Territorio interessato alla produzione: Comuni di Albaredo d’Adige, Angiari, Belfiore, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi S. Anna, Caldiero, Castagnaro, Legnago, Minerbe, Oppeano, Palù, Ronco all’Adige, Roverchiara, S. Bonifacio, S. Giovanni Lupatoto, S. Martino Buonalbergo, Terrazzo, Verona, Villa Bartolomea, Zevio, Villafranca di Verona, Povegliano, Castel d’Azzano, Vigasio, Buttapietra, Isola della Scala, Erbè, Sorgà, Bovolone, S. Pietro di Morubio, Cerea, Isola Rizza, Pressana, Roveredo di Guà, Sommacampagna, Bussolengo, Sona, Pescantina, Valeggio sul Mincio e parte dei comuni di Colognola ai Colli, Lazise, Lavagno, Trevenzuolo, Mozzecane, Nogarole Rocca, Concamarise, Salizzole, Castelnuovo del Garda, Veronella e Pastrengo.
La storia: La diffusione della mela nel territorio veronese ha origini molto antiche. In epoca romana, era segnalata la presenza di mele veronesi dalle caratteristiche specifiche (le cosiddette mele lanate, che erano ricoperte da una leggera lanugine). In documenti del XIV e XV sec. è riportata l’esistenza di una produzione in grandi quantità di frutti saporosi d’ogni stagione e d’ogni tipo, tra i quali anche i pomi. Tali documenti fanno riferimento, in particolare, a sistemi di produzione familiari, effettuati per lo più negli orti e broli dei grandi possidenti dell’alta pianura veronese e della fascia pede-collinare, cui va ricondotta gran parte dell’orto-frutticoltura veronese di quel periodo. Dettagliate citazioni sulla melicoltura veronese di fine 800 si ritrovano nella monografia, datata 1904, del Regio Prefetto L. Sormani-Moretti La provincia di Verona in cui si fa un’ampia disanima delle varietà coltivate in quel periodo. La Relazione Economico-Statistica sulla Provincia di Verona, del 1931, evidenzia l’importanza assunta dalla coltura del melo e richiama l’attenzione sulle mele rinomatissime di questa provincia. Originali documenti fotografici del 1912 riproducono la cernita delle mele nelle corti rurali di Zevio, testimoniando sia la rilevanza quantitativa, che la centralità economica ed occupazionale di questa coltura. Proprio a Zevio nel mese di ottobre, ormai da oltre cinquant’anni, il comune organizza una rassegna tesa a promuovere e diffondere sempre di più nei mercati il prodotto tipico.
Descrizione del prodotto: La denominazione Mela di Verona è riservata alle mele dei seguenti gruppi appartenenti alla specie Malus communis: Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Morgenduft, Granny Smith, Fuji e Braeburn. La Mela di Verona si distingue per elevata croccantezza, bassa acidità, aroma spiccato ed ottimo equilibrio gustativo fin dall’epoca di raccolta. Il colore di fondo della buccia, pur essendo diverso a seconda dei vari gruppi varietali, si presenta ben caratterizzato, mentre il sovracolore, nei gruppi Red Delicious, Gala e Morgenduft, è vivace e brillante. In particolare, la Golden Delicious può presentare sull’epidermide la tipica retatura dorata. Il calibro dei frutti non deve essere inferiore a 70 mm.
Processo di produzione: Le metodiche di lavorazione sono quelle tipiche della coltura della mela, con coltivazione su suoli argillosi e ben soleggiati, in assenza di trattamenti antiparassitari. Dopo la raccolta, che avviene a mano, il prodotto non è soggetto a trasformazioni poiché è destinato al consumo allo stato fresco, tuttavia può essere conservato alcuni giorni nelle celle frigorifere.
Reperibilità: Per quanto riguarda la Mela di Verona non ci sono problemi di reperimento del frutto, data la notevole quantità prodotta.
Usi: La mela è un frutto ricco di zuccheri e vitamine. Oltre che consumata cruda, trova ottimo impiego anche cotta al forno, bollita, grattugiata, in succo come bevanda e come base per dolci e liquori.