Federico Fusca, dai ristoranti ai social alla ricerca di sapori autentici

Francesco Garbo  | 04 Mar 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti

Toscano 100%, 1 milione di follower su Instagram e tantissime ricette appetitose, parliamo di Federico Fusca uno chef al Tòppe, come dice lui stesso. Ho deciso di chiamare Federico per farmi raccontare la sua storia, di come da chef nelle cucine sia diventato lo chef dei social e sopratutto per chiedergli una ricetta, una delle più tipiche della toscana: le pappardelle al ragù di cinghiale.

Lo chef dei social

Per chi non lo avesse mai visto sui social, sicuramente lo ha visto in televisione insieme ad Antonella Clerici a “È sempre mezzogiorno” con le sue ricette toscane, genuine e saporitissime. Ma scopriamo la storia di Federico, la passione per la cucina e la decisone di portare le sue ricette sui social.

Dicci il segreto per una cucina al “Tòppe”

Sicuramente il modo di comunicare è fondamentale, quello che ho messo nelle mie ricette è la genuinità, quello che rappresenta me stesso e anche il mio slogan: “Al Tòppe” un’amplificazione del toscano. Per noi toscani al Tòppe è un modo di dire per esprimere qualcosa di ottimo, per una ricetta superlativa. Ma comunque il vero segreto sono i piatti della tradizione, sviluppati in maniera semplice.”

La tua ricetta Toscana preferita?

“Ce ne sono tante, un piatto che mi rappresenta è la vecchia lasagna al ragù, quella che  faceva la nonna e la mamma con ingredienti che ci rappresentano, una lasagna classica ma arricchita con salsiccia o pancetta.”

Raccontaci di te e del tuo viaggio nel mondo della cucina

“Ho iniziato il mio percorso con l’istituto alberghiero ma all’eta di 13 anni  ho iniziato a lavorare mentre facevo la scuola, sia per mantenermi e sia per cercare di soddisfare quello che volevo fare senza chiedere niente alla famiglia. La mia gavetta tra forni e patate da pelare è arrivata fino ai 18/19 anni quando ho iniziato a lavorare negli alberghi di Prato e Firenze tra 4 e 5 stelle lusso scalando piano piano i ruoli in cucina, da capo partita fino a fare lo chef, a 30 anni gestivo un bistrot come chef.”

Poi è arrivato il lockdown e tutto è cambiato

Mi sono trovato a casa durante la pandemia, con una bambina di un anno, non riuscivo a rimanere inattivo, così ho pensato di reinventarmi sui social. Sono partito da 5 mila follower fino a costruire un mio personaggio e un mio pubblico, è stata una rinascita sotto il punto di vista lavorativo. Mi piace il mondo dei social, in cucina mi sentivo un po’ come un animale in gabbia. Quindi da un passatempo durante il periodo del Covid è diventato il mio vero lavoro, ho lasciato le cucine e mi sono dedicato a pieno a questo nuovo mestiere.”

Lo chef dei social è sono uno dei talent delle “scuderie” di Capital Innova. Ma tornando alla cucina toscana e alla ricetta che vi abbiamo promesso, ora tocca a voi, prendete carta e penna e scrivete questa lista della spesa perché si prepara una ricetta davvero al Tòppe.

Pappardelle al ragù di cinghiale

Ingredienti

  • Pappardelle 800
  • Polpa di cinghiale 1,5 kg
  • Coste di sedano 2
  • Carote 2
  • Cipolla 1
  • Olio evo qb
  • Vino rosso una bottiglia
  • Pepe in grani 20 gr
  • Bacche di ginepro 15 gr
  • Salvia, rosmarino e allor q.b.
  • Passata di pomodoro 350 gr
  • Sale e pepe q.b.
  • Pecorino toscano 80 gr

Procedimento

  1. Come primo passaggio bisogna marinare la carne di cinghiale con odori e vino rosso almeno una notte
  2. Poi si prepara il fondo di cottura con sedano, carota e cipolla e si fa ben rosolare.
  3. Una volta scolato il cinghiale, unitelo al soffritto e fate rosolare per bene per 10 minuti poi sfumate con il vino rosso filtrato.
  4. Il ragù deve bollire per almeno tre ore, fin quando la carne si sfalda. Ora battetela a coltello finemente e rimettete nella padella con il sugo.
  5. Non resta che mantecare bene con la pasta e finire il piatto con una generosa quantità di pecorino.
Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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