Miele calabrese di corbezzolo

PaesidelGusto  | 10 Gen 2019  | Tempo di lettura: 2 minuti

Territorio interessato alla produzione: tutte le province

Descrizione prodotto: E’ caratterizzato da uno spiccato sapore amaro e odore pungente che ne costituiscono la peculiarità. A causa del periodo produttivo questo miele presenta un elevato contenuto in umidità.
PESO MEDIO: Delle confezioni in vasetto da 50 a 1000 grammi.
SAPORE: Da poco dolce ad amaro.
ODORE: Pungente, amaro.
COLORE: Da ambra fino a nocciola, marrone.

Descrizione delle metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura:
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Artigianale e industriale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Prima dell’introduzione delle arnie a favo mobile (introdotte agli inizzi del ‘900), l’estrazione del miele avveniva tramite torchiatura. Oggi l’estrazione avviene per centrifugazione. Le principali fasi di lavorazione sono:
PERIODO DI PRODUZIONE: Ottobre – gennaio.
CONSERVAZIONE: Fino a 2 anni.

Materiale, attrezzature e locali utilizzati:
MATERIALI UTILIZZATI: Acciaio inox, plastica per alimenti, vetro.
STRUMENTI UTILIZZATI: Filtri, coltelli, vasche, rifrattometro.
MACCHINARI UTILIZZATI: Disepercolatrice, smielatore, filtri a maglie, dosatrice, confezionatrice.
LOCALI: Locali adibiti alla produzione di miele sia a carattere familiare che industriale.

Elementi che comprovano la tradizionalità: Il consumo di miele in Calabria era destinato essenzialmente alle ricorrenze poiché il miele veniva utilizzato per la preparazione di dolciumi tradizionali (pignolata, mustaccioli di Soriano, ecc.). Nella cultura contadina veniva usato a scopo medicinale e terapeutico per curare ad esempio le affezioni bronchiali. Nella tradizione calabrese il miele era conosciuto come tale mentre, la caratterizzazione dei mieli monoflora è subentrata in anni più recenti. Anticamente l’unica distinzione che veniva fatta era tra mieli “chiari” (agrumi, millefiori) e mieli “scuri” (castagno, melata, eucalipto). Le arnie, detti “bugni villici” erano ricavate da tronchi di alberi o “si fabbricavano con vimini di salice intrecciati” come è ripostato anche ne De re rustica di Columella. Dalla “pitta” (cioé il favo di miele) che si formava, si procedeva all’estrazione del miele che avveniva per torchiatura (torchi a mano).

Fonte: Regione Calabria. I prodotti tradizionali della Regione Calabria – Assagricalabria.it 2005

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