Vermouth, il nome può farci venire in mente un liquore straniero, qualcosa che non appartiene alla nostra tradizione. Ecco, vi sbagliate perché l’invenzione del Vermouth è italianissima. Siamo a Torino nel 1786 e chi inventò questo vino liquoroso fu Antonio Benedetto Carpano. Scopriamo tutto sul Vermouth
Il Vermouth o vèrmot, in piemontese, è un vino aromatizzato riconosciuto come PAT, prodotto agroalimentare tradizionale italiano. Chi ebbe l’idea di aromatizzare il vino fu Antonio Benedetto Carpano, un distillatore ed erborista. Il Vermouth è il risultato della miscela di un vino moscato, erbe aromatiche e spezie. Antonio rimase così soddisfatto della sua creazione che decise di inviarne un assaggio al re Vittorio Amedeo III che non solo lo apprezzò, ma lo introdusse tra le abitudini di consumo della famiglia reale.
Se il tuo prodotto è apprezzato dal re, figuriamoci dal resto della popolazione. Così la bottega divenne molto famosa e nel 1820 il nipote di Antonio fondò la “Fabbrica di liquori e Vermouth Carpano”. Un successo inarrestabile quello del Vermouth che venne apprezzato da subito da personaggi importanti come Giuseppe Verdi e Cavour, diventando così una bevanda aristocratica. Ma, se andiamo a scavare nel passato, bevande simili a questa erano apprezzate già sia dai Greci che nell’antica Roma.
All’epoca probabilmente si usava aromatizzare il vino perché non era sempre molto gradevole come sapore, ma sta di fatto che si dice che già Ippocrate amasse bere questo vino aromatizzato. Ma da dove viene questo nome che al suono non ci riporta alla nostra lingua? Probabilmente dalla Germania, anche li si prepara un vino lasciato in infusione con erbe ma nello specifico assenzio che in tedesco viene chiamato Wermouth: ecco dunque da dove prendere origine il nome.
Ancora oggi il Vermouth è un prodotto molto apprezzato, ovviamente la zona di produzione per eccellenza rimane sempre quella di Torino. Esiste un rigido disciplinare per la produzione di questo vino aromatico che prevede almeno il 75% debba essere di vino, la gradazione alcolica può essere variabile ma in ogni caso mai inferiore al 15,5%. Non c’è una specifica sul vino usato ma molto spesso si tratta di moscato al aurale viene aggiunto zucchero (13-15%) e un mix di spezie molto segreto che varia a seconda della case produttrici. Possiamo comunque nominare l’artemisia, il timo, l’anice, il coriandolo, la cedrina e la camomilla romana. Inoltre esistono 4 versioni di Vermouth: il bianco, il rosso, il rosa e il dry.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
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