La pandemia che negli ultimi due anni ci ha costretti a lockdown intermittenti, ha provocato effetti negativi in molti comparti del settore produttivo italiano. Fra i settori più colpiti quello della ristorazione.
Matteo di Cola, cofondatore di Italy Food Porn ha intervistato alcuni ristoratori storici della Capitale per capire meglio a che punto siamo. Nel centro storico di Roma i segni della pandemia sono evidenti, la carenza di turisti e la paura diffusa del contagio oltre che avere conseguenze negative sui locali, hanno portato a un cambiamento del target.
Come ha spiegato Stefano de I Pizzicaroli – Vino e Ristoro: “Post pandemia la fascia di età dei clienti del mio locale si è abbassata – nota Stefano – gli “over” sono diminuiti rispetto ai ragazzi sotto ai trent’anni: penso che la fascia d’età tra i 25 e i 30 anni sia insofferente alla situazione che stiamo vivendo, ma anche coscienziosa quanto basta per tornare a vivere in modo sereno“.
Una situazione simile ha colpito anche altre categorie del settore food come dimostra la testimonianza di Francesco di TwoSize, famoso per il suo tiramisù che afferma: “Chiunque frequentava il centro di Roma prima e lo frequenta ora, può notare benissimo quanto il Covid abbia inciso sulla vita di queste strade: se dovesse continuare tutt’ora quello che abbiamo vissuto fino ad oggi i negozi a tracollare sarebbero molti di più”.
Ma come nel più classico dei clichè, non tutto il male viene per nuocere, molti infatti hanno colto le opportunità della pandemia per innovarsi e risollevarsi in qualche modo. Ne è prova la testimonianza di Lorenzo proprietario di Osteria Marè aperta nel 2016 che prima della pandemia faceva 90 coperti a pranzo e si è ritrovata all’improvviso chiusa durante il primo lockdown del 2020. Lorenzo afferma: “ Osteria Marè prima della pandemia non offriva Delivery, qualche take away ma solo a chi lo richiedeva, anche perché non offrivamo il servizio. Durante il primo mese di lockdown siamo stati chiusi, ma abbiamo escogitato un metodo per tirare avanti, tanto da inventare nuovi piatti adatti a questo tipo di ristorazione diventati ormai parti integranti del menù”.
Come affermato dallo stesso Matteo di Cola, molti ristoratori pensavano che dopo il primo lockdown la voglia di normalità avrebbe spinto le persone a tornare a frequentare i locali ma non è stato così, per questo il delivery ha continuato a essere il modo per fruire delle offerte della ristorazione e ha preso piede sempre di più come dimostra l’esperienza di Edoardo proprietario di Limerick Roma che ha portato il suo locale al passaggio da 40 coperti a sera a fare 70-80 hamburger in una sola sera aprendo nel 2021 una nuova sede che punta proprio sul delivery.
“Io prima della pandemia ricevevo pochissime richieste di delivery, ad oggi ti dico che io al massimo alle 9 molte sere devo staccare Uber Eats per non rischiare un esubero di ordini” ha affermato Edoardo.
La ristorazione dunque secondo Matteo di Cola non sta morendo, sta solo cambiando faccia.
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