In Piemonte c’è la piccola capitale delle pesche: 1000 abitanti eppure è famoso in tutto il mondo come il borgo del Quarto Stato

PaesidelGusto  | 01 Lug 2025

In Piemonte c’è la piccola capitale delle pesche: 1000 abitanti eppure è famoso in tutto il mondo come il borgo del Quarto Stato

Ci sono luoghi che sembrano scolpiti nella memoria collettiva più per un’immagine che per un nome. Eppure, dietro quella celebre marcia di contadini che avanza compatta verso lo spettatore — Il Quarto Stato, capolavoro indiscusso della pittura sociale italiana — c’è un borgo reale, tangibile, fatto di case di pietra, frutteti ordinati e silenziose vie di provincia: Volpedo.


Siamo in Piemonte, in provincia di Alessandria, ai piedi delle prime colline tortonesi. Volpedo conta poco più di mille anime, ma custodisce un’anima immensa, un’eredità culturale e agricola che si intrecciano in un abbraccio raro. Qui l’arte convive con la terra, il pennello con la zappa, e ogni angolo del borgo parla di lavoro, dignità e bellezza. È un luogo da scoprire senza fretta, da percorrere passo dopo passo, con lo sguardo attento e il palato curioso. Perché Volpedo non è solo la patria di Pellizza: è anche un piccolo paradiso di pesche dolcissime, celebrate e amate ben oltre i confini regionali.

Volpedo: perché è famoso come il borgo del Quarto Stato?

Volpedo è entrato nella storia dell’arte grazie a Giuseppe Pellizza da Volpedo, pittore simbolo del realismo sociale italiano. Nato e vissuto qui, Pellizza ha trasformato il suo borgo natale nella culla del suo genio creativo. Il celebre dipinto Il Quarto Stato — oggi custodito al Museo del Novecento di Milano — è nato proprio in queste strade, tra la gente del posto, i volti amici, i paesaggi familiari.


Oggi a Volpedo si può ancora respirare quell’atmosfera intensa e silenziosa che ha ispirato il maestro. Il percorso artistico dedicato a Pellizza attraversa il paese e si snoda tra la Casa-Museo dell’artista, il suo studio originale, perfettamente conservato, e una serie di pannelli che riproducono le sue opere nei luoghi che le hanno ispirate. Camminare per Volpedo è come entrare in un quadro, tra luci morbide, campi coltivati e scene di vita quotidiana che sembrano sospese nel tempo.
Un borgo che ha saputo custodire la memoria del suo artista più illustre senza tradire la sua essenza rurale, autentica, profondamente piemontese.

Le pesche di Volpedo, un tesoro da tutelare

Pesche sciroppate

Ma Volpedo non è solo arte: è anche sapore, agricoltura, eccellenza gastronomica. Da decenni questo piccolo borgo è conosciuto come la capitale delle pesche piemontesi. Le pesche di Volpedo sono frutti succosi, profumati, dalla polpa compatta e zuccherina, coltivati secondo tradizioni tramandate da generazioni. Il terreno fertile e il microclima della zona — protetto dalle colline e accarezzato da brezze temperate — rendono ogni pesca un piccolo capolavoro della natura.

Non è un caso che, ancora oggi, ogni estate il borgo celebri il suo frutto più prezioso con fiere e mercatini che richiamano visitatori da tutto il Piemonte e non solo. Le varietà coltivate sono diverse, ma tutte condividono un’attenzione maniacale per la qualità: raccolte rigorosamente a mano, spesso vendute direttamente dai produttori locali.
E con le pesche, ovviamente, arrivano anche le ricette: pesche sciroppate, crostate fragranti, confetture artigianali, mostarde agrodolci da abbinare ai formaggi del territorio. Un connubio perfetto tra gusto e tradizione che fa di Volpedo una tappa obbligata per chi ama i piccoli borghi con un’anima grande.

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