Area di produzione:
Il Miele Millefiori delle Lagune Friulane si produce in un territorio ben circoscritto relativo alle aree lagunari e perilagunari delle province di Udine e Gorizia; sono incluse le aree arginali delle lagune, le isole del cordone litoraneo (es. Isola di S. Andrea) e quelle interne alle lagune (es. Isola di S. Giuliano), gli argini delle valli da pesca, nonché le barene lagunari ricoperte da particolari associazioni vegetali che includono piante alofile, ovvero tolleranti la salinità dei suoli, spesso inondati dalle acque salmastre della laguna. Pertanto, sono interessati alla produzione di Miele Millefiori delle Lagune Friulane gli apicoltori delle province di Gorizia e Udine.
Descrizione
Il Miele Millefiori della Laguna Friulana deriva dal nettare di numerose piante erbacee, arbustive e arboree (spesso alofile o psammofile) che vegetano nelle aree lagunari e perilagunari friulane (Agriconsulting, 2008). Le principali piante (alcune tipiche di ambienti lagunari), le cui fioriture vengono utilizzate dalle api nell’area in esame, sono in ordine di fioritura: Cakile maritima, Tamarix gallica, Robinia pseudacacia, Rubus spp. (in particolare Rubus ulmifolius gr.), Trifolium repens, Amorpha fruticosa, Limonium spp. (in particolare Limonium vulgare/serotinum), Aster tripolium, Inula crithmoides e Inula viscosa.
Nei prati magri associati agli argini perilagunari e ai cordoni sabbiosi, vengono visitati dalle api i fiori di varie piante psammofile, quali Teucrium polium, Oenothera biennis gr. e Asparagus acutifolius.
Il colore del miele è diverso a seconda del periodo di raccolta del nettare da parte delle api e delle aree di raccolta; di norma è di colore ambrato intenso, talora con riflessi rossastri. La cristallizzazione è in genere assente (talora il miele assume consistenza viscosa o cristallizza nel caso derivi per buona parte dal nettare di Cakile maritima). L’aroma è di media intensità, leggermente speziato e fruttato. Il sapore è deciso, con note amare e minerali (salato).
Dal punto di vista melissopalinologico, il Miele Millefiori delle Lagune Friulane è identificato dalla presenza di pollini di gran parte delle piante sopra indicate. In particolare, l’origine botanica è caratterizzata principalmente dalla presenza di polline di Tamarix, Rubus, Trifolium repens e Amorpha nei mieli primaverile-estivi, e di pollini di Trifolium repens, Limonium, Aster e Inula in quelli estivo-autunnali.
Il Miele Millefiori della Laguna Friulana viene confezionato in vasetti di vetro con tappo di latta a vite, per lo più da 250 g e, più raramente, da 500 g.
Allevamento e lavorazione
Le famiglie di api vengono allevate in arnie razionali di legno, soprattutto del tipo Dadant-Blatt a 10 telaini. In vista della raccolta del Miele Millefiori delle Lagune Friulane, gli apicoltori mettono in atto una serie di tecniche (es. controllo della sciamatura, nutrizione stimolante) per mantenere le famiglie numerose.
Le fioriture utilizzate per la produzione di questo miele si svolgono dai primi di aprile alla fine di agosto-primi di settembre. L’andamento meteorologico stagionale (es. estati calde e secche, ovvero con una ridotta piovosità) può incidere fortemente sulle produzioni. Le fonti nettarifere di questo miele vengono di solito sfruttate dagli apicoltori con apiari stanziali o talora con il nomadismo.
Dopo la fine di ciascun raccolto, quando i favi sono stati opercolati, i melari vengono prelevati dagli alveari e trasportati nel laboratorio (sala di smelatura). Successivamente, si procede alla disopercolatura dei favi e alla smelatura tramite centrifugazione. Il miele viene quindi filtrato, posto in maturatori di acciao inox e lasciato decantare per almeno due settimane. La schiuma e le impurità che affiorano vengono eliminate.
Nel corso dell’anno, pertanto, per ottenere questo prodotto si effettuano due o tre smelature in epoche diverse.
Cenni storici e curiosità
Il Miele Millefiori della Laguna Friulana viene prodotto per tradizione ultratrentennale da alcune decine di apicoltori della regione nelle aree lagunari e perilagunari friulane.
Già nei lavori di Simonetti e Barbattini (1987) e di Simonetti et al. (1989), il valore apistico delle principali piante nettarifere e pollinifere presenti nelle lagune friulane era stato ampiamente sottolineato.
Le informazioni raccolte presso alcuni apicoltori regionali con lunga esperienza riferiscono della presenza di apiari stanziali (ma anche nomadi) sia lungo gli argini lagunari di terraferma, sia sulle isole del cordone litoraneo (es. Isola di S. Andrea) e su quelle interne alle lagune stesse (es. Isola di S. Giuliano).
In un’intervista a cura del LAR al decano degli apicoltori friulani Candido Codarin (di Castions di Strada, ma originario di Carlino – UD), pubblicato sul Notiziario ERSA del 2002 (LAR, 2002), viene presentata una foto, scattata nel 1972, di un apiario situato sul margine della laguna di Grado, nella quale si distingue, sullo sfondo, il Santuario Mariano di Barbana. La didascalia della foto recita: “Anno 1972. Alveari in area perilagunare per l’impollinazione dell’erba medica da seme; sullo sfondo, il campanile del Santuario di Barbana”.
In un articolo del 2002 sui diversi mieli prodotti in Friuli Venezia Giulia (Gazziola, 2002), si fa esplicito riferimento a “Mieli di laguna”, prodotti nella zona di Grado e caratterizzati da uno “spettro pollinico particolare riconducibile a piante xerofile che ben tollerano la salinità”.
Oltre alla documentazione precedente al 1991 relativa a questa produzione in regione, si è proceduto a raccogliere la dichiarazione (in forma di autocertificazione) di un apicoltore che afferma di avere prodotto questo particolare tipo di miele, a partire dal 1988, gestendo un apiario stanziale prima nell’Isola di S. Giuliano, poi in altri siti della laguna di Grado: Giorgio Della Vedova, Lestizza (UD) (classe 1970), ex-presidente del Consorzio degli Apicoltori della Provincia di Udine.
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