Composizione:
a. Materia prima: farina di grano duro, acqua, strutto, zucchero, semi d’anice, lievito naturale, sale.
b. Coadiuvanti tecnologici:
c. Additivi:
Tecnologia di lavorazione: la farina viene impastata con tutti gli ingredienti. Si lavora a lungo l’impasto formando dei lunghi cilindri dello spessore di un dito che vengono chiusi a cerchio, o annodati ad asola, o formando delle emme a tre gambe. Vengono quindi gettati in acqua bollente e, quando risalgono in superficie, estratti e messi ad asciugare in cesti adagiati su panni bianchi. Successivamente vengono cotti al forno subito dopo aver tolto il pane.
Area di produzione: Picerno e Tito in provincia di Potenza.
Note: oggi è un dolce pasquale, ma alle origini era il pane dei pastori, che dopo averne infilato alcuni pezzi in una cordicella li appendevano al collo, durante gli spostamenti. Quelli che non venivano consumati si conservavano anche un anno nei cassoni, fra la biancheria. Si offrivano agli ospiti insieme al vino, e come premio ai bambini. Con la stessa pasta delle mescuotte, nel periodo pasquale si formavano delle schiacciature farcite con un uovo e ornate di confetti colorati che vengono chiamate “guarnere” a Picerno, “pupe” a Tito. Un “panaru”, a forma di cesto o paniere, veniva fatto per i bambini. (Cfr. M. Greco, I prodotti alimentari di manifattura domestica derivati dal grano alla fine degli anni ’50 a Picerno e a Tito, in Atti del Convegno per la tutela e la valorizzazione delle tradizioni rurali a cura di F. Avolio, Torino, 1993).
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