In Toscana c’è un gioiello in mezzo al mare: ecco cosa mangiare da quelle parti

Francesco Garbo  | 22 Set 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti

Oggi scopriamo una piccola isola dove da anni va avanti una piccola lotta tra uomo e natura, un terreno lavorato con fatica dall’uomo con muretti di pietre a secco per rendere la terra coltivabile. Siamo all’Isola del Giglio nell’arcipelago toscano, caratterizzata da una folta vegetazione che in estate fatica a mantenere il suo splendore per la terra che si inaridisce. Partendo da Porto Santo Stefano nell’argentario dopo circa 50 minuti di navigazione l’Isola del Giglio che si mostra come un anfiteatro di case circondato dalla vegetazione mediterranea. Scopriamo cosa vedere e cosa mangiare qui.

Tra storia e leggenda

La leggenda racconta che Venere aveva una bellissima collana al collo e le si spezzò, le sette perle che aveva al suo collo si sparsero tutte nell’arcipelago toscano e una di queste è l’isola del giglio. La pietra dell’isola è il granito che la caratterizza. Anticamente l’isola era nota come isola delle capre, infatti giglio in greco igilion vuol dire capra. Questa è la seconda isola per dimensione dell’arcipelago toscano e già i romani apprezzavano la posizione strategica e il granito che qui si trova in abbondanza, proprio con questo vennero realizzate molte colonne e tanti altri monumenti. La torre di Pisa ad esempio è stata realizzata con questi materiali.

Qui il porto fino al ‘900 è stato così come lo avevano costruito i romani. Dall’alto sovrasta la torre saracena che era stata costruita qui per intercettare i pericoli che venivano dal mare.La frazione più centrale, Giglio Castello è nella lisa dei Borghi più belli d’Italia e conserva alcuni monumenti storici come la Chiesa di San Pietro del XV secolo e la Rocca Aldobranesca. Tanti i domini sotto i quali è passata l’isola dalla famiglia toscana degli Aldobrandeschi ai pisani fino ai Medici e per poi passare sotto il Granducato di Toscana.

Una delle spiagge più belle è raggiungibile solo dal mare o percorrendo un sentiero complesso, spiagge turchesi verde smeraldo, la spiaggia delle caldane, qui il caldo non svanisce mai. In ogni angolo dell’isola potete trovare acque cristalline. Oltre alla torre saracena qui potete trovare anche la Torre del Lazzaretto, fatta costruire per volere di Cosimo I de’Medici verso la fine del Cinquecento per dare la possibilità agli ammalati di fare qui la quarantena.

Da qui non è molto lontana l’isola di Giannutri quindi potete pensare di organizzare una gita verso quest’altra perla del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Solo 5 km di lunghezza, con le se scogliere meravigliose e i resti di una villa romana risalenti al II secolo d.C. Perfetta per gli appassionati di immersioni, i fondali di Giannutri sono ricchissimi di creature marine e di relitti.

Cosa mangiare

Molti i piatti da assaggiare, appartenenti a un ricca tradizione culinaria. Partiamo con il Pesce in Scabeccio, un piatto semplice preparato con pesce infarinato e fritto e servito con una salsa preparata utilizzando olio, aceto, aglio, rosmarino e uvetta. Spesso è servito come antipasto. Poi proseguiamo con il cacciucco, un piatto caratteristico della toscana in generale. Una saporitissima zuppa di pesce con pomodoro e pescato di stagione. La palamita alla giliese è preparata con il pesce lessato in acqua profumata con limone, arancio e sedano e marinato in aceto insaporito con alloro, aglio e rosmarino. Qui al Giglio non potete non assaggiare poi le olive sotto pesto, sono olive condite con aglio, arancio e semi di finocchietto. Chiudiamo con altri due piatti tipici, la zuppa tonnina preparata con ventresca di tonno dissalata e cotta con cipolla, pomodoro e patate e infine il cappone in umido, non badate al nome perché qui al giglio il cappone è lo scorfano. Tra i dolci il panificato, molto simile al senese panforte ma preparato con fichi essiccati al sole in maggioranza, poi uvetta, pinoli, mandorle, nocciole, cioccolato e buccia d’arancia.

Francesco Garbo
Francesco Garbo

Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.



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