In Sicilia i vini affinano in fondo al mare: il caso delle bottiglie rimaste per un anno a 50 metri di profondità

Maddalena  | 26 Giu 2024
bottiglia di vino sul mare

Nel cuore del Mediterraneo, dove le leggende si intrecciano con la realtà, una rivoluzionaria tecnica di affinamento del vino sta riscrivendo le regole della vinificazione. Siamo in Sicilia, terra di vulcani e maree, dove la startup Orygini ha deciso di sperimentare un metodo unico: lasciare le bottiglie di vino a 50 metri di profondità, sul fondo del mare, per un anno intero. Questa tecnica, oltre a richiamare storie antiche e affascinanti, promette di trasformare il mondo del vino con risultati sorprendenti e scientificamente validati.

Un viaggio nel futuro del vino


vino sulla spiaggia

Immaginate di osservare le onde del mare vicino ai faraglioni di Acitrezza, antichi testimoni dell’attività vulcanica dell’Etna, e di sapere che, nascoste sotto quelle acque, ci sono centinaia di bottiglie di vino che stanno vivendo un processo di maturazione unico. È facile lasciarsi incantare dal richiamo di questa narrazione, che unisce il fascino della leggenda con l’evidenza scientifica. Il progetto di Orygini, nato due anni fa in collaborazione con l’Università degli Studi di Catania e l’Area Marina Protetta Isola dei Ciclopi, ha portato circa 2.000 bottiglie delle cantine Benanti e Passopisciaro a una profondità di 48 metri. L’obiettivo è ambizioso: comprendere come il mare influisce sull’evoluzione del vino, monitorando campioni mese dopo mese. Finora, le degustazioni indicano che i vini si evolvono diversamente rispetto a quelli affinati tradizionalmente, raggiungendo complessità solitamente ottenute dopo 3-4 anni, ma in soli 12 mesi.

Il contesto storico e culturale


bottiglia di vino sul mare

La Sicilia non è solo un luogo geografico, ma un crocevia di culture, storie e tradizioni che si riflettono anche nei suoi vini. La regione è famosa per i suoi vitigni autoctoni e le tecniche di vinificazione che si tramandano da generazioni. In questo contesto, il progetto di Orygini si inserisce come un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione.

I faraglioni di Acitrezza, protagonisti di miti come quello di Ulisse e Polifemo, non sono solo uno sfondo pittoresco ma simboli di una terra che ha sempre avuto un legame profondo con il mare. Il mare, in questo caso, diventa non solo un elemento narrativo ma un vero e proprio agente di trasformazione. Il vino, immerso in un ambiente a temperatura costante, senza luce e cullato dalle maree, sviluppa caratteristiche uniche, dimostrando come la natura possa diventare parte integrante del processo di vinificazione.

Innovazione e sostenibilità: il progetto Orygini


vino e spiaggia

Oltre ai risultati organolettici, il progetto di Orygini porta con sé importanti implicazioni in termini di sostenibilità. Affinare il vino in mare permette di ridurre i costi energetici associati al mantenimento delle cantine. In un ambiente naturale refrigerato, non c’è bisogno di climatizzatori o isolamento termico. Questo comporta un significativo risparmio di CO2, stimato in circa 680 kg per ogni 1.000 bottiglie. Un aspetto innovativo del progetto è l’idea di eliminare i passaggi intermedi in cantina, portando i vini direttamente in mare. Questa pratica non solo riduce ulteriormente l’impatto ambientale ma preserva la purezza del processo, rendendo il prodotto finale ancora più speciale. Inoltre, l’utilizzo di un tappo protettivo speciale controbilancia la pressione del mare, evitando l’uso di cera lacca e garantendo un prodotto intatto e privo di sabbia.

Oltre le frontiere dell’enologia

Per chi è curioso di assaporare i frutti di questa sperimentazione, i primi vini affinati per 12 mesi in mare sono già disponibili al ristorante Brizza del Belmond Villa Sant’Andrea di Taormina. Qui, gli appassionati possono degustare edizioni speciali come il Contrada Rinazzo 2021 Benanti, il Passobianco 2019 Passopisciaro, l’Etna Bianco 22 Benanti e il Passorosso 2021 Passopisciaro. Questo progetto rappresenta un’occasione unica per esplorare non solo nuovi sapori ma anche nuove storie che arricchiscono l’esperienza enogastronomica. Ogni bottiglia racconta un viaggio, non solo nelle profondità del mare, ma anche attraverso il tempo e la cultura siciliana.

In conclusione, il caso delle bottiglie di vino lasciate a maturare sul fondo del mare per un anno ci invita a riflettere su come tradizione e innovazione possano convivere armoniosamente, creando prodotti che sono non solo eccezionali dal punto di vista gustativo ma anche sostenibili e profondamente legati al loro territorio. Provare questi vini significa partecipare a una storia che affonda le sue radici nel passato, ma che guarda con fiducia al futuro.

Maddalena
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