Una sorta di storia d’Italia ripercorsa attraverso un viaggio nel mondo della pasta quello che il nuovo documentario Rai, dal titolo l’oro d’Italia, propone a coloro che sono appassionati del mondo della gastronomia. Ieri si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di questo documentario alla quale sono intervenuti anche coloro che hanno contribuito a realizzarlo.
La pasta è arte, creatività, identità italiana ma anche custode di tradizioni familiari e territoriali che hanno contribuito alla creazione del made in Italy. Ogni singolo pastificio, dal più grande al più piccolo, nasconde storie di uomini e donne umili, partiti dal nulla con pochi sacchi di farina. Nel corso del tempo, quei piccoli forni si sono trasformati in veri e propri imperi capaci di portare l’Italia nel mondo. Non è un caso che la cucina italiana sia stata candidata a Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Un pasto che è stato capace di sfamare tante persone che non potevano permettersi il lusso di cibi costosi, come quelli a base di carne. Questo documentario, prodotto da Rai Documentari andrà in onda venerdì 15 dicembre alle 16.20 su Rai 3.
Si parte da Gragnano, da sempre ritenuto il posto giusto per far essiccare la pasta grazie all‘aria salubre e la perfetta esposizione al sole che favorivano la disidratazione del grano e assicuravano un aroma e un sapore unici. I racconti dei produttori e degli storici di Gragnano conducono il telespettatore indietro nel tempo, per riscoprire l’invenzione della pasta secca che sfamò la popolazione durante le carestie del 6-700, fino all’incantesimo dell’industria napoletana che si ruppe di fronte alla Grande Guerra e all’inevitabile progresso tecnologico.
“Gli italiani sono da un secolo e mezzo consumatori stabili di più di 20 kg pasta all anno – ha spiegato durante la conferenza stampa il Prof Alberto de Bernardi– in quest’Italia è cambiato tutto eppure noi siamo sempre i più grandi consumatori di pasta come siamo anche i più grandi produttori ed esportatori. La pasta piace agli italiani perché si è perfettamente inserita negli usi gastronomici di tutt’Italia. Un meraviglio supporto – la pasta- che regge tutte le identità, le cambia le trasforma e le fa sue”
Non poteva mancare il parere di uno chef, un volto noto della televisione, Alessandro Circiello che all’interno del documentario illustra qualche ricetta a base di pasta.”La parola spaghetti non ha bisogno di traduzione nel mondo– ha illustrato Circiello alla conferenza- rappresentano una cultura, la nostra alimentazione e il nostro modo di vivere. L’Italia ha migliaia di ricette di pasta famose. Abbiamo coniato anche la parola al dente, non solo la pasta cotta in questo modo è più buona ma anche più sana”.
Sono un cuoco e un giornalista enogastronomico, cucino e parlo di cibo praticamente tutto il giorno. Vino e cibo sono le due vie migliori per conoscere una cultura, in modo gustoso.
Il gulash è un piatto ricco e sostanzioso, simbolo della cucina ungherese come la ...
Lo scenario è quello di una vecchia casa di pescatori, affacciata sul mare ...
"Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero" cantava Giuni Russo nel ...
Le ciambelle al Vino Bianco sono piccole delizie che racchiudono l'essenza della ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur