Frascati, non solo vino: la pupazza frascatana è l’insolito dolce tipico dei Castelli Romani

Stefano Maria Meconi  | 02 Mar 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

L’Italia è come una madre dolce e accogliente, che nutre i suoi figli con la dolcezza di piatti tradizionali e di specialità preparate con amore. Un vero simbolo di prosperità, esattamente come la pupazza frascatana, specialità tipica che si prepara ormai da tempo immemore nella città di Frascati, una delle più belle località dei Castelli Romani. Siamo alle porte della Capitale, circondati dalle magnifiche Ville Tuscolane, in un contesto di enogastronomia di qualità, di clima mite durante tutto l’arco dell’anno e di specialità che hanno una storia unica da raccontare.

Tre seni per una tripla prosperità


Tipical biscuit of Frascati (Lazio) with three breast (two for milk and one for wine)

Farina, olio EVO, aroma di arancio e miele. La pupazza frascatana PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Regione Lazio) è l’epitome della bontà e della semplicità che ci derivano da una storia contadina, quella di Frascati, da sempre vocata alla produzione del vino e alla coltivazione delle campagne. Proprio in quelle campagne lavoravano uomini e donne che, dovendo lasciare i pargoli a casa, si affidavano a una mammana, ovvero una balia. Questa, però, aveva una marcia in più per tenere buoni i bambini: un terzo seno dal quale però non fuoriusciva latte, bensì vino! Proprio quel Frascati IGP, DOC e DOCG che oggi è ricercatissimo in tutto il mondo.

Non un’allusione sessuale quindi, ma un simbolo di prosperità che ha una valenza sociologica e che, idealmente, richiama i simboli dell’arte preistorica come la Venere di Willendorf, la cui figura con il seno preponderante e una evidente steatopigia sono considerate dagli storici un richiamo alle positive doti femminili.

La scelta degli ingredienti giusti

miele sardegna cardo bianco

Insieme a farina, olio e distillato d’arancio, il miele è uno dei soli 4 ingredienti della pupazza frascatana

Quattro ingredienti, li abbiamo citati prima, ma che vanno scelti con la dovuta cura: si parte dalla farina di tipo 00 (forza media, intorno ai W270, similmente agli impasti della pista); va poi aggiunto l’olio extravergine d’oliva, di origine locale ma che, vista la scarsità degli uliveti nei Castelli Romani, può fare ricorso anche al ben noto olio EVO della Tuscia viterbese. Per il distillato d’arancio, che è alcolico, si ricorre a produttori esperti, esattamente come gli stessi che raccolgono il miele millefiori dell’Agro pontino, adatto per la realizzazione di dolci in quanto dal gusto estremamente versatile.

Dove acquistare la pupazza frascatana

Luoghi che raccolgono le testimonianze della storia di Frascati, non solo la pupazza frascatana ma tante delle prelibatezze che escono dai forni locali. Questo tipico dolce locale, e tante altre specialità, possono essere comprate presso:

  • Il Fornaretto di Amadei (Piazza del Mercato, 24): fondato nel 1876 da Agostino Amadei, è giunto oggi alla quarta generazione ed è gestito da Giampiero Amedei, figlio di quell’Amedeo Amedei che fu calciatore nella AS Roma. Nel forno si possono scoprire tante prelibatezze oltre alla pupazza, come la pizza in crosta di patate ripiena di Porchetta di Ariccia IGP
  • Forno Ceralli (Piazza Bambocci, 15): inaugurato nel 1920, è uno dei nomi tradizionali della panificazione frascatana. Tantissime le specialità che vengono proposte, tutte rigorosamente cotte con le fascine di legno provenienti dai vicini PRatoni del Vivaro. Farina macinata a pietra, pasta madre e tantissimi dolci come i tozzetti alle nocciole o gli schizzi al cioccolato.
Stefano Maria Meconi
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