La finocchiona toscana è il salume tipico fiorentino, una eccellenza conosciuta e apprezzata in tutta la regione.
Questo insaccato morbido, spesso conosciuto anche come sbriciolona mette tutti d’accordo a tavola grazie al suo sapore deciso e inconfondibile.
Assaporare la finocchiona significa fare un viaggio sensoriale nella Toscana più autentica, quella verace delle tradizionali contadine rurali.
È solo dalla ricetta originale delle aziende consorziate, e dalla combinazione delle migliori selezioni di carni di genealogia italiana certificata, che nasce la Finocchiona IGP, un salume tra i più imitati, ma che non ha eguali nel mondo.
Ogni antipasto e aperitivo che si rispetti in Toscana deve comprendere la Finocchiona, deliziosa se adagiata su una fetta di pane fresco, sulla pizza, sulla crescia, ma anche da assaporare semplicemente con un bicchiere di buon vino rosso.
La finocchiona esisteva già nel Medioevo e ai tempi di Macchiavelli e dei Medici.
L’idea di mischiare i semi di finocchio alla carne nasce in tempi antichi per sostituire il più raro e costoso pepe. Dal canto suo, il finocchio, di sapore intenso, è adatto a nascondere l’eventuale deterioramento della carne.
Una curiosità che riguarda un’antica usanza toscana: alla fine del XIX secolo, i nobili fiorentini compravano il vino dai contadini.
Questi, molto ospitali, accoglievano i potenziali clienti offrendo loro un bicchiere di vino (quello in vendita), pane e finocchiona. In questo modo la percezione del palato veniva alterata dalle spezie; i nobili, a quel punto, avrebbero valutato anche un mediocre vino buono e privo di difetti, acquistandolo.
La finocchiona è un salume morbido, che viene preparato utilizzando la carne magra e grassa del ventre del suino: questa viene tritata a grana media e poi salata e aromatizzata con i semi del finocchio, il pepe, l’aglio e il vino rosso.
Uno dei segreti della preparazione sta nel dosare bene l’aglio, perché il suo odore non deve essere percepito dal naso e dal palato; l’altro segreto riguarda i semi di finocchio, che devono essere scelti in modo accurato: la ricetta originale prevede di utilizzare quelli della pianta selvatica che cresce spontaneamente nei prati, preferendo quelli della seconda fioritura. La stagionatura della finocchiona non dura a lungo, per far sì che il salume rimanga morbido, tanto che viene chiamato anche “sbriciolona”, perché si scioglie delicatamente in bocca.
Le carni scelte per la finocchiona IGP devono essere certificate, quindi fresche e rigorosamente di origine italiana. Il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) è infatti sinonimo di qualità, sicurezza e genuinità, quella tipica dei prodotti della Toscana.
Sul mercato è possibile trovare la finocchiona in tante diverse varietà: intera, a tranci, in vaschetta e già affettata, l’importante è che riporti la dicitura “Finocchiona IGP” con caratteri chiari e indelebili. Diffidate dalle imitazioni.
Valori nutrizionali riferiti a 100 grammi di prodotto
Calorie | 356 |
Grassi Totali | 30 g |
Di cui saturi | 0 g |
Colesterolo | 0 g |
Sodio | 0 g |
Potassio | 0 g |
Carboidrati totali | 0 g |
Zuccheri | 0 g |
Proteine | 21 g |
In provincia di Firenze, a Vaglia, si svolge ogni anno, la prima domenica di ottobre, questo evento che celebra il tipico insaccato toscano. Un’occasione unica per degustarlo e divertirsi con animazione, balli e giochi popolari.
La finocchiona è un alimento adatto ad essere gustato in ogni momento della giornata: ottimo per arricchire aperitivi, merende e ovviamente pranzi e cene, ma nei tempi antichi veniva assaporata anche a colazione.
Per esaltare il suo gusto inconfondibile è ideale abbinare la finocchiona con il pecorino fresco toscano, con delle fette di pane o con un buon pezzo di schiacciata.
La pasta sfoglia viene farcita con le uova sode, il pecorino, l’insalata e le fette di finocchiona IGP, per uno spuntino davvero gustoso.
Un primo piatto davvero ricco: la finocchiona deve essere tagliata a pezzettini, le zucchine fatte a dadini per poi aggiungere il riso tostato e la polvere di curcuma. Ultimare la cottura del riso, dopo averlo sfumato col vino bianco, aggiungendo poco alla volta il brodo vegetale. Servire questo piatto caldo, aggiungendo del parmigiano reggiano grattugiato, il pepe, e il prezzemolo tritato. Una vera delizia per il palato.
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