La minestra del paradiso è un prodotto tipico dell’Emilia Romagna. Si tratta di una preparazione piuttosto semplice e adatta soprattutto ai mesi invernali.
Ha molte affinità con la stracciatella, un piatto simile che si realizza a Roma e nella provincia, e che è generalmente servito, fino a qualche decennio fa, come piatto delle feste e cerimonie.
Cenni storici e curiosità
Da Ferrrari M., Ricette e racconti della mia Reggio, Cadelbosco di Sopra, Conad Emilia ovest, 1993:
“Tevdura” cosa vuole dire? In italiano dovrebbe essere “tridura”, ma nel dizionario la parola “tridura” non compare. Ho provato nel “libro del cuoco” scritto ala fine del 1400, una ricetta dal titolo “tridura”; una nota in fondo alla pagina dava il significato di tale parola “ vivanda confezionata con ingredienti tritati minutamente”. Gli ingredienti erano: porri, carne, pane, zafferano: ben lontano quindi dal nostro piatto.
Come reggiana per “tevdura” mi pare di dover intendere: uova, formaggio grana, mischiati velocemente e buttati nel brodo in modo da formare sottili brandelli.
Da Gosetti della Salda Anna, Le ricette regionali italiane, Milano, La cucina italiana, 1967, pag. 406
Ingredienti quattro uova, sei cucchiai di parmigiano grattugiato, quattro cucchiai di pane grattugiato, buon brodo di carne circa 1,2 lt, noce moscata, sale. Mettere sul fuoco la casseruola contenente il brodo. Versare in una zuppiera le uova, romperle prima (una alla volta in un bicchiere per accertarsi che siano “sane”, aggiungere quattro cucchiai di parmigiano e altrettante di pane grattugiato, salare ed in saporire con un pizzico leggerissimo di noce moscata. con una forchetta sbattere bene le uova e unirle al brodo quando alzerà il bollore. Dopo un istante mescolare, lasciare cuocere per un minuto, quindi versare la minestra nella zuppiera e accompagnarla con il rimanente parmigiano grattugiato. È ottima e molto delicata.
Da Iori Galluzzi M.A.–Iori N., Breve manuale del mangiar reggiano, Reggio Emilia, N. Iori, 1985, pag. 62
Sbattere molto bene 3 uova intere con parmigiano reggiano grattugiato, sale e pepe, mentre in circa mezzo litro di brodo staranno cuocendo 400 gr. di riso. Non appena il riso sarà cotto, fuori dal fuoco, mescolando con una forchetta in modo da far evaporare l’umidità in esso contenuta. con l’aiuto di un cucchiaio, a poco a poco, aggiungere la “terdura” al riso e servire dopo aver ben amalgamato.
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