L’Itinerario del gusto nei borghi liguri

Stefano Maria Meconi  | 08 Mag 2019  | Tempo di lettura: 5 minuti

Divisa tra il Ponente e il Levante (ovvero tra l’ovest e l’est), la Liguria è una delle regioni più suggestive d’Italia. Ricchissima in paesaggi radicalmente diversi, questa regione, dalla curiosa forma “a boomerang”, trova il suo centro focale in Genova, che in passato fu una delle quattro Repubbliche Marinare della Penisola italiana, insieme a Venezia, Pisa e Amalfi.

Nonostante le radicali trasformazioni italiane ed europee intercorse dal Medioevo a oggi, la Liguria – e il suo capoluogo – hanno conservato in maniera pregevolissima la loro bellezza e specificità, tanto che sono innumerevoli i turisti che la visitano durante il corso dell’anno.

Spinti dal sole, dal mare, ma anche dalle vette appenniniche che la separano dalle regioni circostanti (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana), i visitatori – in particolar modo europei e americani – amano percorrere la Liguria in lungo e in largo.

Si soffermano a Genova e Savona, spesso spinti dagli itinerari consueti delle navi da crociera, esplorano la “Riviera dei Fiori” percorrendo gli itinerari costieri in direzione della Francia, si inerpicano lungo i luoghi più celebri dell’entroterra.

Sapori e mete alternative dell’entroterra ligure

Se conosciamo – per alterne fortune – più o meno tutte le “magnifiche sorti e progressive” dei capoluoghi di provincia (Genova, Savona, Imperia, La Spezia) e delle città più rinomate, come Ventimiglia, Sanremo, Manarola, Lerici, forse meno può dirsi per quei borghi e quelle entità comunali che si trovano lontane dai tradizionali percorsi di viaggio.

Nell’itinerario che andremo ad affrontare, che da Borghetto d’Arroscia prosegue fino a Ventimiglia, al confine estremo della Repubblica Italiana, conosceremo un quadro d’insieme della Liguria molto diverso, ma non per questo meno affascinante, della regione.

Lo faremo incontrando montagne, streghe (sì, proprio le megere di medievale memoria), ma anche le tradizionali panoramiche costiere che tanto incantano i visitatori internazionali sin dai tempi del Grand Tour, nel XVIII e XIX secolo. Un percorso lungo poco più di cento chilometri, non particolarmente esteso dunque, ma che ci permetterà di ammirare alcune delle località più interessanti della Liguria.

Nel farlo, non potremo distogliere lo sguardo da una tradizione enogastronomica, quella della provincia di Imperia (ma della Liguria nel suo complesso) che si compone di piatti di mare e di terra, di vini e oli, di ricette antichissime e di novità che hanno arricchito le cucine di ristoranti, trattorie, osterie e ogni genere di luogo di ristorazione di questo angolo incantevole d’Italia.

Un percorso adatto a tutti, dai single alle famiglie, che andrà fatto con prevalenza durante il periodo primaverile (da aprile a giugno) e durante i primi periodi dell’autunno (fino a inizio novembre). In questo modo, infatti, sarà possibile ammirare la natura ligure in tutto il suo variegato splendore cromatico.

Mappa

Itinerario del gusto nei borghi liguri: informazioni utili

  • Luogo di partenza: Borghetto d’Arroscia, provincia di Imperia
  • Luogo di arrivo: Ventimiglia, provincia di Imperia
  • Lunghezza totale del percorso: 109 chilometri
  • Durata prevista del percorso: 3 ore e 13 minuti, soste escluse
  • Principali località e punti di interesse attraversati: Pieve di Teco, San Bernardo di Conio, Molini di Triora e Triora, Pigna, Apricale, Perinaldo
  • Tipologia di itinerario: Culturale, paesaggistico ed enogastronomico
  • Periodo consigliato per la visita: Primavera (da aprile a giugno), autunno (da inizio settembre a metà novembre)

L’itinerario

Immerso in un palcoscenico naturale particolarmente florido, Borghetto d’Arroscia è un piccolo comune della provincia di Imperia, che prende il nome dal torrente che scorre nel fondovalle. Nasce probabilmente intorno alla fine del XV secolo, anche se la zona è abitata già in epoca romana.

Nell’ammirare il borgo, fatto di edifici dai colori pastello e dagli ampi spazi panoramici, non possiamo non notare la ricchezza agricola e alimentare di questa zona. Qui, infatti, è molto diffuse la coltivazione dell’olivo e della vite, che permettono di ottenere le saporite olive taggiasche e di lavorare i vini della Riviera Ligure (dal Ponente Ormeasco al Ponente Pigato, Ponente Rossese e di Dolceacqua).

Lasciato Borghetto d’Arroscia, proseguiamo per alcuni chilometri lungo la SP20 fino a Colle San Bartolomeo. Proseguendo lungo la SP21, raggiungiamo San Bernardo di Conio (da ammirare la frazione di Borgomaro, con il vecchio ponte in pietra che supera il Torrente Maro). Tramite la SP17 – ricca di curve che superano ampi dislivelli – arriviamo infine a Triora.

Abbiamo accennato alle streghe, a buona ragione: Triora, infatti, è conosciuta come il Borgo delle streghe. Qui infatti si ricordano gli accadimenti del “Processo alle streghe di Triora”, durato per ben tre anni (dal 1587 al 1589) e che portò all’incarceramento, e poi alla liberazione, di decine di donne accusate a vario titolo di stregoneria, cannibalismo e di aver favorito il diffondersi di pestilenze.

La cittadina, ricca di monumenti religiosi e dominata dal profilo del duecentesco Castello, merita una visita per ammirare scorci e panorami da sogno, come quelli del vicino Lago di Tenarda. Questo bacino artificiale, che fa parte del Parco naturale regionale delle Alpi Liguri, si trova a una quota di 1.330 metri.

Triora può anche essere una ottima meta per una sosta enogastronomica, magari scegliendo il ristorante L’Erba Gatta o il Santo Spirito. Qui è possibile gustare l’ottima cucina locale, a base di verdure, erbe spontanee e carni di vitello.

Verso la Riviera di Ponente

Riprendiamo dunque il cammino proseguendo per la Strada provinciale 65 che, superando nuovamente dislivelli e pendenze significative, raggiunge Pigna. Il comune, che ospita le Terme del Lago di Pino, presenta molti territori coltivati a olive, secondo una consuetudine tipica dell’imperiese.

Perinaldo, Imperia
Una veduta del borgo di Perinaldo, la città del carciofo

Sicuramente raccomandata è anche una sosta alla vicina Perinaldo, con i suoi murali che arricchiscono le facciate del centro storico. Se la si visita nel mese di maggio, poi, è possibile partecipare alla Sagra del carciofo e dell’oliva taggiasca.

La manifestazione promuove la cultura del Carciofo di Perinaldo, presidio Slow Food di origine provenzale che fu donato alla comunità locale da Napoleone Bonaparte.

Morbidi declivi verso il mare segnalano l’arrivo a destinazione, Ventimiglia appunto. Ci troviamo a pochi chilometri dal confine italo-francese, con il comune di Mentone. L’avamposto di Ponente, con la sua bella città vecchia affacciata sul mare, è ricca di appuntamenti storico-culturali. Tra questi,  l’Agosto Medievale o l’ormai cessata Battaglia di Fiori.

Prodotti e specialità della provincia di Imperia

Tra i prodotti e le specialità della cucina locale imperiese possiamo citare, a titolo puramente esemplificativo:

  • Pizza all’Andrea o Pisadella: un antipasto tipico della Riviera, realizzato unendo a una focaccia pomodori, acciughe, cipolle, aglio, origano e olive taggiasche
  • Coniglio alla ligure: preparazione tradizionale che prevede la cottura della carne di coniglio con rosmarino e olive
  • Pane d’orzo: prodotto da forno originario della Valle Argentina
  • Carciofo spinoso di Pompeiana: una qualità di carciofo tipica, che ha generato il detto “Se non sono fronde, sono carciofi”
  • Scorzonera: tipica di Mendatica e Valle Arroscia, è una radice erbacea che viene servita fritta previa panatura
Stefano Maria Meconi
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