Le cucine delle star americane parlano italiano: la storia dello chef che con i piatti della Puglia ha conquistato gli Stati Uniti

Adriano Bocci  | 23 Mar 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
Lo chef Pasquale Martinelli che sente il profumo di una pietanza mentre si cuoce

Perché ordinare qualcosa a domicilio quando potete avere a casa vostra direttamente lo chef Pasquale Martinelli?

Sul serio. Avete mai sentito parlare di chef a domicilio? Il food delivery è un servizio molto antico, ritrovato persino in alcuni ristoranti dell’antica Pompei, dove i pasti venivano messi in pentole di terracotta, ma in effetti è un’usanza che si può tracciare fino agli Inca. Popolarizzata in India dal 1890 con i dabbawala, il delivery in Italia è cominciato col famoso caso della storia della pizza margherita, il cui nome deriva dalla Regina Margherita (moglie di Umberto I), la quale richiese a Raffaele Esposito di farsi recapitare la propria prelibatezza, che venne poi ribattezzata.

Seppur l’era delle consegne a domicilio è relativamente recente (tralasciando il caso Margherita del 1889), sono nati siti appositi che, a seconda delle modalità del sito, vi fanno personalizzare la vostra richiesta, ricevere proposte di menù dagli chef e farli arrivare a casa vostra con la spesa pronta. Non male per una serata speciale. Ma ora, chi ha voglia di un upgrade? Spoiler: l’America. O meglio, quella parte di americani che possono permettersi riccanza in abbondanza.

L’upgrade del “comune” chef a domicilio

Chef Pasquale Martinelli che parla di pomodori
La sua passione per i prodotti genuini

E no, non stiamo parlando di quel programma di Alessandro Borghese che andava la mattina su Real Time. Pasquale Martinelli, lo chef nato a Mola di Bari, coi suoi piatti pugliesi si è preso una fetta dei ricchi palati americani offrendo cene extra lusso direttamente a casa loro dal proprio sito.

Intelligentemente chiamato Alloro, il suo team porta la Puglia nella casa dei ricchi facendo uso di prodotti di alta qualità, passando per nomi del calibro di Paul McCartney, Henry Kissinger e Bloomberg.

L’idea di cucinare nella casa della clientela venne proprio da un cliente di Pasquale, quando aprì un ristorante a New York ma non poté vendere alcolici. Venduta la sua parte, ricevette da parte dell’acquirente la richiesta di cucinare a casa sua. Lo chef Pasquale, che vive a New York da molti anni, entrò in un giro di eventi sia privati che di beneficienza e, come tutti sappiamo, il passaparola è una delle forme più forti del marketing: venne chiamato in lungo e in largo, permettendogli di esprimersi al meglio e di mostrare effettivamente cosa significa stare a tavola per noi Italiani.

Tutto il mondo, che sia in America o soprattutto in Giappone con la pratica del teppanyaki, ama veder cucinare dal vivo le proprie pietanze. Pasquale Martinelli, figlio di un contadino di Mola di Bari, ha vissuto per tutta la vita circondato da artigiani del cibo, agricoltori e pescatori. Prese velocemente la loro passione per la qualità degli ingredienti che venivano dai loro sforzi, cominciando la sua carriera. Quando cominciò a capire che il cucinare a casa degli altri poteva essere una opportunità ottima, fondò Alloro, utilizzando le preparazioni e le cotture radicate nelle tradizioni pugliesi, utilizzando sempre i migliori ingredienti a sua disposizione. Spiega Martinelli che gli americani vanno matti per il pane italiano, al punto tale da richiedere semplicemente altro pane (di Altamura, ndr) ed olio, anche al costo di saltare il secondo.

La formazione di Pasquale Martinelli

Lo chef Pasquale Martinelli che sforna il pane di Altamura
Lo chef Pasquale Martinelli che sforna il pane di Altamura

Arrivato in America, Pasquale cominciò lavorando in ristoranti famosi a Manhattan. Fu proprio fondando Alloro che cominciò a trasmettere la sua idea di cucina, con piatti semplici a seconda della stagionalità e di cosa ha nelle case dei clienti. La sua formazione comincia da piccolo con il lavoro manuale perché la sua famiglia coltivava una piccola porzione di terra sul Mar Adriatico.

Diplomatosi all’alberghiero di Castellana Grotte, si trasferì nel Regno Unito pieno di ambizione di successo. Nella sua prima esperienza lavorativa venne assunto per Forte Hotels per eventi privati per la famiglia reale. Trasferitosi a Milano, esplorò nuove opportunità nel lavorare per altri clienti illustri. Con la frenesia delle grandi città si trasferì a New York per collaborare con vari chef di fama internazionale. Ciò incluse Alain Ducasse, al ristorante Benoit di Manhattan. Ottenne certificazioni in Scienza della Nutrizione dall’università di Stanford ed altre certificazioni da quella di Harvard, da quella di Cornell e da quella di Hong Kong.

Fra le varie cose approfondì molto la parte nutrizionale del cibo, in modo da proporre piatti molto sani. Lo affascinò molto il fatto che fosse l’unico chef, in classi di medici e dietologi, e proprio per questo ama sponsorizzare la dieta mediterranea.

Supervisionò e sviluppò anche menù di varie strutture stellate Michelin. Dopo un tour di lavoro ai ristoranti Bella Vitae partecipò al The Martha Stewart Show, fruttandogli l’esposizione per lanciare la sua compagnia di chef privati, Alloro Private Dining. Se siete curiosi potrete trovarla QUI. Oggi lavora per eventi di vario tipo in modo da valorizzare sempre la cucina semplice, che odia impoverire quando la si definisce povera.

Crediti foto: alloroprivatedining.com

Adriano Bocci
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