Questo miele se prodotto nella prima parte della primavera è caratterizzato dall’aroma amarognolo della marasca, mentre se prodotto più tardi è caratterizzato da aroma delicato di varie leguminose erbacee.
Territorio interessato alla produzione: Si produce esclusivamente nell’area del Carso triestino e isontino.
Descrizione delle metodiche di lavorazione e di conservazione del prodotto
Le famiglie di api vengono allevate in arnie razionali di legno. Per sfruttare le prime fioriture dei prati polifiti e delle boscaglie gli apicoltori mettono in atto una serie di tecniche (es. nutrizione stimolante, riunione di famiglie) per ottenere famiglie numerose a inizio primavera.
Le fioriture utilizzate per l’ottenimento di miele millefiori del Carso si svolgono per lo più fra la prima decade di aprile e primi di luglio; successivamente le fioriture sono molto più scarse (per la forte siccità estiva), per cui il raccolto viene lasciato alle api per costituire le scorte invernali. Per ottenere questo prodotto non viene effettuato il nomadismo.
Cenni storici e curiosità
Il miele millefiori del Carso deve la sua tipicità al gusto, talora deciso, e al colore (beige più o meno scuro). Poiché il miele è poliflorale (deriva dal nettare di numerose piante), lo standard qualitativo non è costante nelle diverse aree ove viene prodotto, in quanto ciò dipende dalle caratteristiche vegetazionali delle diverse zone e dall’epoca di smelatura.
Il miele millefiori del Carso viene prodotto per lunga tradizione dagli apicoltori delle aree carsiche della regione Friuli Venezia Giulia, ivi costituendo da sempre uno dei principali prodotti dell’apicoltura.
Nel 1933 il prof. Francesco Blasi, in un suo manualetto di apicoltura (edito per conto della Cattedra Ambulate di Agricoltura per la provincia di Trieste), indica fra i mieli tipici del Carso il “Miele [millefiori] del Carso. Giallo ambrato, aromatico, molto apprezzato” (Blasi, 1933). Alcuni anni più tardi in una riedizione ampliata dello stesso manualetto si riferisce che “La flora, ricca di piante aromatiche dei pascoli carsici, offre alle api ottimo bottino, però ad intermittenza causa la siccità” (Blasi, 1948).
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