Mele della Valsessera

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 5 minuti

CARATTERISTICHE DELLE VARIETA’ LOCALI DA SALVAGUARDARE, METODICHE DI COLTIVAZIONE E/O VOCAZIONALITA’ TERRITORIALE CONSOLIDATE NEL TEMPO: La frutticoltura valsesserina un tempo largamente diffusa sia nelle zone collinari e sia su declivi premontani ha subito, negli ultimi cinquant’anni, una importante riduzione produttiva e non è più stata così importante come un tempo nell’economia locale. I frutteti sono stati via via abbandonati e ciò che è rimasto non è stato rinnovato. I frutteti rimasti non producono le nuove varietà arrivate sul mercato in questi ultimi anni e ciò ha comunque consentito un interessante mantenimento della ricchezza varietale, certo ridotta rispetto ad un tempo, ma comunque ancora significativa sul piano della biodiversità. Le vecchie varietà di mele rimaste sono in parte tradizionali del territorio piemontese ed in parte autoctone e quindi tipiche del territorio locale.
Tra le numerose varietà ancora presenti nel territorio si possono ricordare:
Gran Alesander: mela diffusissima in Valsessera apprezzata per le qualità organolettiche, per la fioritura tardiva che la salva dai danni delle gelate primaverili, per la vigoria dell’albero maestoso ed allargato di cui si conservano esemplari secolari. Il frutto è molto bello, grande appiattito, a buccia prevalentemente rosso vivo lucido e giallo nella parte inferiore, a coste.La polpa è leggera, succosa, saporita. Si conserva fino a Natale. Prende il nome dallo zar russo, in quanto si ritiene sia stata importata dalla Russia nel 1800.
Presec: piccola mela tonda, con peduncolo fine, buccia verde vivo liscia con guancia rosa acceso; pasta bianca succosa, soda e dolce; tradizionalmente usata nella zona di Coggiola (Bi) cotta col merluzzo, probabilmente per alleggerire un piatto un po’ pesante. Si conserva fino a marzo.
Limunin: mela molto apprezzata e diffusa localmente .Prende il nome dalla forma, simile a quella di un limone, ovvero conica allungata ed un po’asimmetrica.Buccia completamente gialla.Polpa molto dolce e tenera. E’ sinonimo del Pum Purtigal Valsesiana ovvero del Belfiore giallo. Si conserva fino a gennaio.
Sunaja: mela autunnale dalla forma allungata inconfondibile; buccia a fondo verde striato di rosso; polpa tendente al farinoso, ma abbastanza succosa e sfumata di rosso in prossimità della buccia. Prende il nome dalla particolarità dei semi che suonano scuotendo il frutto a maturazione raggiunta. Si conserva fino a gennaio.
Sciarle: mela a forma conica di dimensioni medio piccole. La buccia verde brillante prima e gialla a piena maturazione è liscia e spessa. La polpa è soda, succosa, dolce con un gradevole retrogusto di frutta secca. Si conserva fino a marzo.
Gerb: nome che prende in Valsessera il Bell ’d Magg, cultivar valsesiana. Mela molto apprezzata per la fioritura tardiva, da cui prende il nome, che la salva dalle gelate primaverili. Frutto medio grande,tondo,a buccia verde brillante con caratteristica rugginosità nella cavità calicina. Polpa granulosa, come di renetta, ma meno dolce.
Cumian-a: mela molto apprezzata in zona per la grande capacità di conservazione che le consente di essere consumata fino alla tarda primavera e oltre. Tipica del paese di Guardabosone (Bi) è però diffusa in tutta la valle. Forma conica allungata, ha un aspetto piuttosto comune: buccia a fondo giallo in maggioranza striata di rosso scuro. Polpa molto soda e croccante di scarso sapore appena raccolta, ma decisamente apprezzabile con l’avanzare della stagione.
Bela Giusepina: mela di buona pezzatura dall’aspetto molto invitante: tondo piatta dai bei colori vermigli accesi su fondo giallo, molto simile ad una renetta rossa anche nella polpa a grana un po’ pastosa.pezzatura medio grande. Molto saporita. Si conserva fino a dicembre.
Piatlin: la più tipica delle ruggini locali per il suo aspetto molto piatto (da cui il nome). Buccia completamente ruggine, scagliosa e rilevata di piccole protuberanze. Ottimo frutto da tavola a pasta densa e saporita dolce, e gradevolmente acidula con retrogusto di nocciole tostate.
Mutuneta: graziosa piccola mela ,probabilmente un semenzale locale, che prende le origini dal paese di Sostegno. Di forma conica, rugginosa nella parte superiore, buccia verde con guancia rosa vivo. Molto saporita, dolce e gradevolmente acidula, si conserva molto a lungo.
Giarun: frutto diffuso nella zona di Guardabosone di aspetto piuttosto comune e diffuso nel modo delle mele: dimensione medio piccola, buccia a fondo verde striata di rosso sulla maggior parte della superficie. Dolce, leggermente acidula a polpa bianca durissima. Si conserva molto a lungo inalterata.
Bel d’Anmerica: mela diffusa sia in Valsessera che in Valsesia un tempo molto apprezzata per la serbevolezza e per il caratteristico aroma della polpa che raggiunge solo tardivamente,a gennaio. Di aspetto gradevole, a buccia quasi bianca con guancia rosa acceso; polpa soda e saporita, tonda e di pezzatura media.

ZONA DI PRODUZIONE: Alcune varietà di mele, come Gran Alesander, Limunin e Gerbi sono presenti su tutto il territorio

MATERIALI ED ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATE PER LA CONSERVAZIONE E/O L’IMBALLAGGIO DEL PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: I frutti vengono abitualmente conservati in locali freschi tipo scantinati,stanze in rustici di campagna o locali adibiti a fruttaio su piani di legno ricoperti di paglia.

DESCRIZIONE DEI LOCALI DI CONFEZIONAMENTO E/O DI CONSERVAZIONE: I locali dove vengono effettuate le operazioni di conservazione e confezionamento (cantine e/o magazzini ricavati da locali delle abitazioni) rispettano le attuali normative riguardanti l’igiene degli alimenti.

DOCUMENTAZIONE ATTESTANTE LA VOCAZIONALITA’ TERRITORIALE CONSOLIDATA NEL TEMPO PER UN PERIODO NON INFERIORE AI VENTICINQUE ANNI DEL PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: La produzione di frutta in Valsessera ha lontane radici nel passato; molti agricoltori si dedicavano alla coltivazione del melo in questa zona di terreni freschi e sciolti ; il surplus della necessità familiare veniva venduto ad acquirenti provenienti soprattutto dalle città di pianura, nei mercati locali ed alla ristorazione. I frutti migliori venivano venduti come frutto da tavola, mentre la seconda scelta o le varietà con qualità organolettiche meno interessanti, venivano vendute e trasformate in sidro. Nei paesi un mediatore contrattava i prezzi con gli acquirenti chiamati “Bachen” ed il prezzo stabilito era
Sul testo “La nuova frutticoltura del Biellese” del 1915 l’autore Don Paolo Antoniotti cita testualmente per il territorio di Sostegno: “Il consumo e l’esportazione sono immensi e crescono ogni giorno;poiché la mela,fra tutti i frutti è quello che prestasi di più alle preparazioni alimentari ed alla produzione di sidro,alcool e aceto….. Il franco è l’albero delle piantagioni a pieno vento, ad alto fusto…. Non v’è convenienza adottare le varietà che maturano precocemente e neanco quelle che danno frutti assai grossi. Gli alberghi, i collegi ed i pubblici istituti preferiscono le mele ben colorite e di media grossezza”.

FONTE: B.U.R. Piemonte, Supplemento al numero 23 – 6 giugno 2002

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