La città italiana con due ristoranti stellati nella stessa via

Francesco Garbo  | 17 Apr 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti

La stella Michelin è il riconoscimento più alto al quale un ristorante può aspirare grazie a una lunga strada fatta di sacrificio e piatti perfetti. Spesso quando un ristorante conquista una stella Michelin a risentirne è anche la zona che lo circonda. Prima o dopo il pasto al locale che vale la tappa, infatti, ci si concede una passeggiata nella città che lo ospita. Esiste in Italia una città che nella stessa via ospita ben due ristoranti stellati. Quando la concorrenza si fa spietata, fa notizia. Siamo a Rubiera tra Reggio Emilia e Modena e potremmo incoronare questo paese come il più gourmet d’Italia. I ristoranti sono dirimpettai ed entrambi hanno una stella.

“Mangiare, da queste parti, è una faccenda davvero seria” con una battuta il sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro nasconde una grande verità. Qui infatti sono molte le DOP e le IGP tra mortadella e culatello di Zibello, mangiare bene qui è cosa assai facile.

I ristoranti

I ristoranti chiamati in causa sono “L’Osteria del viandante” e “Arnaldo – Clinica gastronomica“. Il primo ha ricevuto da poco la stella Michelin insieme anche alla stella verde che come spiega la storica guida è “un riconoscimento che premia i ristoranti all’avanguardia nel campo della sostenibilità, quelli che si fanno carico delle conseguenze etiche e ambientali della loro attività e che lavorano con produttori e fornitori “sostenibili” per evitare sprechi e ridurre, o meglio ancora azzerare, la plastica e altri materiali non riciclabili dalla loro filiera.” Per quanto riguarda “L’Osteria del viandante” invece può vantare la stella dal 1959, tra le più storiche in Italia. Questa strana “costellazione” si trova in piazza XXIV maggio, ma vediamo nel dettaglio l’offerta dei due ristoranti.

Osteria del Viandante

Siamo in piazza XXIV Maggio numero 15, qui il menu spazia dall’antipasto con la Capasanta, asparago e tartufo accompagnata da una  fonduta al Parmigiano Reggiano seguendo poi con Dribbing di cervo una tartare di controfiletto di cervo, crema al pan brioche, succo di amarene, emulsione agli spinaci e riduzione al foie gras. Immancabili tra i primi i Cappelletti del Forte di Maria Pia nella tradizionale versione reggiana in brodo di manzo e cappone e il carrello dei formaggi seguito poi per chiudere dal carrello del gelato con gelato alla crema, antica ricetta con bacche di vaniglia, uova dell’Appennino e latte di montagna.

Le parole che si possono leggere sulla Guida

“Al primo piano del duecentesco forte militare che si erge al centro di Rubiera, il ristorante occupa cinque sale, una più affascinante dell’altra, tutte affrescate tranne l’antica limonaia, avvolta in carta da parati che ne ricorda la vecchia funzione, anche la mise en place è di straordinaria eleganza. Insomma, un romantico e raffinatissimo quadro per il giovane ed entusiasta Jacopo Malpeli. Nato e cresciuto tra Parma e Reggio, la sua cucina riflette la grandezza e l’opulenza della gastronomia locale. Fra tante ed interessanti proposte, ricordiamo il savarin di riso, omaggio ai leggendari Mirella e Peppino Cantarelli e al loro ex bistellato di Samboseto. Straordinaria cantina, oltre ai vini italiani anche tanti francesi, tra Champagne e altro.” La stella verde invece è stata conferita grazie alla “collaborazione con la cooperativa La Collina. Situata nei pressi di Reggio Emilia, quest’ultima lavora i propri terreni con metodi biologici e biodinamici dal lontano ‘75 e aiuta persone con dipendenze a reintegrarsi nella società attraverso il lavoro e il contatto con la natura.”

Arnaldo – Clinica Gastronomica

La piazza è la stessa ma cambia il numero civico, qui siamo al numero 3 e la cucina è quella della domenica in famiglia, il punto forte è il servizio che si svolge “principalmente su carrelli, dove a mangiare si comincia con gli occhi… dagli antipasti ai primi, per finire con i dolci, passando da sua maestà, il carrello dei bolliti.” Imperdibile infatti proprio il carrello dei bolliti con “Tagli bovini e suini di prim’ordine, bolliti a fuoco lento, vengono serviti con purè, mostarde e salse sul tradizionale e ormai noto Carrello dei Bolliti: vero protagonista dell’esperienza gastronomica di Arnaldo.

Le parole che si possono leggere sulla Guida

In un edificio quattrocentesco annesso all’albergo Aquila d’Oro, varcarne la soglia è un po’ come tuffarsi in un mondo traboccante d’atmosfera e di nostalgia. La cucina segue quest’atmosfera e a sua volta si ispira ad un passato gastronomico conosciuto e condiviso, quello della tradizione emiliana, a cominciare dai carrelli: degli antipasti, degli arrosti e bolliti e – infine – dei dolci. Rassicurante ed ovattato, qui il tempo sembra essersi fermato.

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