Scapece molisana

Territorio interessato alla produzione: Litorale Molisano, con qualche variante nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ costituita da vari tipi di pesce (pesce azzurro, merluzzi, razza, ecc.) a cui si ci aggiunge farina, acqua, spezie, sale e aceto.

Cenni storici e curiositàIn origine era un metodo di conservazione del pesce usato dai pescatori per recuperare l’invenduto, quando le tecniche di conservazione a freddo non erano conosciute. Ottimo da consumare dopo alcuni giorni dalla preparazione.

Scamorza molisana

Area di produzione: Intero territorio regionale, pregiate quelle fatte nell’Alto Molise.

Caratteristiche del prodotto: Peso Kg 0,150-2,00, forma di pera, crosta fornata da una pellicola, morbida e liscia, di colore giallo paglierino, pasta compatta con presenza di latticello, sapore dolce.

Metodiche di lavorazione: La scamorza molisana è un latticino fresco a pasta filata. È prodotta con il latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale; al latte ci si aggiunge caglio e sale da cucina. Nei periodo particolarmente caldi il latte viene termizzato. Il latte, aggiunto di siero-innesto naturale, è coagulato alla temperatura di 32-36°C usando caglio in pasta di vitello o capretto. Quando la cagliata ha raggiunto la consistenza ottimale, si procede alla rottura della stessa fino a che i grumi abbiano raggiunto le dimensioni del chicco di mais. Depositata la cagliata sul fondo della caldaia, si estrae parte del siero che viene riscaldato a 65 °C e versato di nuovo sulla cagliata stessa, che subisce una parziale cottura. La pasta rimane immersa nel siero fino a maturazione ottimale, quando è nelle condizioni di essere filata viene fatta sgrondare e tagliata a fette. Dopo la filatura in acqua bollente vengono staccati dei pezzi di pasta e modellati a forma di pera con testina. Le forme così plasmate vengono immerse prima in acqua di raffreddamento e poi in salamoia per circa 20 minuti. Le forme, legate a coppia, si lasciano asciugare per qualche ora e poi si lasciano appassire per due tre giorni. La stessa pasta può essere plasmata in altra forma come a treccia o a nodino. La scamorza molisana è prodotta in tutti i periodi dell’anno. Particolarmente apprezzata quella prodotta nei mesi primaverili, quando le bovine pascolano sui prati giovani.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: Caldaia di rame, utensili di legno, mastelli di legno e tavolo di legno.

Aspetti igienico-sanitari: La scamorza molisana è prodotta a partire da latte crudo ottenuto da bovine, indenni da Brucellosi e Tubercolosi, che vivono sui salubri pascoli dell’Alto Molise. La conformità del latte crudo ai requisiti di legge rappresenta un’ulteriore garanzia, così pure il trattamento termico di risanamento a cui il latte viene sottoposto quando le condizioni ambientali possono favorire l’elevazione della contaminazione
microbica. In quest’ultimo caso, siccome è di fondamentale importanza il ruolo della flora nativa, questa viene reintegrata da una maggiore quantità di siero-innesto che, in virtù del processo di acidificazione, consente di selezionare una flora lattica positiva. Pur utilizzando materiali tradizionali, quali il legno, l’osservanza delle norme di buona prassi igienica e/o di precisi piani di autocontrollo, consentono di contenere adeguatamente le contaminazioni di processo. Sostanzialmente la sca-morza molisana è fatta “con la pasta di caciocavallo”, per cui è prevista una fase di semicottura in siero a 65° C. Inoltre, l’acidificazione della cagliata e soprattutto il processo di filatura in acqua ad alta temperatura (90° C) che permette di raggiungere circa 64-65° C al cuore della pasta, consentono un ulteriore abbattimento della flora microbica contaminante. Così pure, il periodo di asciugatura, in locali freschi e aerati, anche se breve, consente una buona stabilizzazione del prodotto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
– La Cucina Italiana – luglio 1960 – p. 709 – Giro gastronomico in Abruzzo-Molise.
– Atlante dei prodotti tipici: I formaggi IN SOR pagina 430.
– Progetto strategico I prodotti casea-ri del mezzogiorno C.N .R. 1992

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Fior di Latte

Materia prima: latte vaccino, da razze: popolazioni miste con prevalenza della Bruna. Alimentazione: pascolo estensivo naturale integrato da mangimi.

Tecnologia di lavorazione: la stessa del caciocavallo fino alla maturazione della cagliata, dove la temperatura del siero è più bassa. La temperatura dell’acqua per la filatura è più alta, così come maggiore è la quantità di acqua incorporata. Questo spiega perché il fior di latte, pur essendo sempre una pasta filata, è più bianco di scamorze e di caciocavalli. Il tempo di posa in salamoia è inversamente proporzionale alla concentrazione salina. Il fior di latte viene confezionato in buste di pergamena plastificata.

Stagionatura: non si effettua.

Caratteristiche del prodotto: peso: Kg 0,100-0,250; forma: sferoide; di colore bianco sporco; pasta compatta ricca di latticello incamiciato nei buchi; sapore: dolce acidulo.

Area di produzione: in tutto il Molise; le migliori si segnalano nella zona di Boiano.

Calendario di produzione: tutto l’anno; le migliori sono quelle prodotte in primavera-estate.

Burrino (Manteca)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comprensori del Matese, di Frosolone (IS), Campobasso, S. Elia a Pianisi (CB).

Caratteristiche del prodottoFormaggio semi-duro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte vaccino, ottenuto da animali la cui alimentazione è prevalentemente costituita dalla pabulazione nei pascoli della Regione Molise e da foraggi verdi o affienati, con eventuale integrazione di concentrati aziendali.Le materie prime sono: latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale, caglio, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone; di Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975;
Berengario Amorosa – Ed. Pasquale Vignola – 1924, pagina 76.

Caciocavallo

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comprensori del Matese, di Frosolone (IS), Campobasso, S. Elia a Pianisi (CB).

Caratteristiche del prodottoFormaggio semi-duro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte vaccino, ottenuto da animali la cui alimentazione è prevalentemente costituita dalla pabulazione nei pascoli della Regione Molise e da foraggi verdi o affienati, con eventuale integrazione di concentrati aziendali.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone; di Susy Carrino, Giampiero Castellotti,Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975;
Berengario Amorosa – Ed. Pasquale Vignola – 1924, pagina 76.

Mozzarella di Vacca

Area di produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodotto: Peso Kg 0,200-500, forma sferica, di colore bianco porcellana, superficie liscia e lucente, paste consistente ricca di sierosità dal profumo di fermenti lattici.

Metodiche di lavorazione: La mozzarella di vacca è un latticino fresco a pasta filata. È prodotta con il latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale, caglio, sale da cucina. Nei periodo particolarmente caldi il latte viene termizzato. Il latte viene messo in caldaia di rame stagnato e si porta alla temperatura di circa 32 – 36° C. Si aggiunge siero innesto e caglio (di vitello); coagula in circa 40 minuti; dopo la rottura della cagliata (che può essere con un taglio a scacchiera o minutamente frantumata), si procede alla prima estrazione parziale del siero, dopo una pausa si frantuma ancora più finemente la cagliata, lasciandola poi maturare sotto siero caldo a 45-50° C per qualche ora. La pasta viene poi fatta sgrondare dal siero, tagliata a fette, filata in acqua a circa 90° C e confezionata in grossi pezzi. La salatura si effettua in salamoia per tempi variabili dalle 12 alle 20 ore. Matura in 20 giorni circa, in ambiente fresco e aerato dove le forme vengono appese, legate a coppia, ad asciugare. La mozzarella di vacca è prodotta pressoché in tutti i periodi dell’anno. Particolarmente apprezzata quella prodotta nei mesi primaverili quando le bovine pascolano sui prati di montagna.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Caldaia in rame stagnato, mastello di legno, tavolo in legno o in acciaio.

Aspetti igienico-sanitari: La mozzarella di vacca è prodotta a partire da latte crudo ottenuto dal pascolo di bovine ufficialmente indenni da Brucellosi e Tubercolosi. La conformità
del latte crudo ai requisiti di legge rappresenta un’ulteriore garanzia, così pure il trattamento termico di risanamento a cui il latte viene sottoposto quando le condizioni ambientali possono favorire l’elevazione della contaminazione microbica. In quest’ultimo caso, siccome è di fondamentale importanza il ruolo della flora nativa, questa viene reintegrata da una maggiore quantità di siero-innesto che, in virtù del processo di acidificazione, consente di selezionare una flora lattica positiva. Pur utilizzando materiali tradizionali, quali il legno, l’osservanza delle norme di buona prassi igienica e/o di precisi piani di autocontrollo, consentono di contenere adeguatamente le contaminazioni di processo. Inoltre, l’acidificazione della cagliata e soprattutto il processo di filatura in acqua ad alta temperatura (90° C) che permette di raggiungere circa 64-65° C al cuore della pasta, consentono un ulteriore abbattimento della flora microbica contaminante. Così pure, il periodo di asciugatura, in locali freschi e aerati, anche se non lungo, consente una buona stabilizzazione del prodotto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Atlante dei prodotti tipici: I formaggi INSOR pagina 433.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Treccia di Santa Croce di Magliano

Territorio interessato alla produzione: Santa Croce di Magliano (CB).

Caratteristiche del prodottoFormaggio a pasta filata che, per la particolare lavorazione assume l’aspetto di un nastro intrecciato (decine di elementi) di colore bianco al momento della preparazione, che si trasforma in giallo dopo qualche giorno.

Cenni storici e curiositàIl prodotto costituisce un alimento di alto valore simbolico, nella festività della Madonna dell’Incoronata che ricorre l’ultimo sabato di aprile.La treccia viene utilizzata ancora oggi, messa a tracolla, come ornamento per i pastori e per gli animali che ricevono la benedizione del Santo Patrono “S. Giacomo”, rito finalizzato ad un buon auspicio dell’andamento delle produzioni agricole e zootecniche di cui la treccia ne costituisce il simbolo e la sintesi. Il rito, brevemente descritto, è decantato, nei primi anni del novecento, in una poesia in dialetto del poeta Don Raffaele Capriglione.

Formaggio di Pietracatella

Territorio interessato alla produzione: La produzione del formaggio di Pietracatella è realizzata con il latte delle specie bovina, ovina e caprina proveniente dal comprensorio del Fortore molisano e particolarmente nel territorio del comune di Pietracatella (CB).

Caratteristiche del prodottoIl prodotto, ottenuto con l’impiego di latte di animali al pascolo non pastorizzato, è di forma cilindrica, di pezzatura variabile compresa fra i 0,5 e 4 Kg circa, con la tipica impronta delle “fruscelle” di giunco.Le materie prime sono latte di vacca, pecora e capra di razza locale, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da granaglie aziendali, caglio di vitello, agnello e capretto, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàIndagine Murattiana cita la produzione di formaggi caprini in diversi comprensori regionali tra cui Agnone, Carovilli, S. Pietro Avellana.

Caprino

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale; particolarmente rinomato quello prodotto nel comprensorio del comune di Montefalcone del Sannio dove l’allevamento delle capre (di razza autoctona) ha sempre rivestito un aspetto preponderante della locale economia e dove si pratica ancora “l’addiaccio”, cioè il pascolo in montagna delle capre riunite e munte in grosse greggi.

Caratteristiche del prodottoIl formaggio viene consumato tal quale oppure grattugiato per arricchire diverse pietanze tradizionali.Le materie prime sono: latte ottenuto da capre di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da granaglie aziendale, caglio di capretto, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàIndagine Murattiana cita la produzione di formaggi caprini in diversi comprensori regionali tra cui Agnone, Carovilli, S. Pietro Avellana.

Saggicciotto

Tecnologia di preparazione: carni suine di prima scelta (coscio, lombi, capocollo, ecc.) vengono macinate e impastate con grasso duro tagliato a dadini. Si concia con sale, pepe e si insacca nel budello naturale, senza però mettere sotto pressa. E’ la versione molisana del pregiato salsicciotto di Guilmi.

Composizione:
a) Materia prima: carni magre di maiale di primissima scelta, grasso duro.
b) Coadiuvanti tecnologici: sale e pepe spezzato.
c) Additivi:

Maturazione: una settimana in cucina al fumo.

Periodo di stagionatura: tre-quattro mesi in cantina.

Area di produzione: i migliori sono fatti a Montenero di Bisaccia e paesi limitrofi che, essendo non lontani dal mare, non hanno le condizioni climatiche per fare prosciutti, e dove si usano quindi i cosci e le altre parti pregiate per fare soppressate, ventricine e saggicciotti. Si fanno però in tutto il Molise.

Salsiccie di fegato di Maiale

Area di produzione: Rionero Sannitico (IS) e, con qualche variante, tipo il confezionamento senza carne magra, su tutto il territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: È di forma cilindrica allungata, viene appesa sulle apposite aste a ruota per le pezzature più grandi e a ferro di cavallo per le più piccole. Colore variegato, dal rosso vivo al marrone scuro dato soprattutto dai pezzi di fegato e cuore.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: carne magra, fegato, cuore, polmone, grasso, sale, pepe, peperoncino e aglio. L’impasto di questo tipo di salsiccia viene fatto con una parte di carne magra di maiale, una parte di grasso morbido e una parte costituita da fegato di maiale, cuore, reni, polmone, parti della carcassa che presentano residui sangue, come ad esempio la zona della gola. Il tutto viene macinato con lamelle da dieci millimetri, conciato ed insaccato nel budello naturale e legato a rocchi. Le salsicce si mettono ad asciugare per qualche giorno in cucina e se non si consumano subito vengono stagionate e messe sotto sugna. Si possono conservare molto a lungo. Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavolo di legno, coltelli, tritacarne, canne.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura si effettua in locali freschi e aerati.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Atlante dei prodotti tipici: I salumi – INSOR, pagina 274.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Sfarriccio

Tecnologia di preparazione: il sangue di suino raccolto al momento dell’uccisione viene unito a noci, pinoli, uva passa, scorze di arancia, cacao, farro precedentemente cotto e grasso di maiale duro. Si insacca il tutto nel budello cieco, si fa bollire per almeno un’ora ed il sanguinaccio è pronto per essere consumato.

Composizione:
a) Materia prima: sangue di suino, grasso.
b) Coadiuvanti tecnologici: sale, zucchero, pinoli, farro, uva passa, scorze di arancia, cacao.
c) Additivi:

Maturazione:

Periodo di stagionatura:

Area di produzione: in tutto il Molise con piccole variazioni negli ingredienti.

Ventricina di Montenero di Bisaccia

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale rinomata è quella di Montenero di Bisaccia (CB).

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: pezzi di carne magra provenienti esclusivamente dalla coscia del suino, lardo di suino, sale, paprica, peperoncino, fiori di finocchio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Atlante dei prodotti tipici: I salumi INSOR pag. 277;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 284.

Ciccioli (Cigoli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoPezzetti di grasso irregolare di circa cm 1×1.È costituito da grasso intestinale di suino. Prodotto derivante dallo strutto chiarificato; dopo la fusione dello stesso e la separazione dai residui, si ottengono i ciccioli che vengono salati, pepati e utilizzati per preparare le pizze.Il periodo di produzione va tra dicembre e gennaio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898.Almanacco itinerari del Molise del 1972 Nocera Editore, pagina 249.

Cotechino

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Il cotechino si presenta in forma cilindrica del diametro di circa tre centimetri, in alcune zone assume la caratteristica forma “tipo zampone” in questo caso del diametro di circa 7 centimetri.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: cotica di maiale, carne di secondo taglio, grasso, alloro, buccia di arancia, semi di finocchio selvatico, aglio, budello, peperoncino e/o pepe, sale.
La cotica di maiale liberata dal grasso, viene lessata e passata al tritracarne avente fori di diametro medio. Successivamente anche la carne di secondo taglio viene passata al tritacarne. Le cotiche e la carne, così tagliate, vengono aromatizzate con aglio, alloro, buccia di arancia, semi di finocchio selvatico, peperoncino e/o pepe, sale e, dopo aver ben amalgamato il “composto”, lo stesso viene fatto riposare per circa 24 ore; dopo di che viene insaccato nel budello naturale.
Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tritacarne, insaccatrice, coltelli, bacinelle, spago per insaccati.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura viene compiuta in locali freschi ed aerati.
Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 261.
Nina Guerrizio, da Scrivere de carde Edizioni il Pungolo veras, Campobasso 1956 poesia: Lu puorche accise … E salate.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Filetto

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Il prodotto finito si presenta di forma cilindrica della lunghezza di circa 20 – 30 centimetri e 5 – 10 centimetri di diametro. Al taglio si presenta di colore rosso vivo e di aspetto asciutto dovuto all’assenza di componente grassa.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: tagli di carne di maiale comprendenti principalmente i muscoli del dorso (dalla settima vertebra in poi), quelli lombari e in alcuni casi i muscoli della coscia, sale, peperoncino, pepe nero macinato, budello, vino bianco, velo della sugna.
Il pezzo di carne intero del peso di circa 2,5 Kg rifilato con un coltello per dargli una forma arrotondata, viene messo in una bacinella nella quale si aggiungono circa 30 g di sale per Kg di carne lasciando riposare il tutto per quattro giorni. Successivamente viene lavato con vino bianco locale, asciugato con panni di lino, ricoperto con pepe nero macinato oppure con peperoncino dolce e/o piccante. Poi viene avvolto in una pelle (quella che avvolge la sugna nell’intestino del suino) ed inserito in una doppia rete di spago e messo a stagionare. Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavolo da lavoro, bacinelle, coltelli, spago per insaccati e rete elasticizzata.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura dura minimo 3 mesi e viene fatta in locale aerato ed asciutto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Archivi di Casa Iapoce,Appunti di cucina, 1700 – Edizioni Centro Stampa Archivio di Stato di Campobasso, 1995.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Gelatina

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: carnetta ottenuta dallo spolpo delle testa di maiale e dalle ossa, pepe in grani, foglie di alloro, chiodi di garofano, bacche di ginepro, aceto di vino bianco, sale, mosto cotto, pepe macinato, peperoncino e aglio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola “Vrucculeare” Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898.
Agnone Dalle origini ai nostri giorni – 1800 – Ristampa Tipografia Lampo Campobasso pagina 245.
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 283.

Guanciale (Vrucculare, Vrucculeare)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono guanciale di maiale e spezie.La stagionatura viene effettuata in un luogo fresco, asciutto e ventilato per un periodo di 60 – 70 giorni.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola “Vrucculeare” Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
Agnone Dalle origini ai nostri giorni – 1800 – Ristampa Tipografia Lampo Campobasso pagina 245;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 283.

Panpanella

Area di produzione: S. Martino in Pensilis (CB) e Ururi (CB).

Caratteristiche del prodotto: Carne di suino semigrassa completa di cotenna insaporita con aromi naturali ed abbondate peperoncino finemente macinato e cotta al forno. Deve essere consumata in giornata.

Metodiche di lavorazione: La materia prima è la carne di maiale del peso di 60 – 70 Kg.
La carne viene tagliata a pezzi sul ceppo e portata sul pianale di acciaio dove viene condita con sale, aglio e peperoncino. Così preparata, viene messa in un contenitore di acciaio dove rimane per 6 – 7 ore in ambiente fresco. Viene cotta nel forno a legna (o elettrico) a temperatura di 300° C, per due ore circa. Il periodo di produzione è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Pianale di legno (ceppo) per la depezzatura, pianale in acciaio inox, contenitore di acciaio inox,coltelli, mannaia.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Il nome Pampanella deriva dal fatto che anticamente, dopo la cottura, essa veniva avvolta in foglie di fico o di vite (pampini).

Referenze bibliografiche: Almanacco del Molise del 1970, Nocera Editore, pagina 250.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Salsiccia di maiale

Territorio interessato alla produzione: intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa salsiccia è tra i prodotti di salumeria più diffusi nella Regione Molise; è caratteristica per la forma allungata appesa a ruota sulla “pertica” o a ferro di cavallo per pezzature più piccole. Si conserva a pezzi, in barattoli di vetro sott’olio e/o sotto sugna, ultimamente si utilizza anche il sotto vuoto.Le materie prime sono: carne restante dopo la produzione del prosciutto e del filetto, ottenuta dalla spalla ed altre parti del maiale, con aggiunta di pancetta o guanciale insaccati in budello dell’intestino tenue, sale, pepe e peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Archivi di Casa Iapoce, Appunti di cucina, 1700 Edizioni Centro Stampa Archivio di Stato di Campobasso, 1995;
Indagine Murattiana.

Salsiccia di maiale di Pietracatella

Territorio interessato alla produzione: Pietracatella (CB).

Caratteristiche del prodottoLe caratteristiche peculiari del prodotto sono influenzate, oltre che dalla tecnica di produzione, dalle condizioni pedo-climatiche naturali del territorio e dalle risorse umane. La caratterizzazione della materia prima è peculiare della macrozona geografica delimitata nel territorio della regione Molise, mentre la produzione e stagionatura è peculiare della microzona geografica delimitata nel territorio del comune di Pietracatella.Le materie prime sono: carne di suino con componenti adipose, sale, finocchietto selvatico, peperoncino dolce e piccante.

Cenni storici e curiositàLa peculiarità della salsiccia di Pietracatella è collegata ai luoghi dove tradizionalmente è stata ottenuta.La metodologia di produzione affonda le sue origini storiche nella cultura medioevale del “Borgo” dove all’interno del “vicinato” si è formato, nel corso dei secoli, un sistema di solidarietà, organizzazione e specializzazione produttiva che per le sue valenze socioeconomiche merita di essere salvaguardato sia dal punto di vista culturale che gastronomico.La tradizione culturale viene tramandata oralmente attraverso il passaggio generazionale.Così all’interno del vicinato si vengono a creare delle figure specializzate nell’arte di sezionare, insaccare, mescolare gli ingredienti con prove di assaggio.Altra testimonianza storica è rappresentata dalla struttura architettonica della tipica casa del borgo medioevale di Pietracatella dove, sotto la scala esterna che porta al piano abitativo, è situato il locale “rolla” dove veniva allevato, fino a qualche decennio addietro, il maiale.

Soppressata

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa pregievolezza della soppressata molisana risiede nel fatto, che per la sua produzione vengono utilizzati esclusivamente i tagli più magri e pregiati del suino.Le materie prime sono: carni di suini pesanti (superiori ai 130-140 kg), allevati secondo tecniche tradizionali. I tagli di carne sono costituiti da polpa di maiale, filetti e prosciutto (dai muscoli: m. longissimus dorsi, m. psoas, m. glutei e muscoli della coscia); inoltre sale fino da cucina, pepe nero e bianco macinato e in grani, salnitro, budello naturale, sugna di maiale e olio di oliva.

Cenni storici e curiositàRiferimenti circa la produzione della soppressata, si hanno fin dagli inizi del XIX secolo, nelle testimonianze dirette e nelle lettere che accompagnavano i pacchi di alimenti caserecci, che le famiglie inviavano ai familiari che svolgevano il servizio di leva.Ancora la soppressata era considerata un salume che impreziosiva i “presenti”, o doni, che si facevano a personaggi importanti o benefattori.Durante le varie ondate migratorie che hanno interessato fortemente tutto il Molise, chi ne aveva la possibilità, non mancava di portare qualche soppressata anche nel suo lungo viaggio oltre oceano, custodendola gelosamente perché non fosse oggetto delle mire dei compagni di avventura, o sequestrata dalle autorità frontaliere, a causa dei divieti sanitari. L’occultamento era fatto nel modi più disparati, facilitato dalla compattezza del salume e dalla sua forma schiacciata. La soppressata è da sempre la regina dell’antipasto molisano.

Ventresca arrotolata

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoSi presenta a strati più o meno sottili, alternativamente composti di parti magre e grasse. Il consumo avviene a stagionatura completata.Le materie prime sono: regione ventrale del maiale, sale, pepe, peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Agnone, Dalle origini ai nostri giorni. Pag. 245;
Regolamento di polizia rurale e urbana – Agnone – Disposizioni generali, anno 1800 – Copyright Tipografia Lampo Campobasso.

Ventresca tesa

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ un prodotto tipico, nelle sue varianti, di tutto il territorio regionale. È utilizzata cruda, fritta, arrostita o per condire altre pietanze.Le materie prime sono: regione ventrale del maiale, sale, pepe, peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Agnone, Dalle origini ai nostri giorni. Pag. 245,
Regolamento di polizia rurale e urbana – Agnone – Disposizioni generali, anno 1800 – Copyright Tipografia Lampo Campobasso.

Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP

Tipo di prodotto:
Carne bovina fresca ottenuta da animali delle razze chianina, marchigiana, romagnola, di età compresa tra i 12 ed i 24 mesi. Il bestiame deve risultare nato da allevamenti in selezione e regolarmente iscritto alla nascita nel Registro Genealogico
del Giovane Bestiame. Dalla nascita allo svezzamento, è consentito l’uso dei seguenti sistemi d’allevamento: pascolo, stabulazione libera, stabulazione fissa; in seguito, sono consentite solo la stabulazione libera e la posta fissa.
Sono inoltre controllate l’alimentazione (negli ultimi mesi è vietato l’uso degli insilati) e la macellazione (che deve avvenire, secondo norme definite, in macelli idonei nella zona di produzione).
La carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale deve essere immessa al consumo provvista di particolare contrassegno a garanzia dell’origine e dell’identificazione del prodotto; il logo deve essere impresso sulla superficie della carcassa, in corrispondenza alla faccia esterna di 18 tagli.

Zona geografica di produzione:
L’area geografica di produzione della carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale è rappresentata dal territorio delle province collocate lungo la dorsale appenninica dell’Italia centrale. Più precisamente, la zona di produzione è rappresentata dai territori delle seguenti province: Bologna, Ravenna, Forlì, Rimini, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno, Pisa.

Curiosità storiche e letterarie:
L’affermazione finale di questo brano può avere una duplice lettura. Da una parte, può significare che, come altre razze, anche la romagnola fornisce le carni adatte per le “giustamente celebri fiorentine”. Dall’altra, può suggerire che non esiste
una fiorentina migliore di quella che proviene da carni di razza romagnola.
La prima interpretazione è confermata dalla consuetudine, la seconda non poggia su basi più solide del gusto personale: noi la immaginiamo immediatamente contraddetta da tutti gli autori e gli appassionati provenienti dal versante toscano dell’Appennino.
La IGP Vitellone bianco dell’Appennino centrale comprende varie razze bovine, e quindi vorremmo, per parte nostra,
evitare di dare sostegno a qualsiasi vertenza campanilistica. Tuttavia, le poche note contenute in Romagna gastronomica – guida alla veritiera cucina romagnola, a proposito della ottima qualità della carne bovina di razza romagnola, possono costituire una interessante citazione, a conferma dell’apprezzamento di cui gode una delle pregiate cinque razze bovine italiane.

Il bovino di razza Gentile Romagnola, una delle più pregiate d’Italia, fornisce ottime carni, specie se allevato nei pascoli collinari. Dal vitello al vitellone, al manzo, al bue, infiniti sono i prodotti che ne ricaviamo per le nostre tavole: arrosti, stufati, stracotti, bolliti, bistecche, braciole, frattaglie, ecc., per cui sarebbe necessario un lungo discorso.
Il nostro vitellone, trasportato in Toscana, fornisce le giustamente celebri fiorentine.(*)

(*) Corrado Contoli, Romagna gastronomica – guida alla veritiera cucina
romagnola, Bologna, Edizioni Calderini, 1963, pag. 51

Fonte: Ermes Agricoltura – Regione Emilia Romagna

Misischia di Guardialfiera (M-Scisk)

Territorio interessato alla produzione: Guardialfiera

Caratteristiche del prodottoLa materia prima è la carne di pecora.La carne viene tagliata a pezzi, lavata, salata e condita con aglio prezzemolo, origano e peperoncino in polvere. La carne viene poi messa in un recipiente di legno chiamato “secchia” e lasciata a riposare per un paio di ore. Si cucina nel forno a legna ben caldo per circa due ore.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Testine di agnello o capretto

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Testine di agnello o capretto divise a metà.

Metodiche di lavorazione: Si mettono a bagno le testine per 24 ore avendo cura di cambiare spesso l’acqua fino alla scomparsa delle tracce di sangue; indi, fatte sgocciolare bene e disposte in una teglia, vengono cosparse con sale ed olio. Vengono quindi ricoperte con un impasto di mollica di pane, aglio e prezzemolo finemente tritato. La teglia, dopo aver cosparso il tutto con una miscela di acqua ed olio, viene infornata. Il tempo di cottura è di circa 2 ore.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Almanacco del Molise, 1970 – Nocera Editore, pag. 256.
Archivi di Casa Iapoce; libro dell’esito quotidiano per cibari. Busa n. 17 fascicolo n.229.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Nodi di trippa

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoAltro piatto povero della cucina Molisana. I migliori si preparano durante il periodo della spigolatura, poiché gli agnelli da latte mangiano le restanti spighe di grano ed il ventre risulta essere più morbido e digeribile. È un piatto sostanzioso, dal gusto forte che stuzzica l’appetito ed invita a bere un buon bicchiere di vino, sia il rosso di Belmonte del Sannio (IS) che il rosato di Cantalupo (IS).

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Almanacco itinerari del Molise del 1971 Nocera Editore, pagina 256.

Ntriglio

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Sapore forte, grasso, adatto per condimenti con verdura, pasta corta, uovo fritto. È un piatto adatto per giornate molto fredde.

Metodiche di lavorazione: La materia prima è il mesentere del maiale.
Si separa dalle budelle del maiale il mesentere che, schiacciato con le mani e aperto, viene posto su un grosso piatto rovesciato, salato, condito con aglio, origano, peperoncino e lasciato a riposo per 24 ore, in modo che scoli l’acqua. Poi viene incannucciato (una canna comune spaccata) a croce in entrambi i lati e appeso per l’essiccazione che dura circa una settimana.
Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Un piatto rovesciato grande.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura si svolge in locali freschi e aerati.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Pane casareccio

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: 3/4 di farina di grano tenero e 1/4 di farina di grano duro, lieviti naturali, acqua, patate lesse passate, sale.
La farina si impasta con acqua tiepida e la si lavora a massa aggiungendovi il lievito. Dopo la porzionatura si lascia lievitare. Nei periodi freddi la mesa con la pasta viene messa vicino al camino o ad un braciere, in alcuni casi coperta con panni di lana. Dopo che le forme sono ben lievitate (cresciute) vengono messe a cuocere in forno a legna. I panelli cotti del peso fino a 3 Kg si conservano fino a 15 giorni. Il periodo di produzione è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Madia in legno e mesa in legno, cesti di vimini o di canne e tovaglie di cotone.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Il Molise fascista La festa del pane “il pane nostro”, 1929, pagine 6,13,14.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Pizza di granone (Pizza randign, Panitte)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: farina di granone (mais), sale, olio extra vergine di oliva, acqua calda. La pizza di granoni è la ricetta base per diversi piatti tipici molisani quali ad esempio la “mbaniccia” di Ferrazzano, la “Fruffela” di Bonefro,“Pizza e minestra”,“Rifallarielli”.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Almanacco itinerari del Molise del 1970 Nocera Editore, pagina 254;
La cucina molisana in 100 ricette tradizionali di Ottavio Cavalcanti – Tascabili Newton 1999;
Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 203.

Caciatelli (Casciaielli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoMezza luna a panzerotto. Le materie prime sono: farina 00, acqua, sale, zucchero, formaggio fresco, cannella e scorza di limone, formaggio stagionato, salsiccia.

Cenni storici e curiosità

Il Molise arte, cultura e paesaggi – F.lli Palombi editori 1900, pagina 108;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 451.

Cavatelli (Cecatelli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoProdotto per primi piatti, idoneo con sugo di carne o con verdure e pesce.Le materie prime sono: farina di grano duro, acqua e sale.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

La cucina molisana in 100 ricette tradizionali di Ottavio Cavalcanti – Tascabili Newton 1999;
Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone, di Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO.
Almanacco del Molise del 1970 Nocera Editore, pagina 246.

Frascatielle (Frascheteglie)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente rinomate quelle di Ielsi (CB) e di Montorio nei Frentani (CB).

Caratteristiche del prodottoPasta a base di grano duro fatta di grumi sferici di vario diametro.Le materie impiegate sono: farina di grano duro e acqua.

Cenni storici e curiosità”Pare ru chellare d’ì frascatielle”. Con tale detto si indica una persona brontolona. Infatti i frascatielle mentre cuociono in abbondante acqua pare che borbottino venendo a galla.

Farro Dicocco Molise

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoIl farro (Triticum dicoccum Schübler) appartiene alla famiglia delle Graminacee.

Cenni storici e curiositàSecondo alcuni reperti archeologici provenienti dalla Mesopotamia e dall’antico Egitto la coltivazione del farro risale a circa il 7000 A.C. In Italia la coltivazione del farro si affermò soprattutto nelle colonie greche della Magna Grecia e della Sicilia nel quarto secolo A.C., diffondendosi rapidamente nell’intera Penisola.Plinio lo chiama “primus antiquis latio cibus” poiché tale cereale costituiva la base della dieta degli antichi Romani.Giuseppe Maria Galanti, nella sua opera “Descrizione del Contado di Molise”, edito nel 1780, a pag. 215, descrivendo le produzioni naturali molisane, tra l’altro, afferma: “… produce abbondantemente orzo, farro, legumi ecc.”

Gattuccio (a cagnole)

Territorio interessato alla produzione: Termoli ed intera costiera molisana.

Caratteristiche del prodottoPesce cartilagineo marino con dorso grigio–rossastro, a macchie scure e pinne ventrali triangolari. Il nome deriva dalla pelle chiazzata simile a quella di alcune razze di gatto. Per il consumo viene tagliato a pezzi ed unito ad altre specie essiccate per la composizione del brodetto.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:La città di Termoli – Soggiorno balneare – Guide Regionali Italiane, Forlì Società Editrice, 1928.

Acciughe marinate

Materia prima: acciughe.

Tecnologia di lavorazione: l’acciuga pulita, decapitata, eviscerata, tolta la coda, la lisca e la parte dorata viene messa nei contenitori di vetroresina con acqua corrente per ben tre passaggi. Fatta scolare, viene messa nel liquido di governo composto di una parte di aceto e una di sale e fatta marinare da 18 a 24 ore. Il pesce deve essere freschissimo e lavorato non oltre le 5 o 6 ore dalla pesca. Viene fatto sgocciolare e messo in fustoni o barattoli. Variamente aromatizzato con olive, capperi, pomodoro secco, origano.

Maturazione: 48 ore; scadenza del prodotto: dopo 8 mesi.

Area di produzione: costa tirrenica, alto e basso Adriatico, isole.

Calendario di produzione: da aprile ad ottobre.

Note: la perdita di peso del prodotto rispetto al fresco arriva fino al 55% di cui il 45% nella fase della pulitura ed il restante 10% nella marinatura. Questa viene anche detta scapece che, di origine spagnola (escabeche), qualcuno vuole corruzione di ex-Apicio, il leggendario gastronomo romano ed indica un tipo di conservazione fatta con l’ausilio dell’aceto e riservata soprattutto al pesce. Da regione a regione, variano le quantità e le varietà delle erbe aromatiche e degli altri ingredienti usati. La stima è relativa al prodotto artigianale espresso dalla ristorazione, sia costiera che interna.

Torpedine marezzata (a martiscene)

Territorio interessato alla produzione: Termoli ed intera costiera molisana.

Caratteristiche del prodottoPesce cartilagineo dei fondi marini, con corpo a forma di disco e a coda corta e carnosa, con pelle nuda. Emette scariche elettriche come arma di difesa. Per il consumo viene tagliata a pezzi ed unita ad altre specie essiccate per la composizione del brodetto.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:La città di Termoli – Soggiorno balneare – Guide Regionali Italiane, Forlì Società Editrice, 1928.

Baccalà e cavolfiore arracanato

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente rinomato quello di Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoProdotto realizzato con baccalà, cavolfiore, aglio, uva passa, gherigli di noce tritata, filetti di alici sott’olio, mollica di pane raffermo ed aromi vari.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:Amorosa Eutimio – Tradizioni molisane, “La festa di S. Giuseppe a Riccia”, marzo aprile 1949, anno II, n. 3 – 4, pag. 6

Cipollotto (Lampascion)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoSpecie appartenente alla famiglia delle Liliacee conosciuta come cipollotto selvatico, cipolletta amara, cipollaccio con il fiocco e lampascione.È presente nella nostra regione sia in pianura che in collina, nei prati perenni, sulle scarpate, nei campi coltivati e spesso nei vigneti.Vengono consumati freschi oppure lessati, fritti o cotti al forno. Possono essere conservati sott’olio dopo la bollitura in aceto e normale tecnica di preparazione.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Patata lunga di San Biase

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, rinomata quella del comune di San Biase (CB) dal quale prende il nome.

Caratteristiche del prodottoLe patate coltivate a San Biase che hanno avuto dal principio un pieno riscontro nel campo e nella cucina, sono di forma alquanto allungata ed appiattita con buccia giallastra o violacea e pasta biancocrema.

Cenni storici e curiositàIl particolare clima fresco e la natura agronomica del terreno, consentono di produrre tuberi di elevata qualità culinaria e di lunga conservazione. Per queste caratteristiche merceologiche, le patate di San Biase sono state sempre apprezzate e richieste dalle popolazioni dei paesi vicini.Fino a tempi assai vicini, infatti, molti commercianti e semplici consumatori si recavano sul posto nel periodo autunnale per acquistare, o scambiare con altre merci o derrate, la rinomata patata lunga di San Biase.La patata lunga di San Biase è stata tra le prime comparse nel Molise. Nel rapporto fatto nel 1810 dal sindaco di Trivento, come risposta all’Inchiesta Murattiana relativa al Circondario (tra cui era compreso il territorio di San Biase), alla voce patata, è testualmente riportato: “Egli è da poco, che se n’è introdotto l’uso e con vantaggio. Negli anni scorsi più famiglie si sono con esse sostenute.” Questa è la prima citazione dell’uso alimentare di questo tubero nel Molise, essendo le altre riferite a dopo la restaurazione borbonica del 1815. Agnone, che è stato sempre considerato il centro primario di coltivazione della Provincia di Molise, ha conosciuto, infatti, la patata intorno al 1813.Da una testimonianza di un’anziana donna, Adelaide D’Andrea, deceduta all’età di 96 anni nel 1972, la patata di San Biase risulta essere già conosciuta nel maggio del 1799. Fu proprio in quel mese, infatti, che fece una breve sosta, in un accampamento appena fuori del paese, un battaglione di soldati francesi diretto a Trivento a sedare una sommossa popolare. In quest’occasione alcuni ragazzi, avvicinandosi per curiosità ai nuovi arrivati, hanno potuto osservare per la prima volta che alcuni gendarmi, addetti alla cucina di campo, sbucciavano le patate per cuocerle. Tra questi ragazzi c’era la nonna di Adelaide, allora bambina che, insieme agli altri, ricevette da questi le bucce più spesse contenenti le gemme (e forse anche qualche piccolo tubero) e l’indicazione di come trapiantarle.

Pomodori gialli invernali (Pmdor d’viern da append’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoI pomodori vengono raccolti avendo cura di prelevare l’intero racemo e quando hanno raggiunto una colorazione gialla; vengono così legati con un filo di cotone resistente e successivamente annodati ad uno spago più robusto fino a formare un grosso grappolo di circa 30 cm di lunghezza che viene, così, conservato appeso su canne, in locali asciutti e arieggiati per essere utilizzati in inverno sia per le insalate che per realizzare bruschette con l’olio novello extra vergine.

Cenni storici e curiositàIntendenza di Molise, Inchiesta murattiana.

Fagioli di riccia (Fasciol)

Territorio interessato alla produzione: Comune di Riccia (CB) (particolarmente la Contrada “Paolina”).

Caratteristiche del prodottoPianta annua pubescente, con fusto eretto, cilindrico o esagonale, ramoso e spesso rampicante. Le foglioline sono ternate, ovato-acuminate, intere. I fiori sono bianchi o lilla. I legumi penduli, subtorulosi, mucronati (fagioli comuni) da sgusciare. I semi di colore bianco e reniformi.

Cenni storici e curiositàIl prodotto è stato da sempre richiesto dal consumatore locale, anticamente veniva esportato anche fuori regione.Anticamente i fagioli costituivano la cosiddetta “carne dei poveri” perché ottimo alimento energetico.
Poesia“Fasciòle, che nasceste a Pavulineie sòtte a ‘sta funèstre v’èie chiantate,accòppe ‘sceste già duje matine,mò v’attoppe e ve facce n’adacquate.Vèie misse ‘ncumpagnie de ‘sti vecine,garòfene e rusèlle spampanate,mèh iamme a crèsce nde ‘sta tèrra fineche pare de vellute e ghiè ‘ssulate.Arrampliàteve pe ‘sti spacarèlletutt’i frunne ‘ndrrecciàteve a capannepuzzate qascemine tuccà’ i stelle;e vuie, chiante de sciure, a cènte a cèntepenzate a caccià’ sciure tutte l’anne,vardènneve sultante ie sò cuntènte”(Da “Spine e Sciure” – Officine Grafiche V. Bonanni- Chieti).

Lenticchia (Miccula)

Territorio interessato alla produzione: Molte zone della regione con altitudine dai 700 ai 1300 metri, con particolare rilevanza quelle di Conca Casale (IS), Capracotta (IS) e Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoPianta annuale pubescente con fusto debole, ramificato, fiori bianchi con venature azzurro-violacee; legume corto, largo e schiacciato a forma discoidale.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:Vocabolario del dialetto agnonese – anno 1893 pag. 78 – del dr. Giuseppe Cremonese. F. Di Nucci – Capracotta (IS).
Ricorrenze, sagre, mostre, etc:Sagra dei legumi – agosto di ogni anno a Conca Casale (IS).

Live curate (Olive all’acqua e sale)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe olive al naturale sono olive deamarizzate. Tali olive, provenienti da varietà ancestrali come l’olivone, l’olivoncello e il leccino, sono caratterizzate da un’elevata salubrità, poiché non avendo subito trattamenti chimici, conservano intatti tutti i loro componenti, compresi i polifenoli utili all’organismo.Le olive al naturale sono commercializzate come olive nere in salamoia, ma anche sotto forma di patè di colore scuro.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Pomodori secchi

Materia prima: pomodori.

Tecnologia di preparazione: i pomodori (meglio scegliere i San Marzano) vengono lavati e tagliati in due parti in senso verticale. Si mettono su un asse pulito con le parti tagliate verso l’alto. Si espongono al sole quotidianamente coprendoli con garze per evitare le molestie degli insetti, fin tanto che non siano completamente disidratati. Si conservano in vasi di vetro tal quali con foglie di alloro e basilico, oppure si mettono sott’olio aromatizzandoli a piacere. Ma in questo caso è opportuno salare i pomodori prima di farli essiccare.

Maturazione: qualche settimana.

Area di produzione: in tutto il Mezzogiorno.

Calendario di produzione: luglio, agosto, settembre.

Note: i pomodori essiccati vengono utilizzati per salse e per altre preparazioni. Inoltre una quantità non indifferente viene commercializzata sott’olio aromatizzata all’origano, all’aglio, al prezzemolo, ai semi di finocchio, al timo, al peperoncino, ecc. Originario dell’America Latina, il consumo del pomodoro si è diffuso in Europa con la coltura italiana come punto centrifugo. Questo perché nell’area mediterranea il pomodoro ha migliorato sia il suo aspetto che il suo sapore.

Composta (A cumposta)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoConserva di frutta ed ortaggi sottaceto a crudo. Nel Molise è molto diffusa l’abitudine di conservare frutta ed ortaggi sott’aceto a crudo e di consumarli come antipasto insieme al prosciutto ed alla soppressata o solamente come “ulìe” (sfizi) insieme a coste di sedano, olive e finocchi.Le materie prime sono: pere “zenghere”, cipolle, “paparulesse” (peperoni sott’aceto), carote, pomodori verdi, acini di uva, aceto di vino bianco, sale; a scelta si possono aggiungere ulteriori ortaggi e frutta.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola A Cumposta Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 467.

Peperone sottaceto (Paparolesse)

Territorio interessato alla produzione: Particolarmente a Riccia (CB) e nell’Alto Molise ma anche nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa forma dipende dal tipo di peperoni utilizzati, la consistenza è più molle per l’assorbimento dell’aceto.

Cenni storici e curiositàNella settimana a cavallo di S. Giuseppe, per la festa del 19 marzo particolarmente a Riccia, sono utilizzate per preparare l’antipasto di S. Giuseppe che si aggiunge al tradizionale piatto fatto di peperoni ripieni di mollica di pane, uva passa, noci e alici.

Pezzènde (pzzen’t)

Territorio interessato alla produzione: Basso Molise.

Caratteristiche del prodottoÈ un misto di legumi: fagioli, ceci, fave, piselli e cicerchie condito con olio extravergine di oliva.

Cenni storici e curiositàLa Pezzente è un prodotto tradizionale legato alla festa di San Giuseppe: festa popolare dalle origini antichissime. Nel Molise era una delle Feste più sentite ed in tale occasione si predisponevano altari che consentivano, alle persone devote, di recitare orazioni e litanie in onore di San Giuseppe. La tavola che veniva imbandita durante la celebrazione della festività, esprimeva un senso di pietà e di solidarietà verso i poveri, ai quali veniva offerto del cibo. Le pietanze debbono essere tredici, numero corrispondente ai tredici privilegi di San Giuseppe.

Lessata

Territorio interessato alla produzione: Prevalentemente nell’Alto Molise e a Riccia (CB) e, con qualche variante, nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: ceci, cicerchie, fagioli, grano, mais, lenticchie e olio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Il convito e la devozione di S. Giuseppe nella tradizione molisana, di Enzo Nocera, pag. 83;
La tavola di S. Giuseppe “le tredici pietanze di Riccia” a cura di A. Basile, Associazione culturale Pasquale Vignola, Riccia 1992 pagina 17.

Porcino (U’purcin’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoMassa di piccole e medie dimensioni a forma di ombrello. Cappello di 5-25 cm di diametro la cui parte superiore è brucompatta bianca; gambo tozzo e denso, bianco nocciola chiaro ingrossato alla base.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:.La Cucina Molisana, A. M. Lombardi, R. Mastropaolo,Arti Grafiche La Regione Editrice – Ripalimosani, 1986, pagg. 111, 172 e 185.

Tartufo in salamoia

Materia prima: tartufo sia bianco che nero.

Tecnologia di preparazione: i tartufi vengono selezionati a mano, ripuliti
dalla terra con uno spuzzolino uno per uno, lavati, messi in barattoli. Si
aggiunge la salamoia e si sterilizza in autoclave. Si conservano in lungo
fresco e buio.

Maturazione:

Area di produzione: Piemonte, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo.

Calendario di produzione: autunno, inizio inverno.

Note: oltre al tartufo hianco (Tuber magnatum pico) e a quello nero (Tuber
melanosporum) anche il tartufo estivo scorzone (Tuber aestivum) è oggetto
di trasformazione. Di colore blu-nerastro con cuticola verrucosa, si
distingue dal più pregiato tartufo nero di Norcia per la carne più chiara
tendente al bianco nocciola marmorizzato. Il melanosporurm è invece nero.
Un altro (Tuber mesentericum) è molto diffuso nella zona di Ariano Irpino
oltrechè nel Lazio, in Toscana e nel sud delle Marche e dell’Umbria, dove
viene consumato insieme a formaggi freschi di capra in insalata.

Mela limoncella

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoAntica varietà di melo coltivata nelle aree interne del Molise (media ed alta collina), pianta a portamento assurgente, frutto a maturazione tardiva, di pezzatura piccola a forma tronco conica e buccia di colore giallo-verdognolo, profumo intenso e sapore dolce acidulo, polpa croccante.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Almanacco del Molise – 1970, pag. 263;
Archivio di Casa Iapoce – Ricette di cucina Busta 4 fascicolo 77, Busta 15 fascicolo 203.

Castagne

Territorio interessato alla produzione: Alcune aree del territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoAlberi di medie e grosse dimensioni, a foglia caduca, con fusto ramificato e chioma espansa.La specie è monoica con infiorescenze femminili inserite alla base di lunghi amenti maschili. Le foglie sono alterne, ellittico-allungate, acuminate, con margine seghettato e più chiare nella pagina inferiore.I frutti (acheni) sono contenuti, in numero di 2-3, entro un involucro spinescente sferoidale “cupola” volgarmente detto “riccio” che, a maturità, diviene bruno e si apre liberando le castagne in esso racchiuse.Si raccolgono in autunno a mano, liberandole dal riccio e conservandole in luogo asciutto per il futuro consumo.

Cenni storici e curiositàPoesiaL.A.Trofa. ”Pampuglie”, Cassa di Risparmio, Campobasso.“Che stravèrie, che mazzate,e ‘nve credete ca le so ‘mmentate…..j’ ce stèva ddavère, chèlla notte(vine viecchie, castagne e pèra cotte)quànne ze pellecciànneQarèsema e Carnenevàle,mò fa l’anne!”

Fichi secchi

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe piante hanno un notevole sviluppo, prediligono clima caldo e terreno sciolto.I frutti, a forma di pera, hanno colore diverso a seconda le varietà (verde, bianco, nero); contengono numerosissimi acheni avvolti in una polpa zuccherina, dolcissima.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Larino (CB) – Società Editrice Annuari Guide Regionali Italiane Forlì MCMXXVII-Alberto Magliano;
Intendenza di Molise, inchiesta murattiana;
Archivio di Casa Iapoce. Libro dell’esito quotidiano per cibari Busta 15 Fascicolo 203-206, anno 1747.

Proverbi“Chi mangia il fico, frutta bella, vuole anche la sorella”.

Agrodolce

Territorio interessato alla produzione: Zona del Fortore molisano e in particolare a Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoMassa marrone scuro, croccante e rafferma. Le materie prime sono: gherigli di noci sgusciate, mandorle sgusciate, nocciole, uva passa, bucce di arance (facoltative), zucchero, caffè, vino cotto, essenza di cannella, vino bianco, miele.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

La tavola di S.Giuseppe Le tredici pietanze di Riccia a cura di A. Basile Associazione Culturale Pasquale Vignola Riccia, 1992;
Amorosa Eutimio: Tradizioni molisane. La festa di San Giuseppe a Riccia in L’Informatore, Riccia marzo – aprile 1949, anno II, n. 3-4, diritti 1903;
La cucina molisana in 100 ricette tradizionali di Ottavio Cavalcanti – Tascabili Newton 1999.

Ferratelle (Cancelle, Pizzelle)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoVengono prodotti in due versioni, l’una consistente e croccante, l’altra soffice e tenera.Le materie prime sono: farina, uova, zucchero, vino passito, spezie.

Cenni storici e curiositàTassini nel suo libro “Curiosità veneziane” le chiama scalette o inferriate, perché tali dolci presentano dei rilievi superficiali che fanno pensare a scale o grate.In alcuni paesi dell’alto Molise, fino agli anni ’60 le ferratelle erano i dolci tipici consumati in occasione dei matrimoni.In epoca romana venivano detti “Crustule”.

Fiadone (R sciatun)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente conosciuti sono quelli di Rionero Sannitico (IS), Riccia, Santa Croce di Magliano, San Giuliano del Sannio in provincia di Campobasso.

Caratteristiche del prodottoIl prodotto finito si presenta generalmente a forma circolare del diametro di circa 40 cm, e con altezza variante tra 4-5 cm. In alcuni casi, il prodotto finito, ha la forma a mezza luna.Le materie prime sono: formaggio fresco di capra, vacca o misto, uova, uva sultanina, cedro, frutta candita, cannella, zucchero, liquore. In alcuni comuni del Basso Molise il fiadone viene realizzato a base di ricotta, zucchero e buccia di limone non disdegnando anche l’utilizzo nell’impasto di salsiccia e formaggio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Rionero paese mio – di Alfredo e Mirella Di Vincenzo;
Vocabolario “Dialetto Agnonese” di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898, pagina 107;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975, pagina 56.

Pan di Spagna

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Torta di forma circolare, alta circa 10 cm e di consistenza soffice.

Metodiche di lavorazione: Gli ingredienti occorrenti sono: 12 uova, 12 cucchiai di zucchero, 12 cucchiai di farina di “00”, un pizzico di sale e lievito per dolci. In un recipiente si battono i tuorli delle uova insieme allo zucchero aggiungendo delicatamente gli albumi delle uova precedentemente montati a neve. Si versa la farina, il sale ed il lievito amalgamando bene tutti gli ingredienti. Il composto ottenuto viene sparso su di una teglia imburrata di forma circolare e lo si fa cuocere in forno per circa 40 minuti. Il prodotto così ottenuto viene fatto raffreddare per essere tagliato in due strati, bagnato con liquori a piacere e farcito con crema pasticciera.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Iapoce Busta 17 fasc.225.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Pan dolce

Area di produzione: Larino (CB).

Caratteristiche del prodotto: È un dolce a forma di cupola, ricoperto di cioccolato al gusto di gianduia che ricorda la forma del pane, da cui prende nome.

Metodiche di lavorazione: Si sbattono le uova con lo zucchero nel “planetario” (sbattiuova), aggiungendo panna, miele e mandorle finemente macinate, alla fine si aggiunge farina tipo “0” ed amido, amalgamando delicatamente tutti gli ingredienti. Il composto, così preparato, va messo negli appositi stampi di alluminio, imburrati precedentemente.
Dopo la cottura in forno a 180°, per circa 45 minuti, il dolce si fa raffreddare. A parte viene sciolto a bagnomaria il cioccolato al gusto di gianduia ottenendo così una glassa che andrà a ricoprire il Pan Dolce.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: I locali devono essere aerati, piastrellati, con piano di lavorazione in acciaio inox.
II Pan Dolce va consumato entro tre mesi.

Elementi che comprovano la tradizionalità: La produzione del Pan dolce risale al 1935.

Ricorrenze, sagre, mostre, etc.
È un dolce tipico del periodo natalizio.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Pandolce del Molise

Area di produzione: Campobasso.

Caratteristiche del prodotto: Dolce tipico di Campobasso, a forma di cupola, bagnato con liquore “milk” e ricoperto con glassa bianco-nocciola di cioccolato. Viene confezionato in un astuccio di cartone a forma di tronco di piramide. Il liquore consente la conser-vabilità del prodotto per tre mesi.

Metodiche di lavorazione: Il Pan dolce viene prodotto con i seguenti ingredienti: burro, uova, zucchero, mandorle, amido, glucosio, latte, alcool ed estratti di sostanze vegetali naturali. La lavorazione viene fatta mescolando tutti gli ingredienti; l’impasto viene inserito negli stampi e cotto nel forno. Dopo la cottura si ricopre l’intera superficie con glassa. La glassa è prodotta a parte con i seguenti ingredienti: burro di cacao, nocciole, zucchero, grassi vegetali e latte in polvere. Non vengono aggiunti coloranti, additivi e conservanti

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice, forno.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Conclamata tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Pannocchio

Area di produzione: Campobasso.

Caratteristiche del prodotto: Dolce al mais a forma di cupola, la parte esterna è di colore giallo dorato, la mollica è di colore gialla ed è farcita con granella di cioccolato.

Metodiche di lavorazione: Vengono utilizzati i seguenti ingredienti: farina di grano tenero 00, farina di mais, uova, zucchero, grassi vegetali, nocciole latte magro in polvere, lievito ed aromi naturali. La granella di cioccolato viene preparata con cacao, zucchero, pasta di cacao e lecitina. Si miscela la farina di grano con la farina di mais aggiungendo gli altri ingredienti mescolando il tutto fino ad ottenere un impasto omogeneo. L’impasto viene colato negli stampi e cotto al forno a 200° circa. Non vengono aggiunti coloranti, additivi e conservanti.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Prodotto legato all’alimentazione contadina prevalentemente a base di mais. Giuseppe Maria Galanti nella “Descrizione del Contado di Molise”, afferma che nel 1780 la maggior parte dei molisani “… generalmente si nutrisce di frumentone, o sia grano indiano …”.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Calzoni (Cavicione, Cavizum)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente rinomati quelli prodotti nel comprensorio del comune di Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoDolci a forma di semiluna friabili, dal sapore caratteristico, delicato. Prodotto per devozione alla figura di S. Giuseppe e offerto per carità alle famiglie bisognose.

Cenni storici e curiositàÈ probabile che l’origine sia autoctona.Tale delizia gastronomica fu di sicuro apprezzata e migliorata dalla Regina Costanza di Chiaromonte moglie ripudiata dal Re di Napoli Ladislao di Durazzo, che visse nel comune di Riccia.Negli anni 1300-1400 i rapporti tra Riccia e Sicilia pare fossero molto stretti.Simili alle panelle siciliane che sono fatti con pasta di ceci con sale e prezzemolo, ai caggiunitt’ abruzzesi dolci natalizi fatti con ceci e castagne, ai cavezune del basso materano fatti con un impasto di ceci e cioccolato.

Ceppelliate di Trivento

Area di produzione: Trivento (CB).

Caratteristiche del prodotto: A forma di mezza luna, con gusto leggermente fruttato.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: farina, uova, zucchero, sugna, buccia di limone grattugiata, ammoniaca o lievito, marmellata di amarene. Si versa la farina a fontana sulla spianatoia e nell’incavo si battono i tuorli delle uova con lo zucchero, la sugna e la buccia di limone grattugiata si aggiunge ammoniaca o lievito e si impasta il tutto. Si stende la sfoglia con il matterello e con lo stampo si tagliano dei dischi di pasta i quali vengono riempiti di marmellata di amarene e ripiegati su se stessi e modellati a forma di cornetto. Dopo di che vengono cotte al forno e una volta raffreddate vengono spolverate con abbondante zucchero a velo. Il periodo di produzione è tutto l’anno, in particolare nel periodo natalizio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Per la preparazione sono necessari piano di lavoro, stampo circolare, matterello, rondella zigrinata.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 551.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Quaresimali

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Biscotti di forma trapezoidale, di colore dorato.

Metodiche di lavorazione: Vengono impiegate mandorle dolci pelate e sgusciate, zucchero, farina “00”, uova, lievito in polvere ed aromi naturali. Si prepara l’impasto dandogli la forma di un filone arrotondato, si inforna e, ancora a caldo, si procede al taglio a fettine del preparato. Vengono prodotti durante è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Si utilizzano impastatrice, spianatoia, coltello.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Conclamata tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Rococò

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: farina, miele, mandorle, frutta candita. La farina, il miele, le mandorle, e la frutta candita vanno impastati con l’impastatrice ottenendo un composto omogeneo. La pasta viene posta su un tavoliere, gli viene data una forma di un tarallo e poi passata al forno caldo. Il periodo di produzione è Natale.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Rosachitarre (rosacatarre)

Area di produzione: Intero territorio Regionale, in particolare a Larino (CB).

Caratteristiche del prodotto: Dolce raffinato e semplice per grandi occasioni.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: uova, farina bianca, olio di oliva, alcool buongusto, bicarbonato, miele.
Si mette sul tavoliere la farina a fontana, si aggiungono le uova, l’olio, l’alcool e il bicarbonato, si mescola bene il tutto al fine di ottenere una pasta omogenea. Da qui si tirano delle sfoglie e si tagliano a strisce di circa due centimetri. Si prende la striscia di pasta e, contemporaneamente, con entrambi le mani si chiude la striscia di pasta lasciando uno spazio di circa 2,5 centimetri. L’operazione si ripete fino a quando non viene ultimata la striscia di pasta. La striscia, poi viene arrotolata e unita su se stessa fino ad ottenere una “rosa”. Si friggono in abbondante olio extra vergine di oliva. Infine si bagnano le rosacatarre nel miele che in precedenza è stato sciolto sul fuoco. Il periodo di produzione è Natale.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavoliere di legno.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Uccelli (cielli, ciell’arechini, cillucc’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comuni di Civitacampomarano (CB), Lupara (CB), Larino (CB), Agnone (IS).

Caratteristiche del prodottoDolci a forma di mezzaluna, con ripieno ricco, poco dolce, aromatico. Quelli prodotti ad Agnone sono di forma quadrata, teneri e croccanti, con il classico sapore dell’amarena.Gli ingredienti per la sfoglia sono farina 00, zucchero, uova intere, sugna, scorza di limone grattugiato.Per il ripieno vengono utilizzati mosto cotto, pane casereccio grattugiato, zucchero, miele, caffè, mandorle tostate, cacao amaro, chiodi di garofano, scorza di arancia, scorza di limone, stecca di cannella, liquore Strega, noce moscata.

Cenni storici e curiosità

Guida alla provincia di Campobasso pag. 91 Ed. Molise Verde 1993;
Locandina pubblicitaria de 1972 (biblioteche riunite di Agnone).

Riso con il latte

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Massa cremosa bianco-giallastra

Metodiche di lavorazione: Le materie utilizzate sono: riso, latte, vaniglia, limone e zucchero. Il riso viene portato a mezza cottura in abbondante acqua, e si versa in un tegame in cui bolle il latte aromatizzato con cannella, vaniglia e buccia di limone.Viene terminata la cottura mescolando il tutto con un cucchiaio evitando così che si attacchi sul fondo; viene poi zuccherato, fatto insaporire e poi si toglie dal fuoco. Si versa il riso, diventato ormai cremoso, in una insalatiera e si profuma il tutto con una spolverata di cannella. Il riso può essere cotto anche direttamente nel latte è, ovvio, che preparato in quest’ultimo modo il prodotto risulterà più cremoso e saporito.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Pentole, insalatiere e cucchiai.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Cenni storici
È un prodotto legato, alla festa dell’Ascensione, “l’Ascenza”, giorno in cui è consuetudine nel Molise mungere gli animali non solo per consumare il latte fresco ma per lessarvi il riso o i tagliolini. In questo giorno il latte non si fa “cagliare” e non si usa per preparare i formaggi, ricotte e altri latticini, ma si regala a parenti e amici insieme con una ciotola di riso o tagliolini. Questo rito di inizio primavera , come le corse dei buoi a S. Martino in Pensilis o la “Pagliara Maje” a Fossalto, trova la sua origine nel desiderio di propiziarsi abbondanti raccolti.

Referenze bibliografiche
La tavola di S. Giuseppe ” Le tredici pietanze di Riccia a cura di A. Basile Associazione Culturale Pasquale Vignola Riccia.
Lombardi Anna Maria – Mastropaolo Rita, La Cucina Molisana, Ripalimosani, Arti Grafiche La Regione Editrice, 1986, pag. 287.

Ricorrenze, sagre, mostre, etc
È preparato in coincidenza con:
Festività di San Giuseppe (19 marzo);
Corsa dei carri a S. Martino in Pensilis (CB);
Festività de la “Pagliara Maje” a Fossalto (CB);
Giorno dell’Ascensione.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Mostaccioli

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: farina, mandorle, uova, zucchero, bucce di mandarino ed arance, chiodi di garofano, bicarbonato, grappa, cioccolato in polvere amaro, e, per la copertura, cioccolato fondente.

Cenni storici e curiositàDolci risalenti all’epoca Romana e Sannita, detti Mustacea perché composti da farina, miele e mosto cotto; il Tassini, noto enogastronomo Veneziano della seconda metà ‘700 li chiama Mostazoni.

Origano (P’liere, Recn, Rect, Rinie)

Territorio interessato alla produzione: Zona del Matese.

Caratteristiche del prodottoÈ pianta perenne con rizoma strisciante, fusto eretto, ramoso, peloso, alto 20-70 cm; foglie ovali ed oblunghe, arrotondate ed attenuate alla base, picciolate, glabre o pelose; fiori riuniti in infiorescenza a pannocchia o corimbo. Fiorisce da giugno a settembre.L’origano è una pianta che cresce spontanea nelle sterpaglie e nelle boscaglie. Si può coltivare in terreni leggeri e permeabili.Essiccato e macinato viene usato per insaporire pietanze.

Cenni storici e curiositàL’inizio dell’uso e della lavorazione dell’origano, così come effettuato attualmente non è possibile datarlo con certezza, certamente risale a qualche secolo addietro.Elementi utili a comprovare le metodiche praticate possono essere trovati nelle fotografie del primo dopoguerra (anni 50) o in brani di testi dedicati agli usi locali (a cura di Angelo Spina – Campochiaro).

Olio Molise DOP

Area di produzione: regione Molise

Caratteristiche:
Acidità massima: 0,60%
colore: dal giallo al verde
odore: fruttato medio-alto
sapore: fruttato con delicato sentore di amaro piccante

Abbinamenti: zuppe e minestre tipiche della cucina dell’Appenino Molisano in particolare con legumi come: lenticchie, fave, ceci, fagioli, cicerchie e farro. Primi piatti di pesce a base di scampi, triglie, cozze e vongole.

Note: All’epoca dei romani troviamo menzionati gli oli molisani da Catone il Prisco nel Trattato ‘De re rustica’, da Plinio in ‘De Oleo’ e da Orazio nelle sue Satire. Anche Cicerone, nella ‘Pro Cluentio’ loda la laboriosità dei Larinati (abitanti del territorio di Larino) e la fertilità della loro terra. D’altronde il territorio ben si adatta alla coltivazione dell’olivo che, nel corso dei secoli, si è specializzata caratterizzandosi in alcune pregiate varietà come la ‘Aurina’, il ‘Gentile di Larino’ la ‘Rosciola’ e la ‘Oliva nera di Colletorto’. Il pregio dell’olio del Molise trova ulteriore riscontro negli scritti dello studioso salentino del 1700 Giovanni Presta, il quale ricorda come in passato fosse riservato ai palati ‘più delicati, più schifiltosi e ricchi’.

Riferimenti normativi: Prodotto DOP, Regolamento (CE) N. 1257/2003 della Commissione del 15 luglio 2003 pubblicato sulla GUCE L 177/3 del 16/07/2003.
La Denominazione di origine protetta Molise è riservata a tutti gli extravergine della Regione.

Amaro molisano (liquore di erbe)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLiquore ottenuto da 32 tipi di erbe, radici, sostanze vegeali ed alccol buongusto. Dalle particolari erbe l’amaro riceve proprietà benefiche e digestive.

Metodiche di lavorazioneL’amaro molisano viene prodotto in modo artigianale secondo una tradizionale ricetta, tramandata oralmente da diverse generazioni. Dopo la macerazione l’infuso viene filtrato e fatto invecchiare, indi imbottigliato.

Cenni storici e curiositàConclamata tradizione orale che ne comprovano la tradizionalità.

Liquore al latte

Territorio interessato alla produzione: Campobasso

Caratteristiche del prodottoLiquore dolce al latte prodotto artigianalmente con cura da una selezione di ingredienti naturali, di colore giallo caratteristico e dall’aroma gradevole. Il buon latte dei pascoli molisani, l’alcool, lo zucchero e gli aromi naturali fanno di questo prodotto una specialità di Campobasso rendendolo un prodotto originale ed esclusivo.

Cenni storici e curiositàLocandine pubblicitarie realizzate da lucien Achille Mauzan (uno dei precursori della pubblicità) nel 1923 nelle quali è indicato la “crema milk” come prodotto caratteristico di Campobasso.Inoltre vi sono attestati di partecipazione a mostre e concorsi, tra i quali merita di essere citato, il “Diploma di Gran Premio” e la medaglia d’oro conseguite per la partecipazione di una nota ditta di Campobasso, con la “crema milk”, all’Esposizione di prodotti dell’industria, alimentazione e di reclame, organizzata dell’ambito delle “Feste commemorative di Roma 1911”.Inoltre è prodotto sulla base di una tradzione di oltre 160 anni; antichi e particolari procedimenti permettono di rendere il latte solubile nell’alcol, realizzando ciò che per molti è impossibile.

Poncio (liquore poncio)

Territorio interessato alla produzione: Campobasso

Caratteristiche del prodottoIl poncio è un liquore dolce a base di aromi vegetali, il suo colore scuro è dovuto allo zucchero bruciato.

Cenni storici e curiositàLocandine pubblicitarie realizzate da Lucien Achille Mauzan (uno dei precursori della pubblicità) nel 1923 nelle quali è indicato il “liquore poncio” come prodotto caratteristico di Campobasso.Il nome “poncio”, termine prettamente italiano, è dovuto al divieto imposto dal fascismo all’utilizzo di nomi e termini di lingua straniera.

Molise o Del Molise DOC

Zona di produzione: la maggior parte dei comuni in provincia di Campobasso e Isernia, capoluoghi compresi

Vitigni: Il Molise DOC, nelle varie tipologie, è prodotto con uve dei vitigni corrispondenti (minimo 85%), a cui possono essere aggiunte minime quantità di uve di altre varietà a bacca di colore analogo

Gradazione alcolica minima: Molise Chardonnay 10,5 gradi; Molise Aglianico 11,5 gradi; Molise Montepulciano 11gradi. Molise Moscato passito 14 gradi.

Caratteristiche organolettiche: Il Molise Chardonnay ha un colore bianco paglierino con riflessi verdolini, un odore fresco, fruttato, un sapore delicato, armonico, anche leggermente vivace e una gradazione minima di 10,5 °C; il Molise Aglianico ha un colore rosso rubino più o meno intenso, con riflessi violacei, un odore vinoso, intenso, gradevole, caratteristico, un sapore secco, armonico, morbido, caratteristico e una gradazione minima di 11,5°C; il Molise Montepulciano ha un colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, un odore vinoso, intenso, gradevole, caratteristico, un sapore secco, armonico, morbido, a volte leggermente tannico e una gradazione minima di 11°C; il Molise Moscato passito ha un colore giallo dorato, un odore tipico di moscato, aromatico, caratteristico, intenso e delicato, un sapore dolce, armonico, gradevole e una gradazione minima di 14°C

Tipologie: Chardonnay (anche nella versione Spumante), Falanghina, Greco bianco, Moscato, Moscato passito, Moscato spumante, Pinot bianco (anche nella versione Spumante), Sauvignon, Trebbiano, Aglianico (anche nella versione Riserva), Cabernet sauvignon, Montepulciano (anche nella versione Riserva), Rosso (anche nella versione Novello), Sangiovese, Tintilia (anche nella versione Riserva)

Abbinamenti: bianchi della Doc Molise: latticini, primi piatti leggeri, pizza; rossi: piatti di pasta o polenta al ragù, formaggi stagionati o carni al forno. Moscato: mostaccioli o altri dolci tipici della tradizione molisana.

Riferimenti normativi: La Doc Molise è stata riconosciuta con DM del 18.05.1998 pubblicato sulla GU del 2.06.1998

Miele molisano

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoIn alcune aree della provincia di Campobasso oltre ai mieli pluriflorali sono diffusi i monoflorali, quali il miele di sulla lungo la valle del fiume Trigno, il miele di castagno ai piedi della catena del Matese e quello di girasole nel Basso Molise. Nella provincia di Isernia si producono ottimi mieli pluriflorali la cui composizione varia a seconda delle essenze floreali presenti in zona.

Cenni storici e curiositàPresenza di smielatori centrifughi azionati a mano presenti in diverse aree molisane sin dal dopoguerra. Presenza di arnie costruite artigianalmente con misure e modelli simili all’arnia nota attualmente come “marchigiana”.Il miele era prodotto abbondantemente nelle campagne molisane, durante l’ultimo conflitto mondiale, come succedaneo dello zucchero che era difficile da reperire. Nell’ultimo trentennio erano molti gli agricoltori che possedevano da 5 a 20 alveari per soddisfare le esigenze della propria famiglia e dei propri parenti. Infatti, la raccolta del miele, era un evento importante quanto la vendemmia visto che capitava nello stesso periodo.
ProverbiQuando piove in agosto abbonda lardo, miele e mosto.

Panocchio (dolce al mais)

Territorio interessato alla produzione: Campobasso.

Caratteristiche del prodottoDolce al mais a forma di cupola, la parte esterna è di colore giallo dorato, la mollica è di colore gialla ed è farcita con granella di cioccolato.Vengono utilizzati i seguenti ingredienti: farina di grano tenero 00, farina di mais, uova, zucchero, grassi vegetali, nocciole latte magro in polvere, lievito ed aromi naturali. La granella di cioccolato viene preparata con cacao, zucchero, pasta di cacao e lecitina.

Cenni storici e curiositàProdotto legato all’alimentazione contadina prevalentemente a base di mais.Giuseppe Maria Galanti nella “Descrizione del Contado di Molise”, afferma che nel 1780 la maggior parte dei molisani “… generalmente si nutrisce di frumentone, o sia grano indiano …”.

Salsiccia di fegato di maiale

Territorio interessato alla produzione: Rionero Sannitico (IS) e, con qualche variante, tipo il confezionamento senza carne magra, su tutto il territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ di forma cilindrica allungata, viene appesa sulle apposite aste a ruota per le pezzature più grandi e a ferro di cavallo per le più piccole. Colore variegato, dal rosso vivo al marrone scuro dato soprattutto dai pezzi di fegato e cuore.Le materie prime sono: carne magra, fegato, cuore, polmone, grasso, sale, pepe, peperoncino e aglio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Atlante dei prodotti tipici: I salumi – INSOR, pagina 274.