Per la pasta:
Farina di grano duro kg. 1,
lievito di birra gr. 30,
sale un pizzico,
mezzo bicchiere di acqua tiepida.
Per il condimento:
Pomodoro maturo kg. 1,
aglio 3 o 4 spicchi,
sarde salate gr. 100,
pecorino grattugiato gr. 100,
origano,
olio, sale, pepe.
Sciogliete il lievito in una scodellina con un pizzico di sale e l’acqua tiepida. Incorporatelo alla farina che avrete versato sul tavolo di marmo, e lavorate bene, aggiungendo se necessario qualche sorso di acqua tiepida. La pasta dovrà essere morbida ed elastica.
Appena pronta, datele la forma di una palla, infarinatela e avvolgetela in un tovagliolo mettendola da parte a lievitare per circa un’ora. Dividete a questo punto la pasta lievitata in tanti pezzi spianatela grossolanamente con le mani, in dischi rotondi dello spessore di circa un centimetro e di diametro di cm. 10.
Condite col pomodoro crudo spellato e fatto a pezzi, l’aglio tagliuzzato, le sarde ben pulite e diliscate, il pecorino e l’origano. A questo punto infornate le fuate per pochi minuti nel forno di pietra di campagna, caldissimo. Appena tolte dal forno versate su ciascuna un filino d’olio e fatele combaciare l’una contro l’altra, lasciando all’interno il condimento.
Col forno cittadino il risultato della pietanza rischia di non essere lo stesso. Potrete comunque mangiare le fuate subito, come se fossero delle semplici pizze.
Le Fuate sono la variante locale, diffusa soprattutto a Caltanissetta e a Pietraperzia, delle pizze o focacce a pasta di pane lievitata e infornata, che si trovano in tutta la Sicilia con i nomi più diversi (scacciate a Catania, rianate nel trapanese, sfinciuni palermitano, ecc. ecc.).
In alcune fonti si fa dipendere il nome dall’uso di fiori che localmente prenderebbero il nome di fuate, ma non ci risulta nè l’uso di fiori per questa ricetta, nè fiori localmente chiamati con questo nome.
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