Era l’antico piatto unico dei pastori, oggi è il dolce simbolo della Sardegna. Pecorino e miele si mescolano in uno dei dolci più golosi d’Italia

Marianna Di Pilla  | 26 Set 2024
Seadas

Le seadas (anche dette sebadas) sono un dolce tradizionale della Sardegna che unisce sapientemente il sapore deciso del pecorino alla dolcezza del miele (magari il miele locale). La croccantezza della pasta fritta si fonde alla perfezione con la morbidezza del ripieno, creando un contrasto di consistenze che rende questo dolce unico nel suo genere.
L’aroma intenso e avvolgente che si sprigiona dalle seadas, insieme al loro aspetto dorato e invitante, ne fanno un piatto della Sardegna che, come nel caso dei culurgiones, conquista al primo assaggio e lascia un ricordo indimenticabile.

Come nascono le seadas: storia del dolce sardo

La seadas è considerata il dolce tipico della Sardegna per antonomasia. E la sua non poteva che essere un’origine legata ai mestieri tradizionali dell’isola dei Nuraghi: infatti, venivano tradizionalmente preparate dalle donne della Barbagia, la regione di montagna cuore pulsante della Sardegna. Erano proprio loro che, nel periodo primaverile, realizzavano questi dolci tipici della cucina popolare per celebrare il ritorno a casa dei pastori dopo la fredda stagione invernale che avevano passato a pascolare i loro greggi. Anche se oggi viene generalmente servita come dessert, con l’aggiunta del miele, originariamente le seadas erano considerate un piatto principale.

Le origini delle seadas risalgono dunque a quando la Sardegna era principalmente una società agropastorale. I pastori, che trascorrevano lunghi periodi isolati con le loro greggi, avevano bisogno di cibi che fossero sia nutrienti sia di facile conservazione. Le seadas, con il loro ripieno di pecorino fresco e la copertura di pasta di semola, soddisfacevano entrambe queste esigenze.

Ancor più anticamente, pare che sia stata l’influenza spagnola a definire almeno il nome di questo dolce: una seada, più seadas deriverebbero infatti dal verbo cebar, che in spagnolo significa “cibare, nutrire”, ma anche al cereale chiamato cebada che già i Romani coltivavano in Sardegna oltre duemila anni fa.

Non è chiaro quale sia il comune o la zona precisa in cui questa ricetta è stata realizzata per la prima volta, ma alcune fonti indicano Urzulei Dorgali, e comunque tra Ogliastra e Barbagia di Ollolai. Oggi, in ogni caso, si trovano senza soluzione di continuità in tutta l’isola.

Ricetta delle seadas


Ingredienti

  • 500g di semola di grano duro rimacinata
  • 200g di pecorino sardo grattugiato
  • 100g di parmigiano reggiano grattugiato
  • 3 uova
  • 1 pizzico di sale
  • Olio extravergine d’oliva per friggere
  • Miele di corbezzolo o di arancio

Preparazione

  1. In una ciotola grande, mescolare la semola, il pecorino sardo e il parmigiano reggiano grattugiati insieme al pizzico di sale.
  2. Aggiungere le uova e impastare fino ad ottenere un composto omogeneo ed elastico.
  3. Formare una palla con l’impasto, coprirla con un canovaccio e farla riposare per almeno 30 minuti.
  4. Trascorso il tempo di riposo, dividere l’impasto in piccole porzioni e stenderle a forma di dischi sottili (circa 5 mm di spessore).
  5. Nel frattempo, in una padella larga, riscaldare abbondante olio extravergine d’oliva.
  6. Quando l’olio è caldo, friggere i dischi di impasto fino a quando diventano dorati e croccanti (circa 2-3 minuti per lato).
  7. Scolare le seadas su carta assorbente per eliminare l’eccesso di olio.
  8. Servire le seadas ancora calde, spolverizzate con zucchero a velo e accompagnate con del miele di corbezzolo o di arancio.

Le seadas sono migliori se consumate calde subito dopo la cottura, quando il contrasto tra il formaggio fuso e il croccante esterno è più evidente e il miele ancora abbastanza liquido e cremoso.
Non sono ideali per la conservazione a lungo termine dopo la cottura, poiché la pasta può indurirsi e il formaggio perdere la sua consistenza cremosa.

Marianna Di Pilla
Marianna Di Pilla


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