È il secondo produttore di pesche del Giappone, grazie al clima favorevole e alla presenza di terreni fertili nella regione. Questo è quello che chiaramente dicono delle pesche di Fukushima i numeri divulgati dal Ministero dell’Agricoltura giapponese.
Tradizionalmente le pesche di Fukushima sono in effetti sempre state dei frutti apprezzati per la loro dolcezza, succosità e morbidezza. La loro fama, soprattutto presso i mercati internazionali, ha però subito una battuta d’arresto a partire dal 2011, anno del disastro nucleare della centrale di Fukushima Daiichi.
Dopo il disastro nucleare, la produzione agricola nella prefettura di Fukushima ha subito un forte impatto. Le preoccupazioni riguardanti la sicurezza alimentare hanno portato a un crollo delle vendite, nonostante gli sforzi del governo giapponese e delle autorità locali per rassicurare i consumatori sulla sicurezza dei prodotti provenienti dalla regione.
Negli ultimi anni è stato portato un intenso lavoro di riqualificazione e promozione delle pesche di Fukushima, oggi per certi versi simbolo di qualità ma anche di resilienza, determinazione e rinascita, speranza e ricostruzione.
Molte campagne di promozione sono state lanciate sia a livello nazionale che internazionale per sostenere l’industria agricola di Fukushima e in particolare quella delle pesche fiore all’occhiello della regione. Tantissime e in tutto il mondo le campagne di marketing che sono state avviate per promuovere l’immagine delle pesche giapponesi mettendone in luce l’eccezionale qualità.
Pesche di Fukushima, Harrods [foto @JohnCrux – Istock.com/solo uso editoriale]
Nel complesso queste azioni hanno il fine ultimo di riconquistare la fiducia dei consumatori giapponesi e, progressivamente, anche quella dei mercati internazionali.
Su questa scia si inserisce la vendita delle pesche di Fukushima addirittura da Harrods, gli iconici magazzini al centro di Londra. Che non vengono vendute ad un prezzo qualsiasi, ma hanno un costo che le fa di diritto rientrare tra i prodotti di lusso.
Tre pesche di Fukushima in confezione regalo sono vendute a 80 sterline, che corrispondono a circa 95 euro. Un costo che fa impallidire quello delle costosissime fragole italiane.
Il costo è chiaramente da intendersi in relazione al mercato inglese, tenendo conto del fatto che i prezzi di frutta e verdura in generale potrebbero essere nettamente più alti rispetto a quelli del mercato italiano.
In ogni caso è da leggersi anche come un tentativo studiato ad hoc dalla Tokyo Electric Power Company, e che fa parte di una più ampia e diversificata campagna di promozione del cibo proveniente dalla prefettura di Fukushima. Il prezzo è simbolo di un valore, riconosciuto nel caso delle pesche di Fukushima che devono riprendersi il podio da cui si sono allontanate a partire da marzo 2011.
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