In Emilia Romagna c’è una piccola ‘capitale’ degli amaretti italiani: dove si trova e cosa vedere nel borgo-castello più dolce che c’è a due passi da Modena

Claudia Giammatteo  | 17 Gen 2025

Spilamberto, nel cuore dell’Emilia-Romagna, è una piccola gemma ricca di storia e tradizioni, perfetta per una visita che unisce cultura e sapori autentici. Il paese è famoso soprattutto per il Museo del Balsamico Tradizionale, dove è possibile scoprire i segreti della produzione di questo prezioso condimento, simbolo dell’eccellenza enogastronomica emiliana. Non perdete una passeggiata nel suggestivo centro storico, dominato dalla Torre dell’Orologio, simbolo del borgo, e dalla Rocca Rangoni, un’imponente fortezza medievale immersa in un parco ideale per rilassarsi. Per gli appassionati di mercatini e prodotti tipici, Spilamberto ospita regolarmente eventi legati alla tradizione locale, come la storica Fiera di San Giovanni, dove il paese si anima con degustazioni, spettacoli e artigianato. Un luogo che unisce storia, bellezza e sapori indimenticabili.

In particolare, sono famosi gli amaretti di Spilamberto, un dolce tipico della tradizione emiliana. Spilamberto, comune della provincia di Modena, sorge in una zona di transizione tra le propaggini dell’Appennino toscoemiliano e la Pianura Padana, alla confluenza del Tanaro.

Il territorio, piuttosto fertile per la compresenza di vari fattori positivi, è caratterizzato dalla presenza delle noci e per la produzione dell’aceto balsamico (al quale è dedicato il Museo dell’aceto balsamico tradizionale). L’Ordine del Nocino Modenese, a Spilamberto, organizza ogni 14 febbraio (ricorrenza di San Valentino) il Palio del Nocino.

Cenni storici e curiosità

Tipici della tradizione spilambertese fin dal XVII secolo sono infatti noti per lo squisito sapore e la caratteristica morbidezza.

Verso la metà del XIX secolo gli amaretti uscirono dall’ambito familiare e cominciarono ad essere commercializzati ad opera della famiglia Goldoni, titolari del famoso caffè Goldoni che si trovava all’angolo fra le attuali vie Umberto I e Sant Adriano.

Gli amaretti di Spilamberto


Amaretti, storia e ricetta

Di dolci che portano questo nome è piena la tradizione di numerosissime località italiane, ma quelli di Spilamberto si differenziano da tutti gli altri per le loro eccellenti qualità.

La ricetta base è costituita da mandorle dolci e amare impastate con zucchero e albume montato a neve.

Le varianti di questa formula sono infinite, tanto che ogni famiglia di Spilamberto tiene segreti alcuni accorgimenti che possono andare dal tempo di cottura all’aggiunta di diversi componenti.

La diffusione nella cultura popolare degli amaretti di Spilamberto è testimoniata da un detto, in dialetto bolognese, che recita: Te et vè bain a impilar gli amaratt a Spilambert (Tu vai bene a impilare gli amaretti a Spilamberto). Ancora oggi si usa dirlo a chi svolge il proprio lavoro senza particolare voglia e capacità.

Territorio interessato alla produzione: Spilamberto, provincia di Modena, Emilia Romagna

La ricetta originale

Amaretti

L’Ordine del Nocino Modenese ha codificato la ricetta tramandata dal cavalier Mario Freschi, che l’apprese dalla madre, Gemma Sirotti. Questa, a sua volta, l’aveva appresa dalla famiglia Goldoni.

Per preparare gli amaretti di Spilamberto alla maniera tradizione si ha bisogno di:

  • 500 grammi di mandorle pelate dolci
  • 10 grammi di mandorle amare
  • 500 grammi di zucchero
  • 5 albumi
  • sale

La ricetta è piuttosto semplice. Una volta tritate le mandorle, si mescolano con lo zucchero e si mescolano con gli albumi, montati a neve con un pizzico di sale. L’impasto, a forma di quenelle, si deposita su della carta da pacchi e si cuoce a 180 °C per 10-15 minuti.

Claudia Giammatteo
Claudia Giammatteo



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