Il triangolo del riso, tra Novara e Vercelli

Francesco Garbo  | 19 Mag 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Ci troviamo nel triangolo del riso italiano, tra Novara, Vercelli e Pavia. Qui si producono 7 milioni di quintali di riso, pari a 20 mila miliardi di piccoli chicchi, ovvero il 40% di tutto il riso europeo. Le qualità più note sono l’Arborio, il Baldo, il Carnaroli e il Roma. Da qui tutto questo riso prende la strada per i migliori  ristoranti di tutta Europa mentre i chicchi più fortunati restano nei nostri risotti. “Nasce nell’acqua, muore nel vino” questo il detto sul riso della pianura piemontese. Queste preziose terre d’acqua, chiamate anche mare a quadretti, sono lontane dalle rotte turistiche più comunemente battute ma vale sicuramente la pena visitarle.

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Novara

Soprannominata anche la terra degli aironi, Novara può essere visitata in biciletta, infatti c’è un itinerario dedicato a Dante Graziosi, uno scrittore morto nel ’92, che permette di scoprire le risaie, le cascine ed entrare in piccoli borghi unici. Nella storia è stata contesa tra Visconti, Sabaudi, Austriaci e Francesi. Riso, meno famoso ma autoctono, è il Razza 77, quasi scomparso perché sostituito negli anni da altri tipi di riso. Un formaggio che qui è diventato il Formaggio per eccellenza è il gorgonzola, sia dolce che piccante e protetto dalla DOP formata da oltre 40 produttori.

Da non perdere la paniscia alla novarese (così chiamata perché originariamente al posto del riso era usato il panìco) ovvero un riso cotto con verza, fagioli borlotti e insaporito con il salame della duja, salame conservato in orci di terracotta, appunto le duje, ricoperto con strutto per conservalo. Poi rane fritte, l’oca alla novarese farcita con macinato di vitello e riso e la rustida ovvero uno stracotto di maiale con il pomodoro. Impossibile non assaggiare i biscottini di novara, semplici ma con una storia che risale al Cinquecento. Come attrazioni da visitare il teatro Coccia, la cattedrale di Santa Maria Assunta, il Broletto e la cupola della basilica di San Gaudenzio. La cupola vanta 121 metri di altezza ed è la seconda più alta del Piemonte. Per gli amanti della natura e della bicicletta gli itinerari del parco Naturale del Ticino.

Vercelli

Conosciuta come la città delle 8 ore, perché qui si raggiunse il traguardo delle 8 ore lavorative, dopo diversi scioperi e agitazioni, da parte di chi lavorava nel mondo del riso e lottò per la riduzione delle ore di lavoro.Prima infatti la giornata lavorativa era di oltre dieci ore. Il centro storico di Vercelli è molto vicino alla stazione ferroviaria quindi comodo per chi decide di raggiungere la città utilizzando il trasporto pubblico. Merita la visita l’abazia benedettina di San Nazzaro e il Parco naturale delle Lame del Sesia. Alcuni edifici della città sono molto antichi, particolari sono i porticati costruiti per dare la possibilità ai nobili di passeggiare per la città anche durante i giorni di pioggia senza bagnarsi. Da non perdere la Torre dell’Angelo che rende Vercelli una delle rare città con delle torri nel Piemonte. Il piatto da provare è la panissa vercellese, un piatto ovviamente a base di riso.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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