C’è un luogo, nella parte più autentica della Sicilia, dove il tempo sembra essersi fermato. Dove il viaggio è autentico e lontano dalla mondanità più sfrenata. Un angolo incantato dove le rocce proteggono silenziose un’antica tonnara, mentre il mare la abbraccia con delicatezza, come a custodirne i segreti. E’ la Tonnara di Scopello, un sito unico al mondo, intriso di storia, di fatica, di canti e leggende, dove la bellezza riesce davvero a far dimenticare tutto il resto.
“A un certo punto della sera e del mattino, l’azzurro del Mediterraneo supera ogni immaginazione o descrizione”, scriveva il noto Charles Dickens. Chiunque si trovi a osservare il mare da queste rive, non può che dargli ragione.
La Tonnara di Scopello non è soltanto un luogo, una meta per le vacanze in Sicilia. È una memoria vivente, un borgo che respira ancora oggi le voci dei tonnaroti, i racconti dei pescatori e la grande epopea della pesca del tonno. Le sue origini affondano lontane nel tempo, nel XIII secolo, quando sorse la prima struttura addossata alla roccia. A sovrastarla due torri: una risalente al ‘200, di cui restano suggestivi ruderi, l’altra, ancora intatta, progettata un paio di secoli dopo dall’ingegnere fiorentino Camilliani, anche se oggi non fa parte del complesso.
Il cuore originario della Tonnara è il Marfaggio, il luogo dove venivano custodite le imbarcazioni. Una struttura che racconta la storia di popoli che hanno attraversato la Sicilia e lasciato la loro impronta.
Fu nel 1468 che la nobile famiglia trapanese dei San Clemente ottenne la concessione della tonnara, dando inizio ai primi grandi ampliamenti. A loro si devono il baglio, la casa del custode, i magazzini, la falegnameria, la loggia per la lavorazione del pesce e lo scagno (dove veniva pagata la ciurma).
Successivamente, la Tonnara passò sotto la gestione dei Gesuiti, che continuarono a migliorarne le funzionalità. Costruirono così un ricovero per le barche, nuovi alloggi per i pescatori e perfino una piccola chiesetta per le funzioni religiose, a protezione di uomini e mare.
In un susseguirsi di vicende, nel 1874, fu la celebre famiglia Florio a rilevare parte della tonnara, trasformandola ulteriormente e modernizzando la struttura. In quei mirabili anni, il pescato raggiunse cifre incredibili: tra il 1896 e il 1905, si toccò un record di quasi due tonnellate e mezzo di tonno. Una fioritura che però iniziò a diminuire nei decenni successivi, fino all’ultima mattanza documentata, avvenuta negli anni ’80 del secolo scorso.
Oggi, la Tonnara di Scopello è molto più di un ricordo. Un museo vivente e aperto ogni giorno fino alle 19. Con un biglietto d’ingresso di 15 euro il visitatore potrà ammirare i cortili interni e le antiche ancore, apprezzare un rigenerante bagno in un mare da sogno. Le visite guidate condurranno alla scoperta di un percorso fatto di tradizione e duro lavoro, quello dei tonnaroti che pescavano “all’antica maniera”, lottando contro il mare e il tempo.
Chi desidera vivere fino in fondo l’atmosfera della Tonnara può soggiornare in una delle dimore dei pescatori, oggi adibite ad accoglienti alloggi che conservano l’anima del luogo. Il visitatore sarà avvolto in un’esperienza autentica, immersa nel profumo del mare e nella quiete della natura siciliana.
La Tonnara si affaccia su una cala di rara bellezza, dove i celebri Faraglioni di Scopello si ergono imponenti dal mare, coperti di vegetazione mediterranea, sorvegliati da gabbiani e punteggiati da fichi d’India. Al tramonto, lo spettacolo è da pelle d’oca: la luce calda accarezza gli scogli, tingendoli d’oro e di rosa. L’ideale per le foto in compagnia dei propri familiari e amici.
E, per scoprire le meraviglie subacquee di questo tratto di costa, è possibile rivolgersi al diving center presente all’interno della Tonnara. Organizza escursioni e immersioni tra i suggestivi Faraglioni, la cui base, a 16-18 metri di profondità, è un mosaico naturale di sabbia e posidonia. I colori del mare si mischiano con quelli della terraferma, restituendo un dipinto vivente della bellezza della Sicilia.
Scopello, con la sua tonnara, non è soltanto una meta. È un viaggio nel tempo, nella bellezza, nella memoria. È un invito a rallentare, ad ascoltare, a respirare. Un invito a lasciarsi stupire. E a tornare.
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