmarino, ginepro, alloro sale e pepe per essere poi affumicata. Qui lo speck si mangia a qualsiasi ora, dalla colazione alla merenda magari per arricchire un panino da portare con se in escursione in montagna, ma anche accompagnato da formaggi per un’aperitivo completo.

2 I primi piatti

Come non nominare i canederli, qui chiamati Knödel, probabilmente il piatto più rappresentativo della cucina altoadesina. In realtà è una ricetta che ha origini povere, la base del piatto infatti è costituita da pane raffermo che viene impreziosito da uova, speck e cipolla anche se ogni famiglia ha la sua ricetta che custodisce gelosamente. Il segreto infatti è ottenere un impasto che sia compatto ma che non sia ne troppo morbido ne troppo duro, qui subentra l’esperienza di chi i canederli li cucina da sempre. Infiniti sono i modi di servirli, in brodo o conditi con burro, come primo piatto o come piatto unico ma anche con ricotta affumicata o salsa di pomodoro o insieme al gulash o altri tagli di carne.

Simili agli gnocchi ma con l’aggiunta di spinaci sono gli Spatzle, piccoli gnocchi conditi con panna e ancora una volta l’immancabile speck, anche se ne esistono molteplici versioni come gli spatzle semplici con uova e farina e conditi semplicemente con burro fuso. Da provare anche gli Schlutzkrapfen, conosciuti anche con il nome italiano ravioli tirolesi, in sostanza sono dei ravioli a forma di mezzaluna farciti con ricotta e spinaci. la particolarità di questa ricetta sta nelle farine usate nell’impasto, non solo la classica 00 ma anche la farina di segale che conferisce un sapore più deciso all’impasto.

3 I secondi

Passiamo ora ai secondi, tutti ricchi di sapore e profumi come lo stinco affumicato servito con crauti e patate, un piatto molto ricco e appartenente al periodo invernale. Lo stinco di maiale viene affumicato e cotto fino a farlo diventare morbidissimo. Abbinamento molto particolare è quello che vede il capriolo con i mirtilli, la carne dal sapore deciso è perfetta con il sapore dolciastro della confettura di mirtilli.

4 I dolci

Per finire con i dolci non si può non assaggiare il krapfen, pasta lievitata sofficissima fritta e farcita con creme, marmellate o cioccolato, ottime come colazione nutriente o come dolce a fine pasto. Nascono come dolce tipico di carnevale ma si trovano ormai in tutto l’anno. Ottime anche le strauben, delle frittelle a forma di chiocciola caratterizzate dal gusto di grappa, inserita nell’impasto. Il nome deriva dalla loro forma, Straub vuol dire infatti tortuoso. Chiudiamo poi con un’altro dolce famosissimo, lo strudel. uno scrigno di pasta sottile raccoglie al suo interno mele, renette secondo la tradizione, uvetta, pinoli, rum e la profumatissima cannella.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.




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