Mele delle Valli di Lanzo

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 3 minuti

CARATTERISTICHE DELLE VARIETA’ LOCALI DA SALVAGUARDARE, METODICHE DI COLTIVAZIONE E/O VOCAZIONALITA’ TERRITORIALE CONSOLIDATE NEL TEMPO: Brevemente, si indicano le principali varietà locali ancora coltivate e commercializzate nelle Valli di Lanzo:
· Bugin (dal nome della famiglia Bogino di Lanzo): è la varietà più diffusa in tutta l’area; la sua provenienza è esterna; si è diffusa negli anni ’50 per le sue buone caratteristiche organolettiche, la produttività, la resistenza alle principali malattie e, non ultimo, la conservabilità dei frutti. La maturazione dei frutti avviene, generalmente, nel periodo invernale, già in fruttaio, dopo essere state raccolte a fine ottobre, si conservano fino a inizio estate.
· Rigadin (dalle striature rosse della buccia): viene chiamata anche Niclot e Michlet a seconda delle zone. Fino agli anni ’60, era la varietà esportata in Germania. Le piante sono produttive, i frutti di media pezzatura, raccolti alla metà di ottobre, non hanno una lunga conservabilità.
· Coronei (colonnelli, da una famiglia di Castiglione in Coassolo T.se): piante vigorose, a portamento espanso, con frutti di pezzatura medio grande. La buccia è ruvida, con colore di fondo giallo più o meno marezzato di rosso. La polpa è bianca, poco profumata, di sapore acidulo.
· Magnetti Domenico (dal nome di un frutticoltore che ha selezionato tale varietà tra un gruppo di semenzali presenti nella sua azienda): si è diffusa nelle altre zone mantenendone il nominativo. Le piante sono vigorose e di buona produttività. La buccia è di colore giallo e rosso inteso, la polpa è bianca, profumata con sapore dolce acidulo.
· Bianco di Bogno (dalla frazione Bogno in Coassolo T.se): buccia di colore giallo-verde chiaro e polpa bianca, poco profumata, di sapore acidulo.
· Contessa: è una delle varietà più diffuse, presenta frutti di grandi dimensioni. La buccia è di colore verde-giallo, macchiata di rosso, e la polpa è bianca e succosa e acidula. Terminano la maturazione sulla paglia in quanto, essendo grossi, hanno la tendenza a cadere.
Molte altre sono coltivate (un’indagine ne ha “riscoperte” complessivamente una quarantina) tra cui:

ZONA DI PRODUZIONE: La coltivazione del melo nelle Valli di Lanzo è compresa in una fascia altimetrica tra i 400 e gli 800 m e comprende essenzialmente i comuni di bassa e media valle.

MATERIALI ED ATTREZZATURE SPECIFICHE UTILIZZATE PER LA CONSERVAZIONE E/O L’IMBALLAGGIO DEL PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: Per il tipo di prodotto non si segnalano particolari attrezzature e materiali impiegati.

DESCRIZIONE DEI LOCALI DI CONFEZIONAMENTO E/O DI CONSERVAZIONE: I locali per la conservazione sono costituiti da magazzini e/o cantine ove il prodotto viene collocato in attesa della maturazione definitiva (per alcune varietà di cui sopra) e della vendita.

DOCUMENTAZIONE ATTESTANTE LA VOCAZIONALITA’ TERRITORIALE CONSOLIDATA NEL TEMPO PER UN PERIODO NON INFERIORE AI VENTICINQUE ANNI DEL PRODOTTO ORTOFRUTTICOLO INDICATO NELLA PRESENTE SCHEDA: Le Valli di Lanzo, fino al secolo scorso, erano importanti economicamente soprattutto per l’attività mineraria e l’agricoltura. L’attività estrattiva è andata esaurendosi e l’agricoltura ha subito, col tempo, trasformazioni radicali (e purtroppo anche visibili) dovute soprattutto alla riduzione della connessa attività (spopolamento, industrializzazione, ecc.) ed i terreni, già marginali una volta (si pensi ai terrazzamenti che, a volte, risalivano intere pendici), si sono col tempo trasformati in bosco.

Bibliografia:

FONTE: B.U.R. Piemonte, Supplemento al numero 23 – 6 giugno 2002

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