Tutto è iniziato in famiglia, tra le vigne. Fin dall’inizio Cantine Bianchi ha respirato profumo di mosto e ascoltato i racconti di chi lavorava la terra con amore. Crescendo, è stato naturale voler continuare questa strada, con lo stesso spirito semplice ma sincero.
La cantina partecipa a piccoli eventi locali e selezionati, dove c’è spazio per raccontare davvero il vino e il suo modo di lavorare. Non partecipa a grandi fiere o manifestazioni su larga scala: la nostra forma di pubblicità è ancora il passaparola, che vale più di qualsiasi campagna. Per la prima volta la cantina partecipa però a Borgo DiVino in Tour, precisamente alla tappa di Lovere. Conosciamoli meglio!
Si produce un vino come a loro stessi piace berlo: buono, vero, senza fronzoli, credendo nel rispetto della terra, nella cura dei dettagli e nella gioia di condividerlo con gli altri cercando ogni giorno di fare bene le cose, con onestà e passione.
Le etichette principali della cantina ne raccontano l’identità in ciascuna bottiglia. Sasso Colombino, un blend di Sangiovese (85 %) e Alicante Bouschet (15 %), dal carattere deciso e dal profumo intenso. Montecavallo, mix equilibrato di Sangiovese, Cabernet e Alicante Bouschet (ciascuno 33 %), rosso strutturato, elegante e pieno. Lanciotto, Sangiovese al 100 %, nasce da uve selezionate, affina per due anni in legno prima di esplodere nei sapori. La cantina lavora con metodi molto artigianali: raccolta a mano, vinificazione rispettosa e, soprattutto, nessuna fretta. Ogni bottiglia racconta una storia “slow” fatta di cura e passione. Le pietre grigio-chiaro del terreno – quelle stesse che danno il nome al Sasso Colombino – insieme al clima toscano danno ai vini struttura, mineralità e quel carattere sincero che li rende unici.
Cantina Bianchi rispetta la tradizione familiare e il passato di chi ci ha preceduto, ma senza rinunciare alla curiosità. Si cercano costantemente modi migliori per coltivare e fare vino, senza tradire l’identità del terroir. Sono state adottate nuove tecnologie e modalità di vinificazione, ad esempio introducendo dei sensori in vigna per capire meglio le piante e intervenire solo quando davvero serve. In cantina si resta fedeli al metodo tradizionale, ma con occhi attenti all’efficienza e alla sostenibilità. Stanno inoltre aumentando le esperienze per chi viene a trovarci: degustazioni raccontate direttamente e in prima persona a vuole conoscere da vicino i vini. È un momento conviviale in cui si racconta la storia e il lavoro che c’è dietro ogni bottiglia e, naturalmente, sono momenti durante i quali si consente di assaggiare i vini accompagnati da qualche prodotto tipico del territorio. È un modo di trasmettere la propria passione, raccontando il vino con parole semplici ma sentite. Si mostra la cantina, si spiegano i passaggi, si permette di toccare con mano. E poi c’è il territorio: il vino si vive, non solo si assaggia.
E per il futuro? C’è sempre più attenzione alla qualità, alla sostenibilità e ai vini “veri”, non costruiti. Questo rispecchia molto lo spirito della cantina, così come il contatto diretto con il consumatore che sta diventando sempre più importante, cercando di essere presenti e al passo coi tempi sia con l’enoturismo che online.
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