Miacce, miasse o miasce e amiasc

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: < 1 minuto

Nell’area piemontese compresa tra il canavesano, nel nord della provincia di Torino, su fino ai confini con la Svizzera, passando per la Valsesia, in provincia di Vercelli e spingendoci alla estrema punta nord del Piemonte, adesso provincia di Verbania-Cusio-Ossola, troviamo un’area accomunata da antiche tradizioni alimentari Walser, e la tradizione forse più significativa riguarda la produzione di un antico sostituto del pane,che ha la caratteristica di non essere cotto al forno, bensì su piastre di ferro messe direttamente sul fuoco.
Questi prodotti, che prendono nomi e composizioni diversi, com’è tipico per i prodotti poveri delle
tradizioni alpine, si chiamano in Valsesia: “miacce”. Gli altri nomi con cui sono conosciute, a seconda del luogo di produzione, sono: miasce o miasse nel canavese, stichett, runditt e amiasc nel verbano.
Hanno tutte in comune la preparazione di una pastella più o meno ricca come composizione, e la
successiva cottura a fuoco vivo.

 

Territorio interessato alla produzione: Le miacce vengono prodotte in tutti in comuni della Valsesia.

 

Cenni storici e curiosità
Sono la versione “povera” dei canestrelli, a cui assomigliano per la metodica di produzione.
Il 24 maggio, giorno dell’Ausiliatrice, a Settimo Vittone e paesi vicini, per tradizione si mangiano le Miasse con la Zuppa di Bugole e con il Salignun.
Ogni anno, in autunno, a Quincinetto, si svolge la Sagra delle Miasse.

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