Ilaria Cappuccini, la sommelier più seguita su Instagram

Francesco Garbo  | 08 Feb 2024  | Tempo di lettura: 6 minuti

Il mondo del vino è immenso e complicato, spesso descritto in maniera troppo tecnica e difficile da comprendere per i non addetti ai lavori. Anche chi è appassionato di vini ha difficoltà ad avvicinarsi a questo mondo e finisce per bere sempre le stesse etichette, magari le più famose o quelle che lavorano meglio con la comunicazione. Un mondo che potremmo sicuramente definire vecchio, ma non per Ilaria Cappuccini – Just.saywine, che si è guadagnata una reputazione come la sommelier più seguita su Instagram. La sua storia, benché sia giovanissima, è tutta da raccontare. E non potevamo non farlo con una delle nostre interviste.

Chi è Ilaria Cappuccini?

Sono Ilaria Cappuccini, nata a Rimini nel 1996, ho 27 anni e sono sempre stata molto appassionata alla cucina, in famiglia è una passione che ci lega tutti. In quarta liceo ho iniziato a pensare a cosa fare del mio futuro e ho ipotizzato di poter lavorare in un ristorante, così ne ho parlato con i miei genitori ho deciso di frequentare la Scuola di Arte Culinaria Cordon Bleu, e in seguito i 3 anni della Bachelor In Culinary Arts.

Durante queste esperienze ho fatto tanto laboratorio e tanta cucina affrontando a 360 gradi il mondo dell’enogastronomia. Ho seguito un corso di enologia e abbinamento, scoprendo il mondo del cibo e del vino nell’insieme. Dopo di che ho lavorato in stage in diversi ristoranti stellati, da Atman con lo chef Igles Corelli poi da Guido, dalle mie parti, con lo chef Gianpaolo Raschi.

Alla fine di questo percorso mi sono laureata e ho deciso di continuare a studiare con il master in Food and Wine Business alla LUISS. Una volta terminato ho deciso di tornare nei ristoranti. In realtà il mio sogno era quello di aprire un ristorante mio, così  mi sono messa a lavorare a Bologna, sia in cucina sia in sala e ho approfondito il contatto con il pubblico, mai avuto prima per via della cucina. Poi è scoppiato il Covid e mi sono ritrovata a casa, così ho deciso di fare un master online in digital marketing e tramite questo ho avuto la possibilità di lavorare per un produttore di podcast.”

Come per molte persone, Ilaria Cappuccini ha sfruttato il periodo della pandemia per imprimere una svolta decisa alla sua carriera, trasformando una serie di idee e di intuizioni in un progetto vero e proprio, che in poco tempo l’ha portata a conquistare un grande interesse online (ma non solo).

Avevo l’opportunità di intervistare molti produttori vitivinicoli, molti erano nella zona delle Marche e in tutta la mia regione, anche i più piccoli. Mi sono da subito innamorata di questo mondo. Durante quest’esperienza ho notato che molti produttori non erano presenti online. Così ho iniziato a raccontare queste piccole realtà. Era gennaio 2021 quando ho aperto un profilo per parlare solo del vino, e raccontare di questi produttori. I miei video andavano molto bene e i follower aumentavano. Così sono iniziate le prime partecipazioni agli eventi del mondo del vino e ho iniziato a fare contatti nelle fiere alle quali partecipavo e così anno dopo anno è diventato il mio lavoro a tempo pieno. Attualmente collaboro con cantine, produttori, strutture ricettive, organizzazioni di viaggio e comunico queste realtà con l’obiettivo di parlare con un pubblico di persone comuni.”

Il vino è una cosa semplice, se raccontato bene

Non tutti sono grandi esperti di vino, ma a molti piace berlo. Mi rivolgo proprio a coloro che consumano vino ma nella vita fanno altro e magari la sera hanno il piacere di aprirsi una bottiglia ma si ritrovano spesso esclusi da questo mondo perché ha ancora una comunicazione tecnica ed esclusiva. Preferisco raccontare il vino servendomi di altri strumenti, abbinandolo ad esempio le ricette.

Così Ilaria decide che la sua strategia comunicativa deve essere incentrata sulla semplicità e per far arrivare il mondo del vino al grande pubblico, decide in sostanza di unire le sue due grandi passioni, la cucina e il vino. Utilizza il cibo un po’ come Cavallo di Troia, all’interno del quale lei nasconde il vino. Così riesce a comunicarlo in modo semplice, abbina il vino al piatto descrivendo i sentori e le caratteristiche.

La mia volontà è quella di suscitare un interesse e un’attenzione in un pubblico ampio che si sente costretto a bere sempre le stesse cose perché grandi cantine comunicano bene e sono presenti sul mercato, mentre altre comunicano meno e non si conosco.

Un racconto, quello di Ilaria, che non si ferma al cibo o al vino ma che illustra a tutto tondo la località dove lei si trova per visitare una determinata cantina. Come in uno dei suoi video dove ci racconta, oltre al vino, che in Abruzzo è possibile mangiare ai trabocchi. “Il vino deve essere parte di un insieme e non solo il canale da consultare se vuoi fare approfondimento tecnico- mi spiega – per me il vino deve essere visto in maniera fresca, giovane e divertente e ti deve far sentire coinvolto” Insomma il vino è un po’ la calamita che ci attrae verso una meta che può essere perfetta per passare un weekend, una gita fuori porta. Insomma, Ilaria ha le idee chiare, come è chiara la sua passione per il cibo e per il vino che traspare dall’entusiasmo con cui mi racconta la sua storia

Qual è la ricetta preferita di Ilaria?

“È difficile risponderti con una sola ricetta, come quando mi chiedono quale sia il mio vino preferito. Questa è una domanda complicata; per esempio il vino più lo conosco, più provo, più le mie idee cambiano in continuazione. Vini che un tempo mi piacevano ora li trovo fuori dalle mie corde, i gusti sono in evoluzione continua e poi, non ti nascondo, che i miei gusti variano anche in base alla stagione. Se invece ti dovessi dire il mio piatto preferito, quello che mangerei sempre, è la pasta con la bottarga, il mio babbo la fa benissimo. Mi vengono in mente anche la parmigiana di melanzane o il coniglio in umido, tutto varia in base al mio mood, a cosa sto facendo.”

Ilaria vuole però dare un consiglio utile a tutti i lettori di Paesi del Gusto: “sia per vino che per cibo, non mangiate e non bevete la stessa cosa, ma variate per aprire i vostri gusti alla novità e ai piatti regionali. Una domanda che mi fanno spesso è “come faccio a sapere se quel determinato vino mi piace?” La mia risposta è prova, bevi e sperimenta cose diverse. Il vino è uno strumento che serve per viaggiare, io sono fissata per questo, quando viaggio la prima cosa che guardo è dove mangiare e cosa bere, lo utilizzo come canone di scelta. Il vino e la cucina ti permettono di scoprire tradizioni ed entrare nella realtà di un posto”.

 

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Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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