Descrizione del prodotto
Si tratta di una varietà che si caratterizzata con un culmo robusto e da un’altezza media della pianta di 200-220 cm. La spiga, o pannocchia, di colore arancione vivo, è lunga e pesante. Le cariossidi sono disposte in 14-16 ranghi, in numero di 40-45 per fila. Il tutolo è bianco e sottile. Caratteristica dello Spin che lo distingue dalle altre varietà è la presenza di un rostro sulla cariosside. Questa è a frattura vitrea e ha un embrione piccolo. La farina ottenuta dalla macinatura si caratterizza col nome “Farina della Valsugana”.
Zona di produzione: Alta e Bassa Valsugana e Primiero.
Cenni storici e curiosità
In Trentino il mais è arrivato nel XVII secolo, sicuramente dal Veneto, e fra le prime valli interessate dalla nuova coltura c’è la Valsugana. Nel corso del secolo la sua presenza è tuttavia ancora minoritaria rispetto agli altri cereali, quali frumento, segale, avena, miglio e, fra le ragioni di ciò, vi è certamente anche la lentezza delle modificazioni delle abitudini alimentari. Al proposito Francesco Ambrosi scriveva che “la sua introduzione fu dapprima lenta, attesa la ripugnanza che sentiva il popolo di cibarsi della farina di questo grano”. Sicuramente l’espansione del mais avviene soprattutto e nella seconda metà del Settecento, complice anche una serie di crisi degli altri cereali. “Nel 1752 si coltivava quasi dappertutto ed era diventato il cibo ordinario della gente di montagna. Il grano turco, o semplicemente sorgo o giallo, è coltivato sopra una grande estensione di terreno dalle basse valli a circa 800 metri …. ed è fra i cereali quello, a cui è data la maggiore diffusione, siccome alimento abituale della classe povera della nostra popolazione” scrive sempre Ambrosi. La grande diffusione del mais è documentata anche dalle indagini commissionate da Filippo Re per gli “Annali dell’agricoltura del Regno d’Italia”, relative agli inizi dell’Ottocento: “La massima parte delle piccole famiglie che o come propria o in affitto lavorano la campagna piana la seminano a frumentone ….. perché al villano la polenta preme sopra ogni altra entrata” riportava Giovan Battista Garzetti e il suo collega Carlo Hippoliti per la Valsugana rilevava che “al presente fra i cereali viene coltivato in un modo quasi esclusivo il grano turco, che si può considerare colle altre biade in proporzione del 90 per 100”.
Il mais, affermava anche lo studioso Agostino Perini a metà dell’Ottocento, “è fra i cereali la pianta più diffusamente coltivata nelle basse valli del Trentino”. Anche valutazioni successive, di fine secolo e di inizio del seguente, confermano la supremazia del mais un po’ in tutte le valli del Trentino, pur con produzioni unitarie molto basse.
La grande diffusione del mais portò anche ad un cambiamento della dieta alimentare. L’uso quotidiano della polenta, impostosi nel periodo delle guerre napoleoniche, divenne una realtà anche per la popolazione trentina, con conseguente comparsa della pellagra soprattutto nelle classi più povere .
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