Dentro una chiesa sconsacrata a Orvieto c’è il nuovo ristorante di Ronald Bukri e Francesco Prali

Marianna Di Pilla  | 18 Mar 2024  | Tempo di lettura: 2 minuti
foto copertina account Instagram di Coro Ristorante @cororistorante

Un nome che racchiude tanti significati, un ristorante ricavato dove meno te lo aspetti, un menù che muove dall’Umbria in tante direzioni: è tutto questo e molto altro Coro a Orvieto.
Siamo in Umbria, terra di grandi ricette, prodotti e vini d’eccellenza (come il Rosso di Montefalco), e precisamente in quella Orvieto che è tra le principali destinazioni turistiche ed enogastronomiche della regione.
Il progetto è tanto ambizioso quanto suggestivo, perché quello aperto da Ronald Bukri e Francesco Prali è un ristorante decisamente unico nel suo genere.

Coro, quando si mangia dentro una chiesa del Cinquecento

A colpire è prima di tutto la location, dal momento che Coro se ne sta all’interno di una maestosa chiesa sconsacrata del Cinquecento, adiacente a Palazzo Patrvs che a sua volta ospita un altro ristorante. Soffitti alti anzi altissimi, che raggiungono i 12 metri di altezza e che danno volume, aria e spazio ad una struttura antica e per l’occasione rimessa a nuovo da Giuliano dell’Uva e il proprietario Raffaele Tysserand.
Coro si trova in Via dei Gualtieri 1, a pochi minuti a piedi dal celeberrimo Duomo di Orvieto, e anche se è aperto da poco più di due mesi ha tutte le carte in regole per diventare una fondamentale realtà della ristorazione e del food in Umbria.

Coro, storia di un nome

Se si chiama Coro ci deve essere un motivo, e in realtà di motivi ce ne sono tanti.
Coro è il coro della chiesa che ospita il ristorante, ma è anche l’unione dei nomi dei due gestori Francesco e Ronald (Perali e Bukri, già insieme da Osticcio a Montalcino).

Cosa si mangia, il menù di Coro

 

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Il menù di Coro è una selezione di ricette che muovono dalla tradizione gastronomica dell’Umbria andando verso rivisitazioni moderne nel senso più ampio del termine.
Bastai pensare che l’affumicatura, procedura ampiamente utilizzata nella cucina umbra, da Coro assume tutto un altro significato e viene impiegata addirittura nella realizzazione dei dessert in carta. È il caso della sfogliata, una specie di torta di rose che vede in un mix di agrumi asciugati e affumicati per una notte sulla brace il suo grande, innovativo punto di forza.
Idem per le carni, che raccontano l’Umbria in modi inediti e sorprendenti. Tra i secondi Coro propone un calamaro alla brace con pancia di pecora e alghe (la pecora è una carne tipica in Umbria).
Altre proposte seguono la stagionalità e sono quindi soggette a variazioni nel tempo, come il sofisticato carciofo con foie gras.
Non mancano accostamenti inaspettati come quelli che si incontrano nella pasta in vescica. Spaghetti, Parmigiano Reggiano, limone verde, paprika e Gambero Rosso, il tutto condito con olio, limone e miele che riescono a dare uno speciale tocco di sapore al piatto.

[foto copertina account Instagram di Coro Ristorante @cororistorante]

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