Il peposo, un piatto molto gradito anche da Brunelleschi

Francesco Garbo  | 03 Giu 2024

Il peposo è una vera delizia, la carne è così morbida che si taglia con la forchetta e il sapore è intenso.

1 Storia del peposo amato da Brunelleschi

Questa ricetta vanta origini molto antiche, siamo nel 1400 e dall’ingegno degli operai dell’Impruneta che lavoravano alle fornaci del cotto e delle ceramiche nasce questo piatto. All’inizio della giornata gli operai erano soliti riempire una pendola in coccio con la carne che avevano possibilità di acquistare, di bassa qualità, per coprire i difetti di questa carne la cuocevano con vino, aglio e molto pepe adagiando la pentola coperta alla bocca della fornace. La cottura era molto lunga e a bassa temperatura costante e proprio questo trasformava la carne poco pregiata in tenera e saporita.
Il peposo è anche conosciuto come peposo del Brunelleschi, questo perché gli operai che lavoravano alla celebre cupola in Piazza del Duomo a Firenze allestirono, con il benestare del Brunelleschi, una sorta di mensa aziendale utilizzando questo particolare metodo di cottura che riusciva a sfamare in modo gustoso ma economico molti operai.

2 Ricetta del peposo

La ricetta oggi è rimasta invariata, c’è chi aggiunge il pomodoro e chi profuma la carne con spezie come alloro o timo. Preferite la cottura in una pentola di coccio. Ecco come preparare questa deliziosa ricetta.

2.1 Ingredienti

  • 1,5 kg Cappello del prete
  • 600 ml vino rosso (Chianti)
  • 1 spicchio di aglio
  • Pepe q.b.
  • Rosmarino
  • Olio d’oliva
  • Sale q.b.

2.2 Preparazione

  1. Tagliare la carne in pezzettoni grossolani.
  2. Versare in padella la carne, il vino, il pepe, il rosmarino e aggiustare di sale.
  3. Lasciar cuocere fin quando la carne non sarà tenera e il vino si sarà ridotto in un delizioso sughetto, aggiungere acqua solo se la carne necessita di più cottura.
  4. Finire il piatto con un giro d’olio a crudo e una macinata di pepe e servire ben caldo.
Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.




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