Scapece molisana

Territorio interessato alla produzione: Litorale Molisano, con qualche variante nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ costituita da vari tipi di pesce (pesce azzurro, merluzzi, razza, ecc.) a cui si ci aggiunge farina, acqua, spezie, sale e aceto.

Cenni storici e curiositàIn origine era un metodo di conservazione del pesce usato dai pescatori per recuperare l’invenduto, quando le tecniche di conservazione a freddo non erano conosciute. Ottimo da consumare dopo alcuni giorni dalla preparazione.

Caciocavallo di Agnone

Territorio interessato alla produzione: Comprensorio dell’Alto Molise, particolarmente nei comuni di Agnone (IS), Capracotta (IS),Vastogirardi (IS).

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale, caglio, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàFormaggio di antichissima origine, la cui presenza fin dai tempi della Magna Grecia è legata alla transumanza ed è oggetto di numerose testimonianze storiche.Si produce da sempre, nei territori molisani, con latte delle razze bovine autoctone, fino al recente passato; oggi si produce con latte di bovine di razza Bruna Italiana, Frisona Italiana, Pezzata Rossa, Podolica e loro incroci.

Scamorza molisana

Area di produzione: Intero territorio regionale, pregiate quelle fatte nell’Alto Molise.

Caratteristiche del prodotto: Peso Kg 0,150-2,00, forma di pera, crosta fornata da una pellicola, morbida e liscia, di colore giallo paglierino, pasta compatta con presenza di latticello, sapore dolce.

Metodiche di lavorazione: La scamorza molisana è un latticino fresco a pasta filata. È prodotta con il latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale; al latte ci si aggiunge caglio e sale da cucina. Nei periodo particolarmente caldi il latte viene termizzato. Il latte, aggiunto di siero-innesto naturale, è coagulato alla temperatura di 32-36°C usando caglio in pasta di vitello o capretto. Quando la cagliata ha raggiunto la consistenza ottimale, si procede alla rottura della stessa fino a che i grumi abbiano raggiunto le dimensioni del chicco di mais. Depositata la cagliata sul fondo della caldaia, si estrae parte del siero che viene riscaldato a 65 °C e versato di nuovo sulla cagliata stessa, che subisce una parziale cottura. La pasta rimane immersa nel siero fino a maturazione ottimale, quando è nelle condizioni di essere filata viene fatta sgrondare e tagliata a fette. Dopo la filatura in acqua bollente vengono staccati dei pezzi di pasta e modellati a forma di pera con testina. Le forme così plasmate vengono immerse prima in acqua di raffreddamento e poi in salamoia per circa 20 minuti. Le forme, legate a coppia, si lasciano asciugare per qualche ora e poi si lasciano appassire per due tre giorni. La stessa pasta può essere plasmata in altra forma come a treccia o a nodino. La scamorza molisana è prodotta in tutti i periodi dell’anno. Particolarmente apprezzata quella prodotta nei mesi primaverili, quando le bovine pascolano sui prati giovani.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: Caldaia di rame, utensili di legno, mastelli di legno e tavolo di legno.

Aspetti igienico-sanitari: La scamorza molisana è prodotta a partire da latte crudo ottenuto da bovine, indenni da Brucellosi e Tubercolosi, che vivono sui salubri pascoli dell’Alto Molise. La conformità del latte crudo ai requisiti di legge rappresenta un’ulteriore garanzia, così pure il trattamento termico di risanamento a cui il latte viene sottoposto quando le condizioni ambientali possono favorire l’elevazione della contaminazione
microbica. In quest’ultimo caso, siccome è di fondamentale importanza il ruolo della flora nativa, questa viene reintegrata da una maggiore quantità di siero-innesto che, in virtù del processo di acidificazione, consente di selezionare una flora lattica positiva. Pur utilizzando materiali tradizionali, quali il legno, l’osservanza delle norme di buona prassi igienica e/o di precisi piani di autocontrollo, consentono di contenere adeguatamente le contaminazioni di processo. Sostanzialmente la sca-morza molisana è fatta “con la pasta di caciocavallo”, per cui è prevista una fase di semicottura in siero a 65° C. Inoltre, l’acidificazione della cagliata e soprattutto il processo di filatura in acqua ad alta temperatura (90° C) che permette di raggiungere circa 64-65° C al cuore della pasta, consentono un ulteriore abbattimento della flora microbica contaminante. Così pure, il periodo di asciugatura, in locali freschi e aerati, anche se breve, consente una buona stabilizzazione del prodotto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
– La Cucina Italiana – luglio 1960 – p. 709 – Giro gastronomico in Abruzzo-Molise.
– Atlante dei prodotti tipici: I formaggi IN SOR pagina 430.
– Progetto strategico I prodotti casea-ri del mezzogiorno C.N .R. 1992

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Fior di Latte

Materia prima: latte vaccino, da razze: popolazioni miste con prevalenza della Bruna. Alimentazione: pascolo estensivo naturale integrato da mangimi.

Tecnologia di lavorazione: la stessa del caciocavallo fino alla maturazione della cagliata, dove la temperatura del siero è più bassa. La temperatura dell’acqua per la filatura è più alta, così come maggiore è la quantità di acqua incorporata. Questo spiega perché il fior di latte, pur essendo sempre una pasta filata, è più bianco di scamorze e di caciocavalli. Il tempo di posa in salamoia è inversamente proporzionale alla concentrazione salina. Il fior di latte viene confezionato in buste di pergamena plastificata.

Stagionatura: non si effettua.

Caratteristiche del prodotto: peso: Kg 0,100-0,250; forma: sferoide; di colore bianco sporco; pasta compatta ricca di latticello incamiciato nei buchi; sapore: dolce acidulo.

Area di produzione: in tutto il Molise; le migliori si segnalano nella zona di Boiano.

Calendario di produzione: tutto l’anno; le migliori sono quelle prodotte in primavera-estate.

Burrino (Manteca)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comprensori del Matese, di Frosolone (IS), Campobasso, S. Elia a Pianisi (CB).

Caratteristiche del prodottoFormaggio semi-duro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte vaccino, ottenuto da animali la cui alimentazione è prevalentemente costituita dalla pabulazione nei pascoli della Regione Molise e da foraggi verdi o affienati, con eventuale integrazione di concentrati aziendali.Le materie prime sono: latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale, caglio, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone; di Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975;
Berengario Amorosa – Ed. Pasquale Vignola – 1924, pagina 76.

Caciocavallo

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comprensori del Matese, di Frosolone (IS), Campobasso, S. Elia a Pianisi (CB).

Caratteristiche del prodottoFormaggio semi-duro a pasta filata prodotto esclusivamente con latte vaccino, ottenuto da animali la cui alimentazione è prevalentemente costituita dalla pabulazione nei pascoli della Regione Molise e da foraggi verdi o affienati, con eventuale integrazione di concentrati aziendali.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone; di Susy Carrino, Giampiero Castellotti,Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975;
Berengario Amorosa – Ed. Pasquale Vignola – 1924, pagina 76.

Mozzarella di Vacca

Area di produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodotto: Peso Kg 0,200-500, forma sferica, di colore bianco porcellana, superficie liscia e lucente, paste consistente ricca di sierosità dal profumo di fermenti lattici.

Metodiche di lavorazione: La mozzarella di vacca è un latticino fresco a pasta filata. È prodotta con il latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale, caglio, sale da cucina. Nei periodo particolarmente caldi il latte viene termizzato. Il latte viene messo in caldaia di rame stagnato e si porta alla temperatura di circa 32 – 36° C. Si aggiunge siero innesto e caglio (di vitello); coagula in circa 40 minuti; dopo la rottura della cagliata (che può essere con un taglio a scacchiera o minutamente frantumata), si procede alla prima estrazione parziale del siero, dopo una pausa si frantuma ancora più finemente la cagliata, lasciandola poi maturare sotto siero caldo a 45-50° C per qualche ora. La pasta viene poi fatta sgrondare dal siero, tagliata a fette, filata in acqua a circa 90° C e confezionata in grossi pezzi. La salatura si effettua in salamoia per tempi variabili dalle 12 alle 20 ore. Matura in 20 giorni circa, in ambiente fresco e aerato dove le forme vengono appese, legate a coppia, ad asciugare. La mozzarella di vacca è prodotta pressoché in tutti i periodi dell’anno. Particolarmente apprezzata quella prodotta nei mesi primaverili quando le bovine pascolano sui prati di montagna.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Caldaia in rame stagnato, mastello di legno, tavolo in legno o in acciaio.

Aspetti igienico-sanitari: La mozzarella di vacca è prodotta a partire da latte crudo ottenuto dal pascolo di bovine ufficialmente indenni da Brucellosi e Tubercolosi. La conformità
del latte crudo ai requisiti di legge rappresenta un’ulteriore garanzia, così pure il trattamento termico di risanamento a cui il latte viene sottoposto quando le condizioni ambientali possono favorire l’elevazione della contaminazione microbica. In quest’ultimo caso, siccome è di fondamentale importanza il ruolo della flora nativa, questa viene reintegrata da una maggiore quantità di siero-innesto che, in virtù del processo di acidificazione, consente di selezionare una flora lattica positiva. Pur utilizzando materiali tradizionali, quali il legno, l’osservanza delle norme di buona prassi igienica e/o di precisi piani di autocontrollo, consentono di contenere adeguatamente le contaminazioni di processo. Inoltre, l’acidificazione della cagliata e soprattutto il processo di filatura in acqua ad alta temperatura (90° C) che permette di raggiungere circa 64-65° C al cuore della pasta, consentono un ulteriore abbattimento della flora microbica contaminante. Così pure, il periodo di asciugatura, in locali freschi e aerati, anche se non lungo, consente una buona stabilizzazione del prodotto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Atlante dei prodotti tipici: I formaggi INSOR pagina 433.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Stracciata

Territorio interessato alla produzione: Comprensorio dell’Alto Molise, particolarmente nei comuni di Agnone (IS), Capracotta (IS),Vastogirardi (IS).

Caratteristiche del prodottoLa stracciata è un latticino fresco a pasta filata, di forma appiattita a striscia larga di circa 4-5 cm e spessa 1 cm circa ripiegata su se stessa in maniera uniforme o a filo intrecciato.È prodotta con il latte ottenuto da bovine di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da mangime aziendale; al latte si aggiunge caglio e sale da cucina.

Cenni storici e curiositàLa stracciata trae la sua denominazione dal gesto di “stracciare” in pezzi la striscia di pasta filata, lunga e piatta. Essa è nata nelle terre dell’Alto Molise e si è caratterizzata soprattutto in Agnone, fin dagli inizi del secolo. Era in uso, a quei tempi, svolgere le feste, particolarmente quelle nuziali, con ricevimenti casalinghi nei quali, tra le altre cose, non mancava mai il pane con prosciutto e stracciata, quest’ultima, per la sua forma lunga e piatta, ben si adagiava sul letto del pane.

Pecorino di Capracotta

Territorio interessato alla produzione: Comprensorio dell’Alto Molise e particolarmentenell’agro di Capracotta (IS).

Caratteristiche del prodottoIl Pecorino è realizzato esclusivamente con latte di pecora, ottenuto da animali, la cui alimentazione è prevalentemente costituita da pascolo e/o da foraggi verdi o affienati, con eventuale integrazione di mangimi aziendali; al latte ci si aggiunge caglio in pasta di capretto e sale.

Cenni storici e curiositàLa produzione del pecorino, in ambito molisano ha origini antichissime ed appartiene alla tradizione secolare della pastorizia transumante. In particolare la zona dell’Alto Molise era attraversata da tre grandi tratturi ed è proprio su queste grandi strade d’erba che le greggi, condotte in inverno nella vicina Puglia, all’inizio della primavera tornavano alle proprie montagne. Durante tutto il periodo primaverile/estivo i pastori lavoravano il latte ovino dando origine ad un ottimo prodotto caseario. La produzione del pecorino viene fatta risalire ai Sanniti, primo popolo organizzato in tribù, con dimora fisse, che caratterizzò l’economia pastorale, legata appunto, alla transumanza. Le zone tipiche di produzione sono quelle montane o pedemontane del Matese, delle Mainarde e dell’Alto Molise.

Caprino

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale; particolarmente rinomato quello prodotto nel comprensorio del comune di Montefalcone del Sannio dove l’allevamento delle capre (di razza autoctona) ha sempre rivestito un aspetto preponderante della locale economia e dove si pratica ancora “l’addiaccio”, cioè il pascolo in montagna delle capre riunite e munte in grosse greggi.

Caratteristiche del prodottoIl formaggio viene consumato tal quale oppure grattugiato per arricchire diverse pietanze tradizionali.Le materie prime sono: latte ottenuto da capre di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da granaglie aziendale, caglio di capretto, sale da cucina.

Cenni storici e curiositàIndagine Murattiana cita la produzione di formaggi caprini in diversi comprensori regionali tra cui Agnone, Carovilli, S. Pietro Avellana.

Ricotta di Bufala Campana DOP

Materia prima: siero di latte, da razza Bufala. Alimentazione: pascolo semi estensivo naturale integrato da mangimi.

Tecnologia di lavorazione: previa aggiunta di una piccola quota di siero inacidito, si porta la temperatura a circa 80-90 gradi. Man mano che i fiocchi di albumina affiorano in superficie, vengono raccolti e messi a sgrondare per alcune ore in cestelli di giunco.

Stagionatura: non si effettua. Resa 7%.

Caratteristiche del prodotto finito: peso: Kg 0,5-0,8; pasta: di colore bianco porcellana, meno granulosa delle altre ricotte; sapore: “sui generis”, delicatamente dolce.

Area di produzione: Casertano, Napoletano, Salernitano.

Calendario di produzione: tutto l’anno; le migliori da maggio a ottobre.

Note: una volta la ricotta era confezionata in pezzuole di canapa, e veniva chiamata “ricotta in salvietta”.

Saggicciotto

Tecnologia di preparazione: carni suine di prima scelta (coscio, lombi, capocollo, ecc.) vengono macinate e impastate con grasso duro tagliato a dadini. Si concia con sale, pepe e si insacca nel budello naturale, senza però mettere sotto pressa. E’ la versione molisana del pregiato salsicciotto di Guilmi.

Composizione:
a) Materia prima: carni magre di maiale di primissima scelta, grasso duro.
b) Coadiuvanti tecnologici: sale e pepe spezzato.
c) Additivi:

Maturazione: una settimana in cucina al fumo.

Periodo di stagionatura: tre-quattro mesi in cantina.

Area di produzione: i migliori sono fatti a Montenero di Bisaccia e paesi limitrofi che, essendo non lontani dal mare, non hanno le condizioni climatiche per fare prosciutti, e dove si usano quindi i cosci e le altre parti pregiate per fare soppressate, ventricine e saggicciotti. Si fanno però in tutto il Molise.

Salsiccie di fegato di Maiale

Area di produzione: Rionero Sannitico (IS) e, con qualche variante, tipo il confezionamento senza carne magra, su tutto il territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: È di forma cilindrica allungata, viene appesa sulle apposite aste a ruota per le pezzature più grandi e a ferro di cavallo per le più piccole. Colore variegato, dal rosso vivo al marrone scuro dato soprattutto dai pezzi di fegato e cuore.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: carne magra, fegato, cuore, polmone, grasso, sale, pepe, peperoncino e aglio. L’impasto di questo tipo di salsiccia viene fatto con una parte di carne magra di maiale, una parte di grasso morbido e una parte costituita da fegato di maiale, cuore, reni, polmone, parti della carcassa che presentano residui sangue, come ad esempio la zona della gola. Il tutto viene macinato con lamelle da dieci millimetri, conciato ed insaccato nel budello naturale e legato a rocchi. Le salsicce si mettono ad asciugare per qualche giorno in cucina e se non si consumano subito vengono stagionate e messe sotto sugna. Si possono conservare molto a lungo. Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavolo di legno, coltelli, tritacarne, canne.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura si effettua in locali freschi e aerati.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Atlante dei prodotti tipici: I salumi – INSOR, pagina 274.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Sfarriccio

Tecnologia di preparazione: il sangue di suino raccolto al momento dell’uccisione viene unito a noci, pinoli, uva passa, scorze di arancia, cacao, farro precedentemente cotto e grasso di maiale duro. Si insacca il tutto nel budello cieco, si fa bollire per almeno un’ora ed il sanguinaccio è pronto per essere consumato.

Composizione:
a) Materia prima: sangue di suino, grasso.
b) Coadiuvanti tecnologici: sale, zucchero, pinoli, farro, uva passa, scorze di arancia, cacao.
c) Additivi:

Maturazione:

Periodo di stagionatura:

Area di produzione: in tutto il Molise con piccole variazioni negli ingredienti.

Ciccioli (Cigoli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoPezzetti di grasso irregolare di circa cm 1×1.È costituito da grasso intestinale di suino. Prodotto derivante dallo strutto chiarificato; dopo la fusione dello stesso e la separazione dai residui, si ottengono i ciccioli che vengono salati, pepati e utilizzati per preparare le pizze.Il periodo di produzione va tra dicembre e gennaio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898.Almanacco itinerari del Molise del 1972 Nocera Editore, pagina 249.

Cotechino

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Il cotechino si presenta in forma cilindrica del diametro di circa tre centimetri, in alcune zone assume la caratteristica forma “tipo zampone” in questo caso del diametro di circa 7 centimetri.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: cotica di maiale, carne di secondo taglio, grasso, alloro, buccia di arancia, semi di finocchio selvatico, aglio, budello, peperoncino e/o pepe, sale.
La cotica di maiale liberata dal grasso, viene lessata e passata al tritracarne avente fori di diametro medio. Successivamente anche la carne di secondo taglio viene passata al tritacarne. Le cotiche e la carne, così tagliate, vengono aromatizzate con aglio, alloro, buccia di arancia, semi di finocchio selvatico, peperoncino e/o pepe, sale e, dopo aver ben amalgamato il “composto”, lo stesso viene fatto riposare per circa 24 ore; dopo di che viene insaccato nel budello naturale.
Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tritacarne, insaccatrice, coltelli, bacinelle, spago per insaccati.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura viene compiuta in locali freschi ed aerati.
Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 261.
Nina Guerrizio, da Scrivere de carde Edizioni il Pungolo veras, Campobasso 1956 poesia: Lu puorche accise … E salate.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Filetto

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Il prodotto finito si presenta di forma cilindrica della lunghezza di circa 20 – 30 centimetri e 5 – 10 centimetri di diametro. Al taglio si presenta di colore rosso vivo e di aspetto asciutto dovuto all’assenza di componente grassa.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: tagli di carne di maiale comprendenti principalmente i muscoli del dorso (dalla settima vertebra in poi), quelli lombari e in alcuni casi i muscoli della coscia, sale, peperoncino, pepe nero macinato, budello, vino bianco, velo della sugna.
Il pezzo di carne intero del peso di circa 2,5 Kg rifilato con un coltello per dargli una forma arrotondata, viene messo in una bacinella nella quale si aggiungono circa 30 g di sale per Kg di carne lasciando riposare il tutto per quattro giorni. Successivamente viene lavato con vino bianco locale, asciugato con panni di lino, ricoperto con pepe nero macinato oppure con peperoncino dolce e/o piccante. Poi viene avvolto in una pelle (quella che avvolge la sugna nell’intestino del suino) ed inserito in una doppia rete di spago e messo a stagionare. Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavolo da lavoro, bacinelle, coltelli, spago per insaccati e rete elasticizzata.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura dura minimo 3 mesi e viene fatta in locale aerato ed asciutto.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Archivi di Casa Iapoce,Appunti di cucina, 1700 – Edizioni Centro Stampa Archivio di Stato di Campobasso, 1995.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Gelatina

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: carnetta ottenuta dallo spolpo delle testa di maiale e dalle ossa, pepe in grani, foglie di alloro, chiodi di garofano, bacche di ginepro, aceto di vino bianco, sale, mosto cotto, pepe macinato, peperoncino e aglio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola “Vrucculeare” Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898.
Agnone Dalle origini ai nostri giorni – 1800 – Ristampa Tipografia Lampo Campobasso pagina 245.
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 283.

Guanciale (Vrucculare, Vrucculeare)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono guanciale di maiale e spezie.La stagionatura viene effettuata in un luogo fresco, asciutto e ventilato per un periodo di 60 – 70 giorni.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola “Vrucculeare” Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
Agnone Dalle origini ai nostri giorni – 1800 – Ristampa Tipografia Lampo Campobasso pagina 245;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 283.

Salsiccia di maiale

Territorio interessato alla produzione: intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa salsiccia è tra i prodotti di salumeria più diffusi nella Regione Molise; è caratteristica per la forma allungata appesa a ruota sulla “pertica” o a ferro di cavallo per pezzature più piccole. Si conserva a pezzi, in barattoli di vetro sott’olio e/o sotto sugna, ultimamente si utilizza anche il sotto vuoto.Le materie prime sono: carne restante dopo la produzione del prosciutto e del filetto, ottenuta dalla spalla ed altre parti del maiale, con aggiunta di pancetta o guanciale insaccati in budello dell’intestino tenue, sale, pepe e peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:

Archivi di Casa Iapoce, Appunti di cucina, 1700 Edizioni Centro Stampa Archivio di Stato di Campobasso, 1995;
Indagine Murattiana.

Soppressata

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa pregievolezza della soppressata molisana risiede nel fatto, che per la sua produzione vengono utilizzati esclusivamente i tagli più magri e pregiati del suino.Le materie prime sono: carni di suini pesanti (superiori ai 130-140 kg), allevati secondo tecniche tradizionali. I tagli di carne sono costituiti da polpa di maiale, filetti e prosciutto (dai muscoli: m. longissimus dorsi, m. psoas, m. glutei e muscoli della coscia); inoltre sale fino da cucina, pepe nero e bianco macinato e in grani, salnitro, budello naturale, sugna di maiale e olio di oliva.

Cenni storici e curiositàRiferimenti circa la produzione della soppressata, si hanno fin dagli inizi del XIX secolo, nelle testimonianze dirette e nelle lettere che accompagnavano i pacchi di alimenti caserecci, che le famiglie inviavano ai familiari che svolgevano il servizio di leva.Ancora la soppressata era considerata un salume che impreziosiva i “presenti”, o doni, che si facevano a personaggi importanti o benefattori.Durante le varie ondate migratorie che hanno interessato fortemente tutto il Molise, chi ne aveva la possibilità, non mancava di portare qualche soppressata anche nel suo lungo viaggio oltre oceano, custodendola gelosamente perché non fosse oggetto delle mire dei compagni di avventura, o sequestrata dalle autorità frontaliere, a causa dei divieti sanitari. L’occultamento era fatto nel modi più disparati, facilitato dalla compattezza del salume e dalla sua forma schiacciata. La soppressata è da sempre la regina dell’antipasto molisano.

Ventresca arrotolata

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoSi presenta a strati più o meno sottili, alternativamente composti di parti magre e grasse. Il consumo avviene a stagionatura completata.Le materie prime sono: regione ventrale del maiale, sale, pepe, peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Agnone, Dalle origini ai nostri giorni. Pag. 245;
Regolamento di polizia rurale e urbana – Agnone – Disposizioni generali, anno 1800 – Copyright Tipografia Lampo Campobasso.

Ventresca tesa

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ un prodotto tipico, nelle sue varianti, di tutto il territorio regionale. È utilizzata cruda, fritta, arrostita o per condire altre pietanze.Le materie prime sono: regione ventrale del maiale, sale, pepe, peperoncino.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Agnone, Dalle origini ai nostri giorni. Pag. 245,
Regolamento di polizia rurale e urbana – Agnone – Disposizioni generali, anno 1800 – Copyright Tipografia Lampo Campobasso.

Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP

Tipo di prodotto:
Carne bovina fresca ottenuta da animali delle razze chianina, marchigiana, romagnola, di età compresa tra i 12 ed i 24 mesi. Il bestiame deve risultare nato da allevamenti in selezione e regolarmente iscritto alla nascita nel Registro Genealogico
del Giovane Bestiame. Dalla nascita allo svezzamento, è consentito l’uso dei seguenti sistemi d’allevamento: pascolo, stabulazione libera, stabulazione fissa; in seguito, sono consentite solo la stabulazione libera e la posta fissa.
Sono inoltre controllate l’alimentazione (negli ultimi mesi è vietato l’uso degli insilati) e la macellazione (che deve avvenire, secondo norme definite, in macelli idonei nella zona di produzione).
La carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale deve essere immessa al consumo provvista di particolare contrassegno a garanzia dell’origine e dell’identificazione del prodotto; il logo deve essere impresso sulla superficie della carcassa, in corrispondenza alla faccia esterna di 18 tagli.

Zona geografica di produzione:
L’area geografica di produzione della carne di vitellone bianco dell’Appennino centrale è rappresentata dal territorio delle province collocate lungo la dorsale appenninica dell’Italia centrale. Più precisamente, la zona di produzione è rappresentata dai territori delle seguenti province: Bologna, Ravenna, Forlì, Rimini, Pesaro, Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Teramo, Pescara, Chieti, L’Aquila, Campobasso, Isernia, Benevento, Avellino, Frosinone, Rieti, Viterbo, Terni, Perugia, Grosseto, Siena, Arezzo, Firenze, Prato, Livorno, Pisa.

Curiosità storiche e letterarie:
L’affermazione finale di questo brano può avere una duplice lettura. Da una parte, può significare che, come altre razze, anche la romagnola fornisce le carni adatte per le “giustamente celebri fiorentine”. Dall’altra, può suggerire che non esiste
una fiorentina migliore di quella che proviene da carni di razza romagnola.
La prima interpretazione è confermata dalla consuetudine, la seconda non poggia su basi più solide del gusto personale: noi la immaginiamo immediatamente contraddetta da tutti gli autori e gli appassionati provenienti dal versante toscano dell’Appennino.
La IGP Vitellone bianco dell’Appennino centrale comprende varie razze bovine, e quindi vorremmo, per parte nostra,
evitare di dare sostegno a qualsiasi vertenza campanilistica. Tuttavia, le poche note contenute in Romagna gastronomica – guida alla veritiera cucina romagnola, a proposito della ottima qualità della carne bovina di razza romagnola, possono costituire una interessante citazione, a conferma dell’apprezzamento di cui gode una delle pregiate cinque razze bovine italiane.

Il bovino di razza Gentile Romagnola, una delle più pregiate d’Italia, fornisce ottime carni, specie se allevato nei pascoli collinari. Dal vitello al vitellone, al manzo, al bue, infiniti sono i prodotti che ne ricaviamo per le nostre tavole: arrosti, stufati, stracotti, bolliti, bistecche, braciole, frattaglie, ecc., per cui sarebbe necessario un lungo discorso.
Il nostro vitellone, trasportato in Toscana, fornisce le giustamente celebri fiorentine.(*)

(*) Corrado Contoli, Romagna gastronomica – guida alla veritiera cucina
romagnola, Bologna, Edizioni Calderini, 1963, pag. 51

Fonte: Ermes Agricoltura – Regione Emilia Romagna

Involtini di agnello (Abbuot’ di agnello)

Territorio interessato alla produzione: Provincia di Isernia ed in particolare nella valle del Volturno.

Caratteristiche del prodottoInvoltini di agnello da latte. Sono realizzati con carne, fegato, polmone, cuore, rete dell’intestino (mesentere), carne magra, aglio, peperoncino, prezzemolo, timo, pepe, sale, budelline di agnello da latte. Per la preparazione sono necessari coltello a punta, forbici, piano di taglio, tegame di terracotta o di acciaio.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente

Testine di agnello o capretto

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Testine di agnello o capretto divise a metà.

Metodiche di lavorazione: Si mettono a bagno le testine per 24 ore avendo cura di cambiare spesso l’acqua fino alla scomparsa delle tracce di sangue; indi, fatte sgocciolare bene e disposte in una teglia, vengono cosparse con sale ed olio. Vengono quindi ricoperte con un impasto di mollica di pane, aglio e prezzemolo finemente tritato. La teglia, dopo aver cosparso il tutto con una miscela di acqua ed olio, viene infornata. Il tempo di cottura è di circa 2 ore.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Almanacco del Molise, 1970 – Nocera Editore, pag. 256.
Archivi di Casa Iapoce; libro dell’esito quotidiano per cibari. Busa n. 17 fascicolo n.229.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Nodi di trippa

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoAltro piatto povero della cucina Molisana. I migliori si preparano durante il periodo della spigolatura, poiché gli agnelli da latte mangiano le restanti spighe di grano ed il ventre risulta essere più morbido e digeribile. È un piatto sostanzioso, dal gusto forte che stuzzica l’appetito ed invita a bere un buon bicchiere di vino, sia il rosso di Belmonte del Sannio (IS) che il rosato di Cantalupo (IS).

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Almanacco itinerari del Molise del 1971 Nocera Editore, pagina 256.

Ntriglio

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Sapore forte, grasso, adatto per condimenti con verdura, pasta corta, uovo fritto. È un piatto adatto per giornate molto fredde.

Metodiche di lavorazione: La materia prima è il mesentere del maiale.
Si separa dalle budelle del maiale il mesentere che, schiacciato con le mani e aperto, viene posto su un grosso piatto rovesciato, salato, condito con aglio, origano, peperoncino e lasciato a riposo per 24 ore, in modo che scoli l’acqua. Poi viene incannucciato (una canna comune spaccata) a croce in entrambi i lati e appeso per l’essiccazione che dura circa una settimana.
Il periodo di produzione va da novembre a gennaio.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Un piatto rovesciato grande.

Locali di lavorazione, conservazione e stagionatura: La stagionatura si svolge in locali freschi e aerati.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004.

Pane casareccio

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: 3/4 di farina di grano tenero e 1/4 di farina di grano duro, lieviti naturali, acqua, patate lesse passate, sale.
La farina si impasta con acqua tiepida e la si lavora a massa aggiungendovi il lievito. Dopo la porzionatura si lascia lievitare. Nei periodi freddi la mesa con la pasta viene messa vicino al camino o ad un braciere, in alcuni casi coperta con panni di lana. Dopo che le forme sono ben lievitate (cresciute) vengono messe a cuocere in forno a legna. I panelli cotti del peso fino a 3 Kg si conservano fino a 15 giorni. Il periodo di produzione è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Madia in legno e mesa in legno, cesti di vimini o di canne e tovaglie di cotone.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Il Molise fascista La festa del pane “il pane nostro”, 1929, pagine 6,13,14.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Pizza di granone (Pizza randign, Panitte)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: farina di granone (mais), sale, olio extra vergine di oliva, acqua calda. La pizza di granoni è la ricetta base per diversi piatti tipici molisani quali ad esempio la “mbaniccia” di Ferrazzano, la “Fruffela” di Bonefro,“Pizza e minestra”,“Rifallarielli”.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Almanacco itinerari del Molise del 1970 Nocera Editore, pagina 254;
La cucina molisana in 100 ricette tradizionali di Ottavio Cavalcanti – Tascabili Newton 1999;
Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 203.

Scurpelle di Belmonte

Territorio interessato alla produzione: Alto Molise, e in particolare a Belmonte del Sannio (IS).

Caratteristiche del prodottoSimili alle zeppole, ma a pasta salata, sono fritte in olio bollente, e, poiché non viene impiegata la siringa, le forme sono date dalle mani. Per la loro preparazione vengono utilizzati farina, uova, sale, lievito, olio.È un prodotto tipico che accompagna i piatti della vigilia di Natale.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Caciatelli (Casciaielli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoMezza luna a panzerotto. Le materie prime sono: farina 00, acqua, sale, zucchero, formaggio fresco, cannella e scorza di limone, formaggio stagionato, salsiccia.

Cenni storici e curiosità

Il Molise arte, cultura e paesaggi – F.lli Palombi editori 1900, pagina 108;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 451.

Ravioli scapolesi

Area di produzione: Comune di Scapoli (IS).

Caratteristiche del prodotto: Raviolo ripieno, di grosse dimensioni, dal sapore intenso.

Metodiche di lavorazione: Si prepara un composto con bieta lessata, carne macinata cotta, pezzetti di salsiccia, patate lesse, uova battute, cacio-ricotta, formaggio grattugiato, sale e pepe.
La pasta all’uovo, preparata in sfoglia, è tagliata a strisce molto larghe nelle quali è messo un cucchiaio del composto. Con il tagliapasta si fanno dei ravioli che poi sono chiusi sui bordi premendo con la forchetta. I ravioli così preparati sono lessati in acqua bollente, asciugati e messi in una teglia. Si aggiunge sugo di carne di maiale e salsiccia fresca e si mette in forno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Si utilizzano attrezzature per la preparazione della pasta, recipienti per gli impasti e la salsa, frusta battiuova, tagliapasta.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Cavatelli (Cecatelli)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoProdotto per primi piatti, idoneo con sugo di carne o con verdure e pesce.Le materie prime sono: farina di grano duro, acqua e sale.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

La cucina molisana in 100 ricette tradizionali di Ottavio Cavalcanti – Tascabili Newton 1999;
Un paese racconta, La scoperta di un comune molisano: Frosolone, di Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Nuoscio – Edizioni PROLOCO.
Almanacco del Molise del 1970 Nocera Editore, pagina 246.

Cazatelli (Cazzarieglie)

Area di produzione: Intero territorio regionale, rinomati quelli di Vastogirardi (IS).

Caratteristiche del prodotto: Tipo di pasta simili allo spaghetto, lungo circa 70 cm e dello spessore di un fiammifero.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: farina, acqua, sale. Versare la farina a fontana sulla spianatoia ed impastarla con tanta acqua tiepida fino ad ottenere un impasto consistente, lavorare a lungo e quando la panetta sarà diventata liscia, omogenea ed elastica, avvolgerla in un tovagliolo umido.Tagliare un pezzo di pasta alla volta e con le mani allungarlo fino a farlo diventare dello spessore di un fiammifero; si ottengono così dei cilindretti di pasta che tagliati con un coltello alla lunghezza di 70 cm, formano i “Cazzarieglie”. Man mano che si preparano, vanno disposti sulla spianata infarinata per farli asciugare. Il periodo di produzione è tutto l’anno, ma soprattutto in inverno perché viene abbinata ad un condimento a base di salsa di pomodoro, carne di maiale e fagioli rossi.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Spianata di legno.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975, pagina 56.
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 121.

Ricorrenze, sagre, mostre, etc.
A Vastogirardi (IS) nel mese di agosto si svolge la sagra dei “Cazzarieglie e fagioli”.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Farro Dicocco Molise

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoIl farro (Triticum dicoccum Schübler) appartiene alla famiglia delle Graminacee.

Cenni storici e curiositàSecondo alcuni reperti archeologici provenienti dalla Mesopotamia e dall’antico Egitto la coltivazione del farro risale a circa il 7000 A.C. In Italia la coltivazione del farro si affermò soprattutto nelle colonie greche della Magna Grecia e della Sicilia nel quarto secolo A.C., diffondendosi rapidamente nell’intera Penisola.Plinio lo chiama “primus antiquis latio cibus” poiché tale cereale costituiva la base della dieta degli antichi Romani.Giuseppe Maria Galanti, nella sua opera “Descrizione del Contado di Molise”, edito nel 1780, a pag. 215, descrivendo le produzioni naturali molisane, tra l’altro, afferma: “… produce abbondantemente orzo, farro, legumi ecc.”

Trota Fario

Territorio interessato alla produzione: Provincia di Isernia e, in particolare a Rocchetta al Volturno.

Caratteristiche del prodottoPesce di acqua dolce, di media grandezza, corpo slanciato e caratteristici puntini rossi.

Cenni storici e curiositàUna Deliberazione, del 1977, della Regione Molise autorizza una ditta locale al prelievo di acqua in agro di Pesche per l’allevamento di trote fario; un altro documento, sempre del 1977, dell’Intendenza di Finanza di Isernia, concede, alla medesima ditta la derivazione di acqua per l’attività di piscicoltura.

Cipolla di Isernia (C’polla Ghianga, Cipolla di S. Pietro e Paolo)

Territorio interessato alla produzione: Isernia.

Caratteristiche del prodottoBulbo di colore bianco, con forma schiacciata, pezzatura grande (peso medio da 100 a 300 g).

Cenni storici e curiositàVeniva usata in campo medico per curare le cisti, attraverso impacchi di cipolla cotta; la foglia di cipolla riscaldata veniva utilizzata per i duroni ai piedi.Usata per fare la frittata con le cipolle; cotta al forno interamente e mangiata; ricercata in primavera per il classico pane e cipolla perché molto dolce.
Proverbi:“La mogl ch vò ben a ru marit la sera r fa truà la cpullata”.
A Isernia si svolge la fiera della Cipolla il 29 giugno.

Cipollotto (Lampascion)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoSpecie appartenente alla famiglia delle Liliacee conosciuta come cipollotto selvatico, cipolletta amara, cipollaccio con il fiocco e lampascione.È presente nella nostra regione sia in pianura che in collina, nei prati perenni, sulle scarpate, nei campi coltivati e spesso nei vigneti.Vengono consumati freschi oppure lessati, fritti o cotti al forno. Possono essere conservati sott’olio dopo la bollitura in aceto e normale tecnica di preparazione.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Patata lunga di San Biase

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, rinomata quella del comune di San Biase (CB) dal quale prende il nome.

Caratteristiche del prodottoLe patate coltivate a San Biase che hanno avuto dal principio un pieno riscontro nel campo e nella cucina, sono di forma alquanto allungata ed appiattita con buccia giallastra o violacea e pasta biancocrema.

Cenni storici e curiositàIl particolare clima fresco e la natura agronomica del terreno, consentono di produrre tuberi di elevata qualità culinaria e di lunga conservazione. Per queste caratteristiche merceologiche, le patate di San Biase sono state sempre apprezzate e richieste dalle popolazioni dei paesi vicini.Fino a tempi assai vicini, infatti, molti commercianti e semplici consumatori si recavano sul posto nel periodo autunnale per acquistare, o scambiare con altre merci o derrate, la rinomata patata lunga di San Biase.La patata lunga di San Biase è stata tra le prime comparse nel Molise. Nel rapporto fatto nel 1810 dal sindaco di Trivento, come risposta all’Inchiesta Murattiana relativa al Circondario (tra cui era compreso il territorio di San Biase), alla voce patata, è testualmente riportato: “Egli è da poco, che se n’è introdotto l’uso e con vantaggio. Negli anni scorsi più famiglie si sono con esse sostenute.” Questa è la prima citazione dell’uso alimentare di questo tubero nel Molise, essendo le altre riferite a dopo la restaurazione borbonica del 1815. Agnone, che è stato sempre considerato il centro primario di coltivazione della Provincia di Molise, ha conosciuto, infatti, la patata intorno al 1813.Da una testimonianza di un’anziana donna, Adelaide D’Andrea, deceduta all’età di 96 anni nel 1972, la patata di San Biase risulta essere già conosciuta nel maggio del 1799. Fu proprio in quel mese, infatti, che fece una breve sosta, in un accampamento appena fuori del paese, un battaglione di soldati francesi diretto a Trivento a sedare una sommossa popolare. In quest’occasione alcuni ragazzi, avvicinandosi per curiosità ai nuovi arrivati, hanno potuto osservare per la prima volta che alcuni gendarmi, addetti alla cucina di campo, sbucciavano le patate per cuocerle. Tra questi ragazzi c’era la nonna di Adelaide, allora bambina che, insieme agli altri, ricevette da questi le bucce più spesse contenenti le gemme (e forse anche qualche piccolo tubero) e l’indicazione di come trapiantarle.

Pomodori gialli invernali (Pmdor d’viern da append’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoI pomodori vengono raccolti avendo cura di prelevare l’intero racemo e quando hanno raggiunto una colorazione gialla; vengono così legati con un filo di cotone resistente e successivamente annodati ad uno spago più robusto fino a formare un grosso grappolo di circa 30 cm di lunghezza che viene, così, conservato appeso su canne, in locali asciutti e arieggiati per essere utilizzati in inverno sia per le insalate che per realizzare bruschette con l’olio novello extra vergine.

Cenni storici e curiositàIntendenza di Molise, Inchiesta murattiana.

Lenticchia (Miccula)

Territorio interessato alla produzione: Molte zone della regione con altitudine dai 700 ai 1300 metri, con particolare rilevanza quelle di Conca Casale (IS), Capracotta (IS) e Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoPianta annuale pubescente con fusto debole, ramificato, fiori bianchi con venature azzurro-violacee; legume corto, largo e schiacciato a forma discoidale.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:Vocabolario del dialetto agnonese – anno 1893 pag. 78 – del dr. Giuseppe Cremonese. F. Di Nucci – Capracotta (IS).
Ricorrenze, sagre, mostre, etc:Sagra dei legumi – agosto di ogni anno a Conca Casale (IS).

Fagiolo scuro (Fasciol’ a burr’, Fasciol tabbacchin)

Territorio interessato alla produzione: Isernia (IS), Fornelli (IS), Macchia d’Isernia (IS), Monteroduni (IS) e Sant’Agapito (IS).

Caratteristiche del prodottoLegume di colore marroncino, piccolo e rotondeggiante.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:Mercuriali dei prodotti alimentari in commercio nel Molise nei primi decenni dell’800 – Pubblicazione degli Archivi di Stato – Saggi 34.
Proverbi:“La mort d’ ru fasciol è la pignata attuorna ru fuoc”

Live curate (Olive all’acqua e sale)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe olive al naturale sono olive deamarizzate. Tali olive, provenienti da varietà ancestrali come l’olivone, l’olivoncello e il leccino, sono caratterizzate da un’elevata salubrità, poiché non avendo subito trattamenti chimici, conservano intatti tutti i loro componenti, compresi i polifenoli utili all’organismo.Le olive al naturale sono commercializzate come olive nere in salamoia, ma anche sotto forma di patè di colore scuro.

Cenni storici e curiositàTradizione tramandata oralmente.

Pomodori secchi

Materia prima: pomodori.

Tecnologia di preparazione: i pomodori (meglio scegliere i San Marzano) vengono lavati e tagliati in due parti in senso verticale. Si mettono su un asse pulito con le parti tagliate verso l’alto. Si espongono al sole quotidianamente coprendoli con garze per evitare le molestie degli insetti, fin tanto che non siano completamente disidratati. Si conservano in vasi di vetro tal quali con foglie di alloro e basilico, oppure si mettono sott’olio aromatizzandoli a piacere. Ma in questo caso è opportuno salare i pomodori prima di farli essiccare.

Maturazione: qualche settimana.

Area di produzione: in tutto il Mezzogiorno.

Calendario di produzione: luglio, agosto, settembre.

Note: i pomodori essiccati vengono utilizzati per salse e per altre preparazioni. Inoltre una quantità non indifferente viene commercializzata sott’olio aromatizzata all’origano, all’aglio, al prezzemolo, ai semi di finocchio, al timo, al peperoncino, ecc. Originario dell’America Latina, il consumo del pomodoro si è diffuso in Europa con la coltura italiana come punto centrifugo. Questo perché nell’area mediterranea il pomodoro ha migliorato sia il suo aspetto che il suo sapore.

Composta (A cumposta)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoConserva di frutta ed ortaggi sottaceto a crudo. Nel Molise è molto diffusa l’abitudine di conservare frutta ed ortaggi sott’aceto a crudo e di consumarli come antipasto insieme al prosciutto ed alla soppressata o solamente come “ulìe” (sfizi) insieme a coste di sedano, olive e finocchi.Le materie prime sono: pere “zenghere”, cipolle, “paparulesse” (peperoni sott’aceto), carote, pomodori verdi, acini di uva, aceto di vino bianco, sale; a scelta si possono aggiungere ulteriori ortaggi e frutta.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Vocabolario Dialetto Agnonese di Giuseppe Cremonese alla parola A Cumposta Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898;
La cucina molisana, di A.M. Lombardi R. Mastropaolo, I edizione 1986, II edizione 1995 Edizioni Cultura e sport, pagina 467.

Peperone sottaceto (Paparolesse)

Territorio interessato alla produzione: Particolarmente a Riccia (CB) e nell’Alto Molise ma anche nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLa forma dipende dal tipo di peperoni utilizzati, la consistenza è più molle per l’assorbimento dell’aceto.

Cenni storici e curiositàNella settimana a cavallo di S. Giuseppe, per la festa del 19 marzo particolarmente a Riccia, sono utilizzate per preparare l’antipasto di S. Giuseppe che si aggiunge al tradizionale piatto fatto di peperoni ripieni di mollica di pane, uva passa, noci e alici.

Lessata

Territorio interessato alla produzione: Prevalentemente nell’Alto Molise e a Riccia (CB) e, con qualche variante, nell’intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: ceci, cicerchie, fagioli, grano, mais, lenticchie e olio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Il convito e la devozione di S. Giuseppe nella tradizione molisana, di Enzo Nocera, pag. 83;
La tavola di S. Giuseppe “le tredici pietanze di Riccia” a cura di A. Basile, Associazione culturale Pasquale Vignola, Riccia 1992 pagina 17.

Porcino (U’purcin’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoMassa di piccole e medie dimensioni a forma di ombrello. Cappello di 5-25 cm di diametro la cui parte superiore è brucompatta bianca; gambo tozzo e denso, bianco nocciola chiaro ingrossato alla base.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:.La Cucina Molisana, A. M. Lombardi, R. Mastropaolo,Arti Grafiche La Regione Editrice – Ripalimosani, 1986, pagg. 111, 172 e 185.

Tartufo in salamoia

Materia prima: tartufo sia bianco che nero.

Tecnologia di preparazione: i tartufi vengono selezionati a mano, ripuliti
dalla terra con uno spuzzolino uno per uno, lavati, messi in barattoli. Si
aggiunge la salamoia e si sterilizza in autoclave. Si conservano in lungo
fresco e buio.

Maturazione:

Area di produzione: Piemonte, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo.

Calendario di produzione: autunno, inizio inverno.

Note: oltre al tartufo hianco (Tuber magnatum pico) e a quello nero (Tuber
melanosporum) anche il tartufo estivo scorzone (Tuber aestivum) è oggetto
di trasformazione. Di colore blu-nerastro con cuticola verrucosa, si
distingue dal più pregiato tartufo nero di Norcia per la carne più chiara
tendente al bianco nocciola marmorizzato. Il melanosporurm è invece nero.
Un altro (Tuber mesentericum) è molto diffuso nella zona di Ariano Irpino
oltrechè nel Lazio, in Toscana e nel sud delle Marche e dell’Umbria, dove
viene consumato insieme a formaggi freschi di capra in insalata.

Mela limoncella

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoAntica varietà di melo coltivata nelle aree interne del Molise (media ed alta collina), pianta a portamento assurgente, frutto a maturazione tardiva, di pezzatura piccola a forma tronco conica e buccia di colore giallo-verdognolo, profumo intenso e sapore dolce acidulo, polpa croccante.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Almanacco del Molise – 1970, pag. 263;
Archivio di Casa Iapoce – Ricette di cucina Busta 4 fascicolo 77, Busta 15 fascicolo 203.

Castagne

Territorio interessato alla produzione: Alcune aree del territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoAlberi di medie e grosse dimensioni, a foglia caduca, con fusto ramificato e chioma espansa.La specie è monoica con infiorescenze femminili inserite alla base di lunghi amenti maschili. Le foglie sono alterne, ellittico-allungate, acuminate, con margine seghettato e più chiare nella pagina inferiore.I frutti (acheni) sono contenuti, in numero di 2-3, entro un involucro spinescente sferoidale “cupola” volgarmente detto “riccio” che, a maturità, diviene bruno e si apre liberando le castagne in esso racchiuse.Si raccolgono in autunno a mano, liberandole dal riccio e conservandole in luogo asciutto per il futuro consumo.

Cenni storici e curiositàPoesiaL.A.Trofa. ”Pampuglie”, Cassa di Risparmio, Campobasso.“Che stravèrie, che mazzate,e ‘nve credete ca le so ‘mmentate…..j’ ce stèva ddavère, chèlla notte(vine viecchie, castagne e pèra cotte)quànne ze pellecciànneQarèsema e Carnenevàle,mò fa l’anne!”

Fichi secchi

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe piante hanno un notevole sviluppo, prediligono clima caldo e terreno sciolto.I frutti, a forma di pera, hanno colore diverso a seconda le varietà (verde, bianco, nero); contengono numerosissimi acheni avvolti in una polpa zuccherina, dolcissima.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Larino (CB) – Società Editrice Annuari Guide Regionali Italiane Forlì MCMXXVII-Alberto Magliano;
Intendenza di Molise, inchiesta murattiana;
Archivio di Casa Iapoce. Libro dell’esito quotidiano per cibari Busta 15 Fascicolo 203-206, anno 1747.

Proverbi“Chi mangia il fico, frutta bella, vuole anche la sorella”.

Campana

Area di produzione: Alto Molise, in particolare la zona di Agnone (IS).

Caratteristiche del prodotto: Prodotto a forma di campana, da cui il nome.

Metodiche di lavorazione: È composto da zucchero, margarina vegetale, uova, latte, farina 00, farina di mandorle, noci in granella e aromi naturali. Dopo aver preparato tutti gli ingredienti, lo zucchero è amalgamato con la materia grassa inserendo, in ordine, uova, latte e farina. Mischiati questi ingredienti si aggiungono farina di mandorle e noci in granella; successivamente si versa il composto negli appositi stampi preparati precedentemente.
Dopo la cottura, che avviene in forno per circa 45 minuti e dopo che il prodotto stesso si è raffreddato, viene sfornato e posto su delle apposite teglie lasciandolo asciugare per alcune ore, quindi, viene ricoperto con gianduia preparato in precedenza.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Per la preparazione si utilizzano impastatrice, sbatti uova, spatole, stampi, forno, teglie forate e pentole in acciaio.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Comune di Agnone – Biblioteca, 1969,
(ripresa da un manoscritto del 1269).

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Ciambella

Area di produzione: Agnone (IS).

Caratteristiche del prodotto: Croccanti e tenere.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: uova, burro, zucchero, farina, sale, lievito di birra. A partire da un impasto di acqua, zucchero, farina, burro, uova e lievito, si preparano le ciambelle e si cuociono al forno.
Una volta raffreddate vengono guarnite con il “naspro” (glassa), che si ottiene mettendo a bollire zucchero ed acqua in rapporto di 2 a 1 fino ad ottenere un liquido viscoso; a questo punto si fa raffreddare e si aggiungono albume d’uovo montato “a neve” e zucchero a velo. Il preparato così formato viene fatto leggermente indurire e quindi spalmato sulle ciambelle.
Il periodo di produzione è tutto l’anno ed in occasione di matrimoni ed altre ricorrenze.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice, forno, coltello, spianatoia, fornello a gas, pentola in rame.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Locandina pubblicitaria del 1972 -biblioteche riunite di Agnone.
Almanacco del Molise Ed. Nocera 1970, pagina 267.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Ferratelle (Cancelle, Pizzelle)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoVengono prodotti in due versioni, l’una consistente e croccante, l’altra soffice e tenera.Le materie prime sono: farina, uova, zucchero, vino passito, spezie.

Cenni storici e curiositàTassini nel suo libro “Curiosità veneziane” le chiama scalette o inferriate, perché tali dolci presentano dei rilievi superficiali che fanno pensare a scale o grate.In alcuni paesi dell’alto Molise, fino agli anni ’60 le ferratelle erano i dolci tipici consumati in occasione dei matrimoni.In epoca romana venivano detti “Crustule”.

Fiadone (R sciatun)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente conosciuti sono quelli di Rionero Sannitico (IS), Riccia, Santa Croce di Magliano, San Giuliano del Sannio in provincia di Campobasso.

Caratteristiche del prodottoIl prodotto finito si presenta generalmente a forma circolare del diametro di circa 40 cm, e con altezza variante tra 4-5 cm. In alcuni casi, il prodotto finito, ha la forma a mezza luna.Le materie prime sono: formaggio fresco di capra, vacca o misto, uova, uva sultanina, cedro, frutta candita, cannella, zucchero, liquore. In alcuni comuni del Basso Molise il fiadone viene realizzato a base di ricotta, zucchero e buccia di limone non disdegnando anche l’utilizzo nell’impasto di salsiccia e formaggio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici:

Rionero paese mio – di Alfredo e Mirella Di Vincenzo;
Vocabolario “Dialetto Agnonese” di Giuseppe Cremonese Tipografia Gabriele Bastone Agnone 1898, pagina 107;
Vastogirardi il paese il suo agro e la sua storia, di Teodoro Vincenzo Busisco dicembre 1975, pagina 56.

Pan di Spagna

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Torta di forma circolare, alta circa 10 cm e di consistenza soffice.

Metodiche di lavorazione: Gli ingredienti occorrenti sono: 12 uova, 12 cucchiai di zucchero, 12 cucchiai di farina di “00”, un pizzico di sale e lievito per dolci. In un recipiente si battono i tuorli delle uova insieme allo zucchero aggiungendo delicatamente gli albumi delle uova precedentemente montati a neve. Si versa la farina, il sale ed il lievito amalgamando bene tutti gli ingredienti. Il composto ottenuto viene sparso su di una teglia imburrata di forma circolare e lo si fa cuocere in forno per circa 40 minuti. Il prodotto così ottenuto viene fatto raffreddare per essere tagliato in due strati, bagnato con liquori a piacere e farcito con crema pasticciera.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche Iapoce Busta 17 fasc.225.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Soffio (Sc’ usc’)

Territorio interessato alla produzione: Venafro (IS) e Pozzilli (IS).

Caratteristiche del prodottoÈ una ciambella rustica che viene consumata preferibilmente appena preparata e quindi calda e da questo deriva il nome Sc’usc’ (soffia).Per la sua produzione vengono utilizzati i seguenti ingredienti: farina di grano tenero, lievito di pane, olio extra vergine, rosmarino, acqua e sale. In alcune varianti, si aggiunge vino bianco e buccia di arancia.

Cenni storici e curiositàIl prodotto viene preparato per la fine dell’anno (San Silvestro) e una volta c’era l’usanza che in ogni casa ci dovessero essere a disposizione per quella sera “sc’usc’” e vino, da offrire agli ospiti ed ai “concertini” di San Silvestro che andavano ad augurare il buon anno.

Staielle

Territorio interessato alla produzione: Agnone (IS).

Caratteristiche del prodottoÈ una ciambella rustica che viene consumata preferibilmente appena preparata e quindi calda e da questo deriva il nome Sc’usc’ (soffia).Per la sua produzione vengono utilizzati i seguenti ingredienti: farina di grano tenero, lievito di pane, olio extra vergine, rosmarino, acqua e sale. In alcune varianti, si aggiunge vino bianco e buccia di arancia.

Cenni storici e curiositàIl prodotto viene preparato per la fine dell’anno (San Silvestro) e una volta c’era l’usanza che in ogni casa ci dovessero essere a disposizione per quella sera “sc’usc’” e vino, da offrire agli ospiti ed ai “concertini” di San Silvestro che andavano ad augurare il buon anno.

Calzoni (Cavicione, Cavizum)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente rinomati quelli prodotti nel comprensorio del comune di Riccia (CB).

Caratteristiche del prodottoDolci a forma di semiluna friabili, dal sapore caratteristico, delicato. Prodotto per devozione alla figura di S. Giuseppe e offerto per carità alle famiglie bisognose.

Cenni storici e curiositàÈ probabile che l’origine sia autoctona.Tale delizia gastronomica fu di sicuro apprezzata e migliorata dalla Regina Costanza di Chiaromonte moglie ripudiata dal Re di Napoli Ladislao di Durazzo, che visse nel comune di Riccia.Negli anni 1300-1400 i rapporti tra Riccia e Sicilia pare fossero molto stretti.Simili alle panelle siciliane che sono fatti con pasta di ceci con sale e prezzemolo, ai caggiunitt’ abruzzesi dolci natalizi fatti con ceci e castagne, ai cavezune del basso materano fatti con un impasto di ceci e cioccolato.

Pagnottini (pagnuttoine)

Area di produzione: Agnone (IS).

Caratteristiche del prodotto: Morbido tipo brioche.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: uova, zucchero, farina, lievito naturale, uva sultanina, limone. L’impasto si fa lievitare per circa 3 ore. Si fanno le forme, si dispongono sulle teglie e lievitano per circa 2 ore. Si cuoce al forno. Il periodo di produzione è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice, forno.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Quaresimali

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Biscotti di forma trapezoidale, di colore dorato.

Metodiche di lavorazione: Vengono impiegate mandorle dolci pelate e sgusciate, zucchero, farina “00”, uova, lievito in polvere ed aromi naturali. Si prepara l’impasto dandogli la forma di un filone arrotondato, si inforna e, ancora a caldo, si procede al taglio a fettine del preparato. Vengono prodotti durante è tutto l’anno.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Si utilizzano impastatrice, spianatoia, coltello.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Conclamata tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Raffaioli

Area di produzione: Agnone (IS).

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: uova, zucchero, farina, ammoniaca.
Si montano i tuorli d’uovo con lo zucchero fino a farli diventare spumosi, quindi, si aggiungono la farina, l’ammoniaca e gli albumi, montati in precedenza. Si divide il composto così ottenuto in tanti bastoncini in seguito posti su una teglia da forno unta ed infarinata. Il tempo di cottura è di circa dieci minuti. Il periodo di produzione è tutto l’anno ed in occasione di matrimoni ed altre ricorrenze.
Sono ottimi da servire con il cioccolato caldo.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice, forno, coltello, spianatoia.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Referenze bibliografiche
Locandina pubblicitaria del 1972 – biblioteche riunite di Agnone.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Rococò

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: farina, miele, mandorle, frutta candita. La farina, il miele, le mandorle, e la frutta candita vanno impastati con l’impastatrice ottenendo un composto omogeneo. La pasta viene posta su un tavoliere, gli viene data una forma di un tarallo e poi passata al forno caldo. Il periodo di produzione è Natale.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Impastatrice.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Rosachitarre (rosacatarre)

Area di produzione: Intero territorio Regionale, in particolare a Larino (CB).

Caratteristiche del prodotto: Dolce raffinato e semplice per grandi occasioni.

Metodiche di lavorazione: Le materie prime sono: uova, farina bianca, olio di oliva, alcool buongusto, bicarbonato, miele.
Si mette sul tavoliere la farina a fontana, si aggiungono le uova, l’olio, l’alcool e il bicarbonato, si mescola bene il tutto al fine di ottenere una pasta omogenea. Da qui si tirano delle sfoglie e si tagliano a strisce di circa due centimetri. Si prende la striscia di pasta e, contemporaneamente, con entrambi le mani si chiude la striscia di pasta lasciando uno spazio di circa 2,5 centimetri. L’operazione si ripete fino a quando non viene ultimata la striscia di pasta. La striscia, poi viene arrotolata e unita su se stessa fino ad ottenere una “rosa”. Si friggono in abbondante olio extra vergine di oliva. Infine si bagnano le rosacatarre nel miele che in precedenza è stato sciolto sul fuoco. Il periodo di produzione è Natale.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Tavoliere di legno.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Tradizione orale.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Uccelli (cielli, ciell’arechini, cillucc’)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale, particolarmente nei comuni di Civitacampomarano (CB), Lupara (CB), Larino (CB), Agnone (IS).

Caratteristiche del prodottoDolci a forma di mezzaluna, con ripieno ricco, poco dolce, aromatico. Quelli prodotti ad Agnone sono di forma quadrata, teneri e croccanti, con il classico sapore dell’amarena.Gli ingredienti per la sfoglia sono farina 00, zucchero, uova intere, sugna, scorza di limone grattugiato.Per il ripieno vengono utilizzati mosto cotto, pane casereccio grattugiato, zucchero, miele, caffè, mandorle tostate, cacao amaro, chiodi di garofano, scorza di arancia, scorza di limone, stecca di cannella, liquore Strega, noce moscata.

Cenni storici e curiosità

Guida alla provincia di Campobasso pag. 91 Ed. Molise Verde 1993;
Locandina pubblicitaria de 1972 (biblioteche riunite di Agnone).

Riso con il latte

Area di produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodotto: Massa cremosa bianco-giallastra

Metodiche di lavorazione: Le materie utilizzate sono: riso, latte, vaniglia, limone e zucchero. Il riso viene portato a mezza cottura in abbondante acqua, e si versa in un tegame in cui bolle il latte aromatizzato con cannella, vaniglia e buccia di limone.Viene terminata la cottura mescolando il tutto con un cucchiaio evitando così che si attacchi sul fondo; viene poi zuccherato, fatto insaporire e poi si toglie dal fuoco. Si versa il riso, diventato ormai cremoso, in una insalatiera e si profuma il tutto con una spolverata di cannella. Il riso può essere cotto anche direttamente nel latte è, ovvio, che preparato in quest’ultimo modo il prodotto risulterà più cremoso e saporito.

Materiali e attrezzature per la preparazione: Pentole, insalatiere e cucchiai.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Cenni storici
È un prodotto legato, alla festa dell’Ascensione, “l’Ascenza”, giorno in cui è consuetudine nel Molise mungere gli animali non solo per consumare il latte fresco ma per lessarvi il riso o i tagliolini. In questo giorno il latte non si fa “cagliare” e non si usa per preparare i formaggi, ricotte e altri latticini, ma si regala a parenti e amici insieme con una ciotola di riso o tagliolini. Questo rito di inizio primavera , come le corse dei buoi a S. Martino in Pensilis o la “Pagliara Maje” a Fossalto, trova la sua origine nel desiderio di propiziarsi abbondanti raccolti.

Referenze bibliografiche
La tavola di S. Giuseppe ” Le tredici pietanze di Riccia a cura di A. Basile Associazione Culturale Pasquale Vignola Riccia.
Lombardi Anna Maria – Mastropaolo Rita, La Cucina Molisana, Ripalimosani, Arti Grafiche La Regione Editrice, 1986, pag. 287.

Ricorrenze, sagre, mostre, etc
È preparato in coincidenza con:
Festività di San Giuseppe (19 marzo);
Corsa dei carri a S. Martino in Pensilis (CB);
Festività de la “Pagliara Maje” a Fossalto (CB);
Giorno dell’Ascensione.

Fonte: ERSA Molise – Atlante dei prodotti tradizionali della Regione Molise, ERSA Molise Notizie, Anno V n. 1-2/2004

Mostaccioli

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoLe materie prime sono: farina, mandorle, uova, zucchero, bucce di mandarino ed arance, chiodi di garofano, bicarbonato, grappa, cioccolato in polvere amaro, e, per la copertura, cioccolato fondente.

Cenni storici e curiositàDolci risalenti all’epoca Romana e Sannita, detti Mustacea perché composti da farina, miele e mosto cotto; il Tassini, noto enogastronomo Veneziano della seconda metà ‘700 li chiama Mostazoni.

Olio Molise DOP

Area di produzione: regione Molise

Caratteristiche:
Acidità massima: 0,60%
colore: dal giallo al verde
odore: fruttato medio-alto
sapore: fruttato con delicato sentore di amaro piccante

Abbinamenti: zuppe e minestre tipiche della cucina dell’Appenino Molisano in particolare con legumi come: lenticchie, fave, ceci, fagioli, cicerchie e farro. Primi piatti di pesce a base di scampi, triglie, cozze e vongole.

Note: All’epoca dei romani troviamo menzionati gli oli molisani da Catone il Prisco nel Trattato ‘De re rustica’, da Plinio in ‘De Oleo’ e da Orazio nelle sue Satire. Anche Cicerone, nella ‘Pro Cluentio’ loda la laboriosità dei Larinati (abitanti del territorio di Larino) e la fertilità della loro terra. D’altronde il territorio ben si adatta alla coltivazione dell’olivo che, nel corso dei secoli, si è specializzata caratterizzandosi in alcune pregiate varietà come la ‘Aurina’, il ‘Gentile di Larino’ la ‘Rosciola’ e la ‘Oliva nera di Colletorto’. Il pregio dell’olio del Molise trova ulteriore riscontro negli scritti dello studioso salentino del 1700 Giovanni Presta, il quale ricorda come in passato fosse riservato ai palati ‘più delicati, più schifiltosi e ricchi’.

Riferimenti normativi: Prodotto DOP, Regolamento (CE) N. 1257/2003 della Commissione del 15 luglio 2003 pubblicato sulla GUCE L 177/3 del 16/07/2003.
La Denominazione di origine protetta Molise è riservata a tutti gli extravergine della Regione.

Amaro molisano (liquore di erbe)

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale

Caratteristiche del prodottoLiquore ottenuto da 32 tipi di erbe, radici, sostanze vegeali ed alccol buongusto. Dalle particolari erbe l’amaro riceve proprietà benefiche e digestive.

Metodiche di lavorazioneL’amaro molisano viene prodotto in modo artigianale secondo una tradizionale ricetta, tramandata oralmente da diverse generazioni. Dopo la macerazione l’infuso viene filtrato e fatto invecchiare, indi imbottigliato.

Cenni storici e curiositàConclamata tradizione orale che ne comprovano la tradizionalità.

Molise o Del Molise DOC

Zona di produzione: la maggior parte dei comuni in provincia di Campobasso e Isernia, capoluoghi compresi

Vitigni: Il Molise DOC, nelle varie tipologie, è prodotto con uve dei vitigni corrispondenti (minimo 85%), a cui possono essere aggiunte minime quantità di uve di altre varietà a bacca di colore analogo

Gradazione alcolica minima: Molise Chardonnay 10,5 gradi; Molise Aglianico 11,5 gradi; Molise Montepulciano 11gradi. Molise Moscato passito 14 gradi.

Caratteristiche organolettiche: Il Molise Chardonnay ha un colore bianco paglierino con riflessi verdolini, un odore fresco, fruttato, un sapore delicato, armonico, anche leggermente vivace e una gradazione minima di 10,5 °C; il Molise Aglianico ha un colore rosso rubino più o meno intenso, con riflessi violacei, un odore vinoso, intenso, gradevole, caratteristico, un sapore secco, armonico, morbido, caratteristico e una gradazione minima di 11,5°C; il Molise Montepulciano ha un colore rosso rubino più o meno intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, un odore vinoso, intenso, gradevole, caratteristico, un sapore secco, armonico, morbido, a volte leggermente tannico e una gradazione minima di 11°C; il Molise Moscato passito ha un colore giallo dorato, un odore tipico di moscato, aromatico, caratteristico, intenso e delicato, un sapore dolce, armonico, gradevole e una gradazione minima di 14°C

Tipologie: Chardonnay (anche nella versione Spumante), Falanghina, Greco bianco, Moscato, Moscato passito, Moscato spumante, Pinot bianco (anche nella versione Spumante), Sauvignon, Trebbiano, Aglianico (anche nella versione Riserva), Cabernet sauvignon, Montepulciano (anche nella versione Riserva), Rosso (anche nella versione Novello), Sangiovese, Tintilia (anche nella versione Riserva)

Abbinamenti: bianchi della Doc Molise: latticini, primi piatti leggeri, pizza; rossi: piatti di pasta o polenta al ragù, formaggi stagionati o carni al forno. Moscato: mostaccioli o altri dolci tipici della tradizione molisana.

Riferimenti normativi: La Doc Molise è stata riconosciuta con DM del 18.05.1998 pubblicato sulla GU del 2.06.1998

Miele molisano

Territorio interessato alla produzione: Intero territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoIn alcune aree della provincia di Campobasso oltre ai mieli pluriflorali sono diffusi i monoflorali, quali il miele di sulla lungo la valle del fiume Trigno, il miele di castagno ai piedi della catena del Matese e quello di girasole nel Basso Molise. Nella provincia di Isernia si producono ottimi mieli pluriflorali la cui composizione varia a seconda delle essenze floreali presenti in zona.

Cenni storici e curiositàPresenza di smielatori centrifughi azionati a mano presenti in diverse aree molisane sin dal dopoguerra. Presenza di arnie costruite artigianalmente con misure e modelli simili all’arnia nota attualmente come “marchigiana”.Il miele era prodotto abbondantemente nelle campagne molisane, durante l’ultimo conflitto mondiale, come succedaneo dello zucchero che era difficile da reperire. Nell’ultimo trentennio erano molti gli agricoltori che possedevano da 5 a 20 alveari per soddisfare le esigenze della propria famiglia e dei propri parenti. Infatti, la raccolta del miele, era un evento importante quanto la vendemmia visto che capitava nello stesso periodo.
ProverbiQuando piove in agosto abbonda lardo, miele e mosto.

Salsiccia di fegato di maiale

Territorio interessato alla produzione: Rionero Sannitico (IS) e, con qualche variante, tipo il confezionamento senza carne magra, su tutto il territorio regionale.

Caratteristiche del prodottoÈ di forma cilindrica allungata, viene appesa sulle apposite aste a ruota per le pezzature più grandi e a ferro di cavallo per le più piccole. Colore variegato, dal rosso vivo al marrone scuro dato soprattutto dai pezzi di fegato e cuore.Le materie prime sono: carne magra, fegato, cuore, polmone, grasso, sale, pepe, peperoncino e aglio.

Cenni storici e curiositàRiferimenti bibliografici in:Atlante dei prodotti tipici: I salumi – INSOR, pagina 274.