In Umbria, nella provincia di Perugia c’è un borgo in cui il tempo sembra essersi fermato, ma soprattutto dove sembra di essere catapultati all’improvviso nel Medioevo. Questo luogo è Todi, un’affascinante cittadina medievale, arroccata su un promontorio da cui domina l’intera valle del Tevere. L’autunno è il momento ideale per visitare questa cittadina. Le colline circostanti si tingono di giallo e di rosso e il tramonto regala agli edifici sfumature nuove. Tutti questi aspetti contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa. Passeggiando lungo i vicoli acciottolati si vive un’esperienza unica, lontana dalla frenesia. Infatti, non a caso Todi viene spesso identificata come la “città ideale” per la sua dimensione a misura d’uomo, la qualità della vita e il contesto naturale in cui è immersa.
Todi è un guardiano silenzioso che domina dall’alto. Man mano che ci si addentra in questo borgo si percepisce quanto sia ricco di storia. Nel centro storico è possibile perdersi tra le testimonianze dei secoli passati e dei personaggi illustri che l’hanno popolata. La piazza principale è Piazza del Popolo. Qui si affacciano il Palazzo dei Priori, la cui torre regala una visuale sulla piazza e sulle colline circostanti, il Palazzo del Capitano, e il Palazzo del Popolo, uno dei più antichi palazzi comunali d’Italia, testimonianze del potere politico che la cittadina ebbe nel Medioevo. Davanti a questi maestosi edifici si trova il Duomo dell’Annunziata, con la sua imponente scalinata e l’elegante facciata rinascimentale. C’è una perfetta unione tra lo stile romanico e gotico, dovuta al lungo periodo che richiese la sua costruzione. I lavori iniziarono probabilmente prima del XII secolo e terminarono nel XIV. All’interno, sulla controfacciata, si trova il grande affresco del Giudizio Universale di Ferraù Fenzoni. Todi riserva altre sorprese, non molto distante da qui, si trova il Tempio di San Fortunato. Questa chiesa francescana in stile gotico custodisce le spoglie del patrono della città e gli affreschi attribuiti al Masolino da Panicale, ma soprattutto concede uno dei panorami più belli sulla valle del Tevere. Una tappa imperdibile è sicuramente il Tempio di Santa Maria della Consolazione, capolavoro rinascimentale attribuito a Bramante: si trova poco fuori dalle mura e colpisce per la sua pianta centrale e la cupola maestosa, visibile da chilometri di distanza. Usciti dal tempio è quasi d’obbligo compiere una passeggiata all’interno del Parco Beverly Pepper, dedicato alla scultrice statunitense nota per le sue opere di land art, che scelse di trasferirsi a Todi nel 1972. Prima di lasciare il borgo non ci si può perdere il percorso lungo le mura etrusco-romane e i resti delle antiche cisterne sotterranee.
Chiunque desideri passare un weekend a Todi non può andarsene senza passare per la tavola. La cucina todina è un trionfo dei prodotti contadini e dei sapori intensi e genuini. Il re indiscusso della tavola è il tartufo nero, dall’odore intenso e dal gusto inconfondibile, utilizzato principalmente per arricchire bruschette e piatti di pasta. Gli umbricelli, una pasta lunga e spessa fatta a mano simile a grossi spaghetti, con il tartufo formano un’accoppiata vincente. Altrimenti si possono condire con sugo strutturato come quello di cinghiale o d’oca. Tra le altre specialità ci sono le zuppe: la zuppa di farro, calda e nutriente, oppure la zuppa di legumi, preparata con ceci e fagioli locali, ideali nelle giornate fresche d’autunno. Qui la carne è molto presente nella tradizione gastronomica. Infatti, non si possono perdere il cinghiale, l’agnello e il capretto arrosto, cucinati con rametti di rosmarino e aglio. Altre pietanze tipiche della cucina tuderte sono gli strangozzi al tartufo e la palomba alla ghiotta (ovvero piccione ripieno). Gli amanti dei sapori decisi devono provare i salumi tipici e il pecorino locale, spesso abbinato a miele o marmellate artigianali. Non si possono mangiare queste specialità se non sono accompagnate da un bicchiere di vino dei Colli Martani, denominazione DOC che raccoglie eccellenze come il Grechetto e il Sagrantino.
[Foto copertina solo uso editoriale @ValerioMei / Shutterstock]
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