Strada dei Colli Piacentini

Stefano Maria Meconi  | 10 Giu 2019  | Tempo di lettura: 5 minuti

La Strada dei Colli piacentini è nata, come altre simili sul territorio italiano, per promuovere l’enogastronomia del luogo, valorizzando nello stesso tempo il notevole patrimonio storico-artistico che lo contraddistingue.

La strada collega Castel San Giovanni e Alseno, snodandosi in una ampia vallata soleggiata, attraversando boschi, pinete, frutteti e vigneti dai quali nascono vere e proprie eccellenze vitivinicole.

Cenni storici

La cultura vitivinicola nel piacentino ha origini molto antiche, con documenti che ne accertano l’attività risalenti addirittura al periodo tra il X e il VII a.C.: presso Castione Marchesi sono stati ritrovati, tra i ruderi di un villaggio terramare dell’età del bronzo, resti di tralci e vinaccioli della vitis vinifera selvatica. Saranno poi gli abitanti di questi villaggi a trasferirsi all’inizio del I a.C. sui colli piacentini, impiantando nuove viti e fondando la cittadina di Veleja.

Con i romani, l’attività vitivinicola comincia a svilupparsi: a Statto, lungo la Val Trebbia e la Val Nure, sono stati ritrovati resti di questa pratica, tra vasi dove veniva fatto invecchiare il vino ed un’anfora metallica decorata con grappoli di uva. Lo stesso Cicerone, in un dibattito contro il collega piacentino Pisone, lo accusa di bere troppo vino della sua terra; Plinio il Vecchio considera il vino dei colli piacentini di alta qualità mentre Licinio Sestulo loda in particolare la capacità di questo nettare di risollevare lo spirito.

Un vero impulso alla viticoltura si ha nel periodo medievale grazie all’attività dei monaci, in particolare quelli del Monastero di San Colombano a Bobbio che per sette secoli insegnarono ai contadini della zona a coltivare i campi e le viti.

Dopo un momento di crisi, causato dalle rigide temperature che investirono la zona nel 1125, la viticoltura piacentina ebbe una sostanziale ripresa tra il XVI e il XVIII secolo: i vini conquistarono i palati più fini, da quelli di papa Paolo III Farnese a quelli di Carlo III di Borbone, di Napoleone, di Filippo V e dello stesso Michelangelo.

Tra i vini simbolo della Strada dei Colli piacentini si possono menzionare la Malvasia di Candia aromatica, la Croatina a Bonarda, il Trebbianino Val Trebbia, l’Ortrugo e soprattutto il Gutturnio DOC, il cui nome ricorda quella coppa d’argento ricolma di vino che i romani usavano passare di mano in mano come segno di amicizia.

Quando andare

La Strada dei Colli piacentini è la soluzione perfetta per tutti coloro che amano scoprire ogni sfaccettatura del luogo: non solo i monumenti e la storia, ma anche l’enogastronomia, legata a prodotti del territorio frutto del duro lavoro della tenace gente piacentina.

Il periodo migliore per scoprire le ricchezze della Strada dei Colli piacentini è la primavera e l’autunno, quando le temperature sono fresche e piacevoli: sarebbe meglio evitare l’inverno, molto rigido, e la piena estate, solitamente alquanto torrida.

Cosa vedere

Castel San Giovanni è la prima tappa in un viaggio lungo la Strada dei Colli piacentini: questo borgo custodisce la cinquecentesca Chiesa di Santa Maria in Torricella, ricca di affreschi e di un suggestivo trompe-l’œil. Da qui si raggiunge Borgonovo Val Tidone, borgo dominato dalla rocca del ‘200 con esterno in laterizio: da vedere anche la Collegiata di S.Maria Assunta in stile gotico-lombardo con il campanile romanico del ‘300.

Pianello Val Tidone affascina grazie alla Rocca d’Olgiso, fortilizio che sorge imponente su uno sperone roccioso, circondato da un giardino splendido punteggiato di orchidee e armadille gialle.

Una torre merlata dà il benvenuto al paese di Nibbiano, ricco di costruzioni inglobate nella struttura del castello che mostrano sulle mura antiche feritoie per collocare passerelle e il ponte levatoio.
Oltrepassando il paesaggio bucolico di Piozzano, si raggiunge Agazzano e il suo Castello del ‘300: a questo antico maniero è legata la leggenda del fantasma del Conte Spadaccino “Il Buso” che pare vi si aggiri senza pace dal 1529.

La fama di Gazzola è legata allo splendido Castello di Rivalta, che ha i suoi simboli nella torre cilindrica e nel cortile interno porticato con doppio ordine di loggiato.

Superando Travo e il suo Castello di Anguissola, sede del Museo Archeologico, si arriva a Bobbio con lo scenografico Ponte Gobbo di origine romana, costruito con undici arcate diseguali, e l’Abbazia di San Colombano del 614 d.C.: nella cripta dell’adiacente Basilica sono visibili splendidi mosaici pavimentali del XII secolo.

La cittadina di Grazzano Visconti colpisce per l’architettura neo medioevale, tra case decorate con bifore e guglie, botteghe artigianali ed eleganti palazzi affrescati affacciati sulla Piazzetta Visconti.
Si attraversano i borghi di Ponte dell’Olio, legato al suo Castello di Riva del 1277 a pianta triangolare, Gropparello con il suo suggestivo Castello ed il Parco delle Fiabe, e Veleia Romana, ricca di vestigia di età Giulio Claudia quali il foro ricco di colonne, resti di tabernae e lapidi commemorative.

A Castell’Arquato, oltre alla Rocca viscontea con le sue quattro torri, meritano una visita la Collegiata di Santa Maria e il Palazzo del Podestà del XIII secolo.

Superata Vigoleno, cinta da mura merlate che custodiscono una pittoresca piazza con al centro una fontana del ‘500, si giunge ad Alseno dove si trova l’Abbazia Cistercense di Chiaravalle della Colomba, fondato nel 1135 con uno splendido il chiostro gotico circondato da un portico composto da archi ogivali.

Cosa mangiare e dove dormire

La Strada dei Colli piacentini è anche un modo per scoprire non solo i suoi vini ma anche la cucina locale costituita ad esempio dai maccheroni alla bobbiese, la coppa piacentina DOP, la pancetta piacentina DOP, lumache in umido, ciambelle salate, il salame piacentino DOP, gli anolini in brodo, la picula ad caval e le ciliegie di Villanova.

Per degustare queste leccornie si consiglia di recarsi presso la caratteristica osteria-salumeria Locanda del Verro di Castell’Arquato; il ristorante San Giorgio a Nibbiano, arroccato su una collina e perfetto per scoprire i piatti della tradizione; la Trattoria La Famiglia a Gazzola, dove degustare squisiti pisarei fatti a mano.

Per soggiornare lungo la Strada dei Colli piacentini sono consigliate le strutture: B&B Altarelli a Bobbio, un casale in pietra immerso nel verde, con vista sui colli piacentini e sul fiume Trebbia; il Castello di Vigoleno, dove si ha la possibilità di riposare nelle suggestive camere della fortezza; Hotel Leon d’Oro ba Castel d’Arquato, sito in un elegante palazzo liberty.

Itinerario

Mappa

Info utili

  • Punto di partenza: Castel San Giovanni
  • Prossime tappe: Borgonovo Val Tidone, Pianello Val Tidone, Nibbiano, Agazzano, Gazzola, Travo, Bobbio, Grazzano Visconti, Ponte dell’Olio, Gropparello, Veleia Romana, Castell’Arquato, Vigoleno
  • Tappa finale: Alseno
  • Distanza totale: 165 km
  • Durata: 3 ore e mezza, soste escluse
Stefano Maria Meconi
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