Territorio di produzioneComune di Nova Siri (MT)Materie primeFarina tipo “00”, uova, strutto, zucchero, liquore bianco, agrumi, ceci, mandorle, miele, cannella, cacao amaro, acqua.Caratteristiche del prodotto finitoIl prodotto finito è un calzoncello di colore giallo dorato, farcito con un ripieno di mandorle o di ceci, con delle dimensioni comprese tra 10-11 centimetri di lunghezza e 5-6 centimetri di larghezza. La superficie presenta delle tipiche bollicine dovute agli ingredienti utilizzati e alle tecniche di lavorazione.PreparazionePer la pasta: 1 kg di farina di grano tenero “00”, 3 uova, 3 cucchiai di zucchero, 50 ml di liquore bianco (tipo sambuca, anice, vermouth, maraschino), 125 gr di strutto, un pizzico di sale, acqua o succo di due limoni per impastare.Disporre la farina a fontana sopra una spianatoia o sul piano di lavoro (possibilmente in legno) e praticare un buco centrale. Unire le uova, lo zucchero, il liquore, lo strutto (sciolto a temperatura ambiente) e un pizzico di sale. Lavorare l’impasto aggiungendo il succo dei due limoni (spremuti precedentemente) o dell’acqua. Una volta che l’impasto è pronto, occorre dargli la forma di un panetto e lasciarlo riposare per qualche minuto coprendolo con un piatto o con un canovaccio.Per la farcitura alle mandorle: 1 kg di mandorle, scorza grattugiata di qualche agrume a scelta (arancia, limone e mandarino), 50 ml di liquore bianco (tipo sambuca, vermouth, anice o maraschino), miele o zucchero q.b., cannella macinata q.b.Lessare, spellare e tritare finemente le mandorle, versarle in una ciotola e condire con la scorza grattugiata degli agrumi. Aggiungere un po’ di miele o zucchero e cannella macinata (q.b.) e mescolare fino ad ottenere un composto morbido. Se il composto risulta troppo asciutto si può aggiungere dell’acqua miscelata con un po’ di zucchero.Per la farcitura ai ceci: 1 kg di ceci secchi, la scorza grattugiata di qualche agrume a scelta (arancia, limone e mandarino), 50 ml di liquore bianco (tipo sambuca, vermouth, anice o maraschino), miele o zucchero q.b., cannella macinata q.b., cacao amaro q.b.Prendere dei ceci secchi e metterli in ammollo in acqua fredda (massimo per 12 ore). Una volta pronti immergerli in una pentola d’acqua e lasciarli cuocere fino a quando risulteranno morbidi. Appena cotti scolarli e ridurli in crema con l’ausilio di un passatutto (facendo attenzione a lasciare da parte le bucce). Versarli in una ciotola e condire con la scorza grattugiata degli agrumi. Aggiungere un po’ di miele o di zucchero, la cannella macinata e un po’ di cacao amaro (q. b.) e mescolare fino ad ottenere un composto morbido.Procedimento: Una volta pronta la pasta e gli ingredienti per il ripieno si può procedere con la stesura e la farcitura del pastizzotto.Prendere l’impasto e stenderlo con un mattarello o con l’ausilio di una macchina da pasta. Passarlo più volte tra i rulli fino a quando la sfoglia non avrà raggiunto uno spessore di 1-2 millimetri. Una volta stesa la sfoglia, creare dei piccoli dischi del diametro di 10-11 cm. Per velocizzare l’operazione ci si può servire di un piattino da caffè. Farcire una metà del disco con il ripieno di ceci o mandorle, chiuderlo facendo combaciare i due lati ed esercitando un po’ di pressione con le dita in modo da impedire al ripieno di uscire dai bordi. Sigillare il pastizzotto con l’aiuto di un tagliapasta dentato a una lama (oppure taglia e chiudi pasta dentato). Per decorare il bordo del pastizzotto si può utilizzare un timbro. In una pentola versare dell’olio e mettere sul fornello. Quando l’olio sarà caldo si potrà cominciare ad immergere i pastizzotti girando di tanto in tanto fino a quando non avranno una bella doratura. Scolarli bene, adagiarli in un contenitore e spolverizzare con lo zucchero a velo.Periodo di produzioneMese di dicembre, nel periodo dell’avvento.Cenni storici e curiositàA seguito di una ricerca condotta attraverso lo studio di alcuni testi e le interviste sul campo (donne con fascia d’età dai 60 ai 100 anni) si è riusciti a risalire alla ricetta originaria che dimostra di avere una larga base popolare ed essere ancorata allo specifico contesto culturale. La ricetta è stata tramandata oralmente già dall’ottocento e molte donne la preparano seguendo gli insegnamenti che hanno ricevuto dalle loro mamme o nonne e la trasmettono, a loro volta, alle generazioni successive. A dare notizie sulla preparazione di questo dolce tipico lo storico locale Nicola Cirigliano che in “Nova Siri. Storia e folclore” scrive: «Alcuni giorni prima di Natale, le donne preparavano, aiutandosi le une con le altre, delle leccornie, come ad esempio i “crispi” e i “pastezzotte” che si consumavano durante le festività e si portavano in regalo agli amici e ai parenti in lutto». (Nicola Cirigliano, “Nova Siri. Storia e folclore”. Tipografia Sossio, Torino, 1988)